Monumenti a Catania: le aree archeologiche che non esistono più

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Catania scomparsa: le aree archeologiche che non esistono più

La necropoli sotto La Rinascente di Catania. Fonte foto: Edoardo Tortorici.

Catania, con la sua bellezza e la sua cultura, porta con sé secoli di storia. Il barocco lungo il centro storico, i numerosi personaggi catanesi divenuti importanti in tutto il mondo, le eruzioni dell’Etna che hanno trasformato la nostra Catania, ci mostrano una città che ha molto da raccontare. Oggi non ci soffermeremo su ciò che è ben visibile ai nostri occhi, ma su quello che, a causa delle amministrazioni passate o a realizzazioni edilizie di un certo rilievo, non esiste più. ItCatania vi porta alla scoperta dei monumenti a Catania che per vari motivi sono (quasi) del tutto scomparsi.

Area archeologica di Monte Po. Fonte foto: Etna Natura.

Area archeologica di Monte Po. Fonte foto: Etna Natura.

Area archeologica scomparsa: la Basilica bizantina di Monte Po

La prima tra le aree archeologiche a Catania dimenticate di cui vi parleremo è quella presente nel quartiere catanese Monte Po. Il territorio era considerato un punto strategico per controllare la città dall’alto, quindi durante la seconda guerra mondiale vennero costruiti bunker. L’Esercito Italiano utilizzò l’area come campo di addestramento fino agli anni ’60. In seguito l’intera zona fu adibita ad uso agricolo.

Negli anni ’80, alla base della collina di Monte Po e tra il campo sportivo e l’Istituto Alberghiero, sono stati trovati i resti di un’antica Basilica bizantina. La chiesa, datata fra la seconda metà del VI secolo e la prima metà del VII, verrà abbandonata a causa di mancanza di fondi. Oggi il sito archeologico è inaccessibile perché all’interno di un cortile privato.

La Rinascente oggi. Fonte foto: Catania Today.

La Rinascente oggi. Fonte foto: Catania Today.

Monumenti a Catania: Il segreto dei sotterranei de La Rinascente

Gli anni ’60 furono per Catania un periodo in cui la speculazione edilizia la fece da padrona della città. Dopo la demolizione dello storico Palazzo Spitalieri (in stile Liberty), casa del Barone Spitaleri, vennero intrapresi i lavori per la realizzazione de La Rinascente. Durante gli scavi edilizi rinvennero numerose costruzioni di carattere funerario. Il professore Edoardo Tortorici, attraverso “Catania Antica: la nuova carta archeologica“, ha consegnato all’Archivio della città importanti fotografie del momento della scoperta. Tra la via San Euplio e via Spedalieri, la necropoli ellenico-romana occupava un’area di circa 35 metri di lunghezza. I loculi scoperti (ben 8) si trovano al di sotto di un pavimento con gradini in pietra lavica, realizzati in muratura cementizia. Si crede che l’intera costruzione fosse addossata ad un precedente complesso con disposizione a L. Il secondo antico tracciato stradale doveva avere direzione nord/sud in perfetta prosecuzione dell’area archeologica rinvenuta in via Crociferi.

Dopo la scoperta dell’area archeologica, i lavori per la realizzazione de La Rinascente continuarono normalmente. La necropoli, ahimè, rimarrà sotterranea e non verrà mai aperta al pubblico. L’associazione Free Green Sicilia, attraverso un’intervista rilasciata a La Sicilia Web, ha esposto la sua mission affinché venga riportata alla luce l’antica necropoli. Free Green Sicilia ha mandato richiesta formale ai responsabili de La Rinascente e alla sovrintendenza ai Beni Culturali di Catania “affinché la necropoli possa essere riportata alla luce come sacrosanto diritto dei cittadini catanesi”.

Catania scomparsa: le aree archeologiche che non esistono più ultima modifica: 2018-09-20T10:24:52+02:00 da Valentina Friscia

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