Catania è un crocevia di culture, storie, epoche e dominazioni assai diverse. Come sappiamo, la città etnea nacque ad opera dei Greci, fondata secondo Tucidide nel 729 a.C. dagli stessi Calcidesi che diedero vita a Naxos, col nome di Katanè, ovvero “grattugia”. Gerone I di Siracusa la chiamò Aitna (Etna), poiché la città etnea entrò nei domini del tiranno aretuseo.
La città ebbe un ruolo chiave anche in epoca romana. Catania divenne provincia romana nel 263 a.C., agli inizi della prima guerra punica. Nel 21 a.C., Augusto la nominò colonia romana in quanto parte dei possedimenti di Agrippa, suo generale e amico fidato. Ciò comportò l’aumento degli abitanti di Catania determinato dall’immissione nel corpo cittadino di nuclei di veterani, e un ampliamento del territorio della città grazie all’acquisizione della fertile piana a sud del Simeto. Gradualmente essa accrebbe la sua importanza e il suo prestigio.
Con itCatania scopriamo testimonianze di una necropoli in pieno centro storico, ovvero in via Androne, interessata dai lavori di interramento di nuovi cavi elettrici.
Catania romana: le testimonianze
Le testimonianze archeologiche di epoca romana a Catania sono molte, disseminate in tutto il territorio cittadino e interessantissime. In primis le terme localizzate in piazza Dante, seguono le terme di Piazza Duomo, abbiamo poi le terme dell’Indirizzo e della Rotonda per passare all‘acquedotto e addirittura a un Foro, nel cortile San Pantaleone. Catina era il suo nome in età romana. La città romana era impostata sul cardo e il decumano, i due assi principali su cui si costruivano tutti gli edifici pubblici. Essa si estendeva dall’anfiteatro al Circo, posti l’uno a nord e l’altro a sud. In via Vittorio Emanuele sono situati il Teatro antico e l’attiguo Odeon.
Della Catania romana, la testimonianza più conosciuta è rappresentata dall’anfiteatro di piazza Stesicoro, il più complesso degli anfiteatri siciliani e il più grande in Sicilia, edificato nel II secolo dopo Cristo, sotto gli imperatori Adriano e Antonino Pio. Al III secolo d. C. risale l’ampliamento della struttura che lo rese il secondo monumento romano per grande dopo il Colosseo. Il Teatro romano risale al II secolo, costruito sull’antico teatro greco.
Anche all’interno del duomo, costruito su un antico tempio pagano, troviamo delle colonne probabilmente provenienti dal teatro romano, oggetto di spoliazione, pratica tipica di tutto il secolo.
San Gaetano alle Grotte: una cripta della Catania romana
La Chiesa di San Gaetano alle Grotte custodisce al suo interno una cripta di epoca romana risalente al III secolo d.C.. Più conosciuta è la cripta si San euplio e quella all’interno della chiesa di san Giuseppe al transito.
Attorno all’area gravitante Piazza Santa Maria di Gesù si trova una sorta di costruzione romana, identificata come un ipogeo, conosciuto anche come il Mausoleo circolare di villa Modica, all’interno di un edificio ottocentesco. Si tratta, in realtà, di un piccolo monumento funerario, di forma circolare a due piani. Sito tra il viale Regina Margherita e piazza Lanza troviamo anche il cosiddetto Ipogeo quadrato, databile tra il I-II secolo d.C., anch’esso con funzione funeraria. Un altro monumento funerario di epoca romana lo troviamo collocato in cima alla collina Leucatia.
Le otto colonne di piazza Mazzini sono di epoca romana, recuperate dai resti di una basilica, allocata nei pressi di quello che oggi è il convento di S. Agostino. Nell’area compresa tra via di S.Agostino e via Verginelle, molti studiosi ritengono che qui vi fossero i resti della Curia.
Altre testimonianze della Catania romana
L’ospedale Garibaldi, che al suo interno accoglie la vecchia chiesa della Mecca, presenta un colombaio composto da ben diciotto nicchie.
Nella piazza Sant’Antonio ritroviamo il Balneum di casa Sapuppo; un altro balneum di una domus si trova nei pressi di Piazza Dante che accoglie anche due strade romane: il Decumano e il Cardo sopracitati. All’interno del Monastero dei Benedettini vi sono anche i mosaici della domus.
Pochi metri più avanti troviamo le terme dell’Itria e il carcere romano su cui è costruita la chiesa dell’Immacolata ai Minoritelli.
Anche la barocca via Crociferi custodisce tracce di epoca romana: all’interno del Monastero delle Benedettine si trovano i resti di un’altra domus di cui rimangono visibili un cortile con lastroni di pietra basaltica, una dispensa con i resti di un lavabo (fonte). L’area ascrivibile a via reclusorio del Lume e parte di via plebiscito è ancora tutta da scavare e scoprire.
Le fonti attestano anche l’esistenza di un Arco di Marcello, opera architettonica tipica romana che celebrava la vittoria del console Marco Claudio Marcello sui siracusani. La distruzione di quest’arco avvenne nel 1169 a seguito del terremoto (Fonte), che fece scomparire ogni traccia della Naumachia, del Circo e del Ginnasio.
Casa Pandolfo e Casa Liberti, oggi sedi dell’Antiquarium regionale del teatro romano in via Vitt. Emanuele, custodiscono e mostrano ai fruitori alcuni importanti reperti archeologici ritrovati in città. Preziosi reperti archeologici riconducibili all’epoca romana si trovano all’interno della raccolta Biscari del museo civico di Castello Ursino.
L’area delle necropoli
Le necropoli di Catania antica si estendevano soprattutto nell’area a nord e a est dell’anfiteatro, che costituivano l’acropoli della città. Le fonti attestano anche la presenza di un’antica necropoli largamente estesa a più zone della città: essa andava da piazza Stesicoro, dove si pensa che si trovi anche il famoso sepolcro di poeta e il primo sepolcro di Sant’Agata, fino al centralissimo viale Regina Margherita. Resti di tombe e ossa sono stati ritrovati negli scorsi anni sotto i palazzi della Rinascente e delle Poste.
Una necropoli a cielo aperto
Nel corso dei lavori della Terna spa per la posa di cavi di alta tensione, nel tratto tra la via Androne e la via Battiato, vicino a Piazza Santa Maria di Gesù, sono state rinvenute quattro sepolture, tre del tipo a forma con pareti intonacate e una su terra con copertura a cappuccina. Le tombe, piuttosto povere, presentano pochi elementi di corredo. Dalle prime analisi risalirebbero all’epoca romano imperiale, ma occorrono analisi e studi specifici per ricostruire l’esatta cronologia. Molte tombe sono state distrutte dai lavori precedenti.
Gli scavi dell’intera tratta sono stati condotti dagli archeologi dott. Alberto D’Agata e dott. Federico Caruso in costante raccordo con i funzionari della Soprintendenza, soprattutto con la dott.ssa Michela Ursino. (Contributo e Foto – Dott.ssa Ursino Michela – Soprintendenza BCA di Catania).
Via Androne: una possibile necropoli bizantina
Si pensa che quest’area ci sia una necropoli usata dal III secolo a.C. fino all’ età bizantina. In via Androne, via Dottor Consoli, via Orto di San Clemente e via Ughetti sono state reperite numerose tombe risalenti ad epoche diverse
Studiosi eminenti quali Paolo Orsi e Giovanni Rizza hanno effettuato studi e rilevamenti in quest’area. Orsi rinvenne una struttura funeraria in conci di calcare. Rizza definì quella parte di centro storico dell’anfiteatro, Piazza Carlo Alberto, Piazza Roma e viale Regina Margherita con tutte le vie menzionate il più grande e significativo complesso cimiteriale della Catania cristiana. Per approfondire clicca qui.
Una città che ha tanto da dirci e da darci
I resti archeologici rivenuti nelle scorse settimane attualmente sono in fase di studio. Molte altre testimonianze dell’antica Città si nascondono ancora oggi sotto il suolo urbano. Una storia che ha lasciato tracce profonde, inestimabili molto spesso abbandonate a se stesse e non valorizzate. La nostra città, ricca di fascino, storie e mistero, ha ancora tanto da dirci e da darci!
Foto copertina: Legambiente Catania
Fonti: Etnanatura, Gruppo Weekend, Soprintendenza Catania.