Oggi, con ItCatania conosciamo l’arte del pittore catanese Emanuele Di Giovanni, autore, fra gli altri quadri, di undici dei ritratti presenti nella Galleria dei ritratti dei sindaci, all’interno del Palazzo degli Elefanti di Catania. Di Giovanni è stato un artista che ha profuso molta intensità, tanto da essere definito “il poeta del ritratto, evocatore dei fasti etnei“, come si legge sull’epigrafe posta dal Comune di Catania al n. 113 di Corso Italia, casa nella quale egli visse per circa quattordici anni, fino al 1977. Lo conosciamo attraverso il racconto della nipote Monica, artista anche lei.
La biografia di Emanuele Di Giovanni
Emanuele Di Giovanni nacque a Catania nel 1887. Figlio d’arte, a dodici realizzò anni il suo primo lavoro. Divenne ben presto allievo di Antonino Gandolfo. Nel 1907, appena ventenne, in occasione della II Esposizione Agricola Siciliana e Mostra Campionaria Nazionale, inaugurata a Catania da Re Vittorio Emanuele III, nella piazza d’Armi, il giovane artista espose lavori d’ intensa potenza descrittiva che suscitarono grande ammirazione. Tra tutti spiccò “Bolle di sapone“. La sua formazione proseguì senza sosta nella città etnea. Di Giovanni condusse una vita sobria, quasi appartata, dedita alla famiglia e all’arte. L’artista catanese lavorò con passione nel suo studio fino ai novant’anni, spinto da quel “sacro fuoco” proprio dell’arte, che gli scorreva nelle vene.
Le opere di Emanuele Di Giovanni
Di Giovanni fu un pittore molto versatile e prolifico. Divenuto noto come ritrattista, ebbe richieste da tutta la nobiltà e l’alta borghesia catanese e non solo. Sue opere si trovano sparse in moltissime città italiane, sia in luoghi pubblici che in collezioni private. A Catania troviamo: “La Vergine Corredentrice” (1961) presso la cattedrale, i ritratti dei Sindaci dal 1944 al 1978 presso Palazzo degli Elefanti, i ritratti del Barone e della Baronessa Zappalà al Castello Ursino, numerosi ritratti presso la Chiesa di San Martino dei Bianchi, a Villa Cerami (sede della Facoltà di Giurisprudenza) e presso il salone Consiglio dell’Ordine Forense.
Per il Museo Diocesano, Di Giovanni realizzò un ritratto del Beato Cardinale Dusmet: altre sue opere si trovano presso l’ Arcivescovado, in particolare i ritratti dell’Arcivescovo Mons. Luigi Bentivoglio e del Canonico Fazio e nella Chiesa S. Maria della Guardia.
Di Giovanni è autore della copia del quadro dedicato alla Vergine nella cappella votiva sita in via Santa Maria delle Grazie (conservata presso la Curia arcivescovile) che solitamente si porta in processione il 2 luglio, per le vie del centro storico. Il pittore realizzò anche un quadro dedicato a “Sant’Antonio Maria Claret” nel 1935, custodito presso la Chiesa Cuore Immacolato di Maria, in viale Vittorio Veneto.
I quadri di Di Giovanni sparsi per la provincia etnea e non solo
In provincia, nella Chiesa Madre di Biancavilla, si trova “La Madonna dell’Elemosina si ferma a Callìcari”, vasta tela del 1952 raffigurante il miracolo; presso la Chiesa Madre e Chiesa di S. Michele Arcangelo a Sant’Agata li Battiati si conserva una grande tela raffigurante Sant’Antonio di Padova. Le opere di Di Giovanni si trovano anche nella Curia Arcivescovile di Ragusa, nelle Università di Catania e di Palermo. Presso i Musei Vaticani c’è una miniatura su avorio della Madonna delle Grazie, eseguita nel 1959 su incarico del Comune di Catania in occasione del 160° Congresso Eucaristico Nazionale e offerta dalla Città a Papa Giovanni XXIII. Un altro importante quadro di Di Giovanni è ospitato nel Museo Civico “Sebastiano Guzzone” di Militello in Val di Catania.
Caratteristiche della sua arte
La produzione di Emanuele Di Giovanni è variegata: l’artista si mise in gioco anche come paesaggista, divenendo quasi «il descrittore, anzi il cantore, della terra, del sole e della gente di Sicilia», come ebbe a definirlo lo storico Santi Correnti. Ogni occasione e scena di vita che si presentavano davanti ai suoi occhi, costituivano fonte di ispirazione per le sue opere. Di Giovanni fissava in istantanee le immagini della vita quotidiana, le vite di artigiani e contadini, scene di genere, adoperando molte e variegate tecniche: olio, pastello, carboncino, acquarello, matita, sanguigna. Il pittore si distinse per la sua capacità d’indagine psicologica e il suo acutissimo senso dell’osservazione.
I ritratti dei sindaci nella galleria di “Palazzo degli Elefanti”
Dal 1800 in poi, non c’era ente pubblico che non avesse al suo interno una galleria di ritratti, raffiguranti i propri amministratori. Si trattava di una tradizione nata dallo stretto rapporto che si voleva far intercorrere fra cittadini e amministratori. Anche Catania seguì quest’usus e incaricò Di Giovanni di realizzare i ritratti dei sindaci da inserire nel cosiddetto “corridoio della loggetta“, sito al primo piano del Palazzo di Città. Emanuele Di Giovanni ha realizzato i ritratti più antichi dal 1944 al 1978.
Sono ritratti da Di Giovanni i sindaci: Carlo Ardizzoni (1944-45), Gregorio Guarnaccia (1946-47), Nicolò Pittari (1947-48), Giovanni Perni (1948-50), Salvatore Gallo Poggi (1950-52), Domenico Magrì (1952-1953/ 1975-78), Luigi La Ferlita (1953-60), Salvatore Papale (1960-64), Antonino Drago (1964-67), Salvatore Micale (1970-72), Ignazio Marcoccio (1972-75). Gli altri vennero aggiunti da Giuseppe Piazza e altri artisti. Per eseguire questi ritratti, l’artista catanese si serviva di fotografie e pose dal vivo nei suoi studi.
Giudizi sull’arte di Emanuele Di Giovanni
Santi Correnti , in riferimento all’arte di Di Giovanni, nella Rivista Storica Siciliana, Anno VI, nn. 16-17, Ed. Greco – Catania, 1981 scrive: “«Di Giovanni non è da apprezzare soltanto come ritrattista… L’arte del Di Giovanni si affida altresì a certi interni pieni di sole e a certi paesaggi siciliani pieni di vita».
Sulla scia dello studioso si pone anche la “Gazzetta” di Messina del 6 marzo 1940, che scrive sagacemente: «I paesaggi sono aerei e soffusi di un tono di grazia consolante che fanno riposare lo spirito e ricreano il cuore, come le nature morte (…), a dimostrare che gli occhi di questo artista sono carichi di tutto il sole e il verde meridionale…».
Archimede Cirinnà su “La Sicilia” del 6 febbraio 1979, ricordando Di Giovanni, parla di «fantastica interpretazione che trasfigura il particolare in universale, dove ogni oggetto diventa un protòtipo, qualcosa “sub specie aeternitatis”, cioè arte, non stanco rifacimento meccanico del vero».
Nel 1929, sul “Corriere di Sicilia” di Catania del 12 settembre, commentando la mostra organizzata nel Convento dei Benedettini dal dopolavoro catanese, Enzo Maganuco scrive: «Di Giovanni addenta coll’ingegno e rende lirico colla sua capacità pittorica ogni tema, qualunque cosa sia degna di essere innalzata a dignità d’opera d’arte».
Omaggi e tributi
Negli anni Ottanta e Novanta, nell’ambito delle annuali Rassegne Nazionali d’Arte organizzate dall’Associazione Accademica Catanese “Eliodoro”, tenutesi con successo all’interno del maestoso Palazzo del Toscano, i discendenti di Di Giovanni hanno più volte ricordato l’artista esponendone numerose opere, alcune delle quali figurano nel prestigioso Catalogo nazionale Bolaffi d’arte moderna, n. 15 del 1980. Tra i vari tributi ricordiamo il Premio “Leone d’Oro” della Galleria del Leone di Firenze e il Trofeo Internazionale “La Vittoria”, conferitigli nel 1978.
Un artista da riscoprire e rivalutare degnamente
Molti catanesi non conoscono questo artista dalle grandi doti, distintosi per eleganza di tratto e luminosità cromatica. Di Giovanni non fu mai interessato alla fama e alla gloria. Nel 2013, alcune sue opere sono state esposte presso la Sala delle Grida della Camera di Commercio di Catania, in occasione della mostra “Idee, Immagini, Segni” (Arte a Catania 1950-1980) curata da Giacomo La Rosa.
Progetti per omaggiare l’artista
Il Comune di Catania, nel 1999, ha realizzato una lapide marmorea in memoria dell’artista, affissa alla facciata della casa di Corso Italia.
Si è pensato di dedicare ad Emanuele Di Giovanni una via. E’ stata anche fatta la proposta di inserire il suo busto marmoreo fra quelli dei catanesi illustri siti a Villa Bellini, di compiere una ricognizione puntuale della sua vastissima produzione artistica e di realizzare una mostra monografica.
Confidiamo nel fatto che, a questo artista così particolare, venga tributato il giusto merito.
Ulteriori informazioni
Per informazioni e contatti clicca sui seguenti link: Pagina facebook; profilo instagram.
Fonti: Pagina facebook Emanuele Di Giovanni,
Rivista Storica Siciliana, Anno VI, nn. 16-17, Ed. Greco – Catania, 1981
Lucio Sciacca, Il Palazzo degli elefanti, Vito Cavallotto Editore – 1983
Cataloghi “Eliodoro” 1985 e 1996.
Enciclopedia di Catania, vol. I, Tringale Editore- Catania, 1980.
Si ringrazia la nipote Monica per il preziosissimo contributo.