Nel sottosuolo di piazza Duomo alla riscoperta delle Terme Achilliane

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MONUMENTI

Nel sottosuolo di piazza Duomo alla riscoperta delle Terme Achilliane

Terme Achilliane Frigidario Sala Dei Pilastri

Le meraviglie storiche del passato non sono sempre ben visibili. Alle volte bisogna avventurarsi al di sotto dell’asfalto, sin nei sotterranei della città. È il caso delle Terme Achilliane. Ingegnose strutture termali della Civiltà Romana nel sottosuolo di Catania. L’insolito ingresso sito in Piazza Duomo ne rende visibile una porzione.

La scoperta delle Terme Achilliane è avvenuta in più epoche, un frammento alla volta, fin a ricostruire ciò che attualmente si vede, conosce e ipotizza nella sua completezza. La voce storica più attendibile confermerebbe la fondazione durante l’occupazione romana. Un gruppo di capitelli all’interno della Cattedrale di Sant’Agata datano la struttura termale durante Costantino I.

Terme Achilliane Frigidario Sala Dei Pilastri

Sala dei Pilastri delle Terme Achilliane, usata come frigidario.

Le Terme Achilliane nella storia catanese: dalla ricostruzione all’apertura al pubblico

Nel 1088 il Vescovo Ansgerio utilizzò l’area termale per ricavarne Cattedrale, monastero benedettino (attuale sede della badia femminile di Sant’Agata) e Loggia Senatoria (distrutta nel terremoto aprendo la Porta di Eliodoro). Parti delle terme furono sepolte dai terremoti che colpirono Catania nel 1169 e nel 1693. Nel 1856 il Museo del principe di Biscari liberò e ricollocò i probabili ruderi di un calidarium (parte termale destinata a bagni d’acqua calda e vapore).

La reale dimensione della struttura è indefinita. La ricostruzione planimetrica di Catania effettuata da Sebastiano Ittar nel 1833 è considerata la più attendibile. Il muraglione di cinta delle Terme Achilliane, confinante dalla Fontana dell’Amenano a ovest sino all’Arcivescovato a est, fa ipotizzare l’estensione tra le piazze Duomo, Università e San Placido. Le Terme Achilliane furono visitabili tra il 1974 e il 1994. Il rifacimento della pavimentazione di Piazza Duomo, nel 2006, con l’immissione d’una piastra d’acciaio utilizzata come copertura, ha permesso la riapertura ai visitatori.

Ingresso Terme Achilliane

Rampa d’acceso che conduce dalla Cattedrale alle Terme Achilliane.

Dallo spiraglio nella Cattedrale di Catania comincia la discesa verso le Terme Achilliane

L’accesso agli ambienti termali, nella facciata della Cattedrale, è di forte impatto storico. La rampa d’ingresso immette in un corridoio, con volta a botte, ricavato nell’intercapedine tra le fondamenta della Cattedrale. Il turista può ammirare resti del Tepidarium (sala curvilinea riscaldata attraverso un sistema di canalizzazione dell’aria) collegata, attraverso una scala a due rampe, al primo piano delle terme. L’acqua era convogliata e distribuita dal canale a “S” che confluiva nella sala centrale.

Il frigidario (noto come Sala dei Pilastri) è la parte turistica più interessante. Essa è una camera centrale il cui soffitto a crociere è sorretto da quattro pilastri a pianta quadrangolare. Le vasche denotano un elaborato sistema di canalizzazione, drenaggio e filtrazione acqua. Della pavimentazione in marmo, che assumeva la disposizione dell’Opus Sectile, rimane una labile traccia. Soffitto e pareti erano ricoperte da stucchi dipinti, ispirati probabilmente all’immaginario della vendemmia. Leggibili nel XVIII secolo, oggi appaiono logori e lacunosi.

Terme Achilliane Stucchi Dipinti

Dettaglio degli stucchi dipinti presenti nelle mura delle Terme Achilliane.

Mistero e ricostruzione dell’epigrafe che diede il nome alle Terme Achilliane

La dicitura nella lastra di marmo “Q. Lusius/Laberius/Proconsue/Thermas” è menzionata da diversi autori, confermando l’appartenenza a un grande impianto termale. I frammenti murati sino al 1702 furono uniti e tradotti dall’abate Vito Maria Amico. Attualmente sono esposti al Museo civico al Castello Ursino. L’epigrafe deriva da sei frammenti, in lingua greca con l’uso di caratteri piuttosto tardi, in scriptio continua posti su quattro linee. La lastra è stata soggetta a due interpretazioni particolari. L’utilizzo del termine Achillianai anziché Achellianai per Francesco Ferrara tratterebbe d’un probabile incendio e conseguente restauro eseguito da Flavio Felice Eumazio. Basandosi sulla successione dei governatori, Giacomo Manganaro data l’epigrafe nel 434 risalendo ai nomi di due proconsoli Siciliani del V secolo (Eumazio e Liberalio) e dell’artefice del restauro (Leone).

Le Terme Achilliane hanno un fascino storico che s’interseca con la storia di Catania. Nuove pagine ed ipotesi storiche si aggiungono su nomi e fatti ancora incerti. La struttura risalente alla Civiltà Romana è aperta ai visitatori. È consigliata ai turisti intenti a scoprire una Catania antica e misteriosa. L’amministrazione delle terme è affidata al Polo Regionale di Catania dei Siti Culturali.

Nel sottosuolo di piazza Duomo alla riscoperta delle Terme Achilliane ultima modifica: 2018-10-23T08:32:17+02:00 da Marco D'Urso

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