I tesori custoditi a Palazzo degli Elefanti

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I tesori custoditi a Palazzo degli Elefanti

Preziosi A Palazzo Degli Elefanti

In particolarissime e limitate occasioni, Palazzo degli Elefanti, sede del Comune di Catania, ha aperto le sue porte per accogliere cittadini e turisti al suo interno, riscontrando un grande gradimento e tantissimo successo. L’iniziativa è stata portata avanti dal Comune di Catania nell’ambito delle scorse festività agatine e in occasione del festival de Le vie dei Tesori. Il palazzo custodisce la memoria storica della città ma anche preziosi tesori. Ecco quali sono.

L’antico Palazzo Senatorio

Il palazzo che oggi vediamo nasce su un precedente edificio denominato Palazzo senatorio, di origine cinquecentesca, che aveva una forma totalemnte diversa dal palazzo odierno ed era la sede della gestione della politica cittadina. Gli amministratori si riunivano sotto un portico che prese il nome di Loggia al palazzo comunale.L’edificio crollò in occasione del terremoto del 1693. L’amministrazione cittadina volle erigere un nuovo palazzo che contrastasse, a livello estetico e non solo, con il palazzo dei Chierici, l’antica sese del potere della chiesa e che si iscrivesse in maniera armoniosa nel contesto della piazza che si stava realizzando.

Il Palazzo degli Elefanti, sede del Municipio di Catania
Il Palazzo degli Elefanti

Palazzo degli Elefanti a Catania, l’edificio monumentale opera del Vaccarini

Alla sua costruzione, nel 1696, parteciparono numerosi architetti in tempi diversi: il progetto originale fu realizzato da Giovan Battista Longobardo nel 1696. Successivamente si occupò di rivoluzionare il progetto Giovan Battista Vaccarini, artefice della ricostruzione di Catania, il quale realizzò le facciate est, sud e ovest mentre quella nord è opera di Carmelo Battaglia.

Il palazzo si rifà nella struttura ai tipici palazzi del 1700, con pianta quadrata e corte interna. Si sviluppa su due piani. Il nome deriva dal fatto che, il piano nobile, reca i simboli della città: l’omaggio ad Agata, e il richiamo all’elefante. Ricordiamo che Vaccarini modificò l’elefante di pietra di origine bizantina e lo innestò su di una fontana.

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La facciata di Palazzo degli Elefanti

La facciata si caratterizza per la presenza di decorazioni che richiamano le zanne degli elefanti e per il fatto che vengono realizzati, come elementi decorativi sui sei balconi trabeati con elementi classici. Emerge nel piano inferiore l’uso del bugnato, seppur con una variante che lo discosta da quello originale fiorentino. L’imponente portone su Piazza Duomo, opera del Vaccarini, è realizzato con l’uso di due coppie di colonne di granito che sorreggono il balcone sovrastato da due figure allegoriche che raffigurano la Giustizia e la Fede.

Col progetto di Vaccarini il palazzo diventa il centro strategico di Piazza Duomo. L’architetto palermitano fa sì che sia il palazzo della collettività e per tale motivo crea dei portoni d’accesso sui quattro lati.

Le altre caratteristiche del Palazzo

Accanto al portone principale, sul lato sinistro si trovano due particolari incisioni che passano spesso inosservate: sono la tegola e la tomaia, unità di musura utilizzate nel 1700 per misurare pelli e stoffe in modo da garantire ai cittadini la possibilità di verificare il prezzo di tali prodotti rivenduti nei mercati storici vicini.

Al palazzo si accede dopo essere entrati in un androne che accoglie le carrozze settecentesche che sfilano in occasione della festa di Sant’Agata, caratterizzato da archi a crociera e loggette. Qui si trova anche un bassorilievo, risalente al 1400, che raffigura Agata seduta in trono con in mano la palma del martirio e la tavoletta con la preghiera. Al di sopra, successivamente fu collocata la scritta iconica NOLI OFFENDERE PATRIAM AGATHAE, collegata alla leggenda di Federico II. Accanto abbiamo la lampada votiva che viene accesa ogni 2 febbraio dall’arcivescovo alla presenza delle autorità cittadine.

L’interno e le aggiunte

All’interno del palazzo si accede dall’ingresso principale attraversando un cancello in ferro battuto decorato che immtte all’interno di un cortile quadrangolare con portici su due lati.

Lo scalone d’onore, a forma di tenaglia, che si apre sulla corte risale al XIX secolo ed è di Stefano Ittar. Si tratta di uno scalone monumentale realizzato in marmo di Carrara con elementi che si legano all’art noveaux, visibile soprattutto nei lampadari a forma di donna, realizzati in bronzo, disseminati negli spazi più importanti. Pregevoli i decori anche della ringhiera marmorea con ovali e . All’interno dominano marmi e stucchi.

Palazzo degli Elefanti - le scale interne del Municipio. Foto di: Salvo Puccio
Le scale interne del Municipio catanese. Foto di: Salvo Puccio

Ricordiamo che il palazzo fu devastato dall’incendio doloso del 1944 , venne poi ricostruito e riaperto nel 1952, arricchito di opere. Oggi raccoglie molte tesimonianze importanti sia storiche che artistiche.

Le stanze che solitamente si visitano sono quelle poste al primo piano: vestibolo, sala giunta, sala Bellini, stanza del sindaco, corridoii, sala del consiglio comunale.

I tesori preziosi di Giuseppe Sciuti

Il palazzo custodisce moltissime opere del pittore zafferanese Giuseppe Sciuti (pseudonimo di Giuseppe Sciuto), il maggior freschista siciliano del 1800, che costituiscono una mostra permanente dell’artista.

Si tratta di tele dalle grandi dimensione che raffigurano scene iconiche tratte dalla storia romana, risprgimentale italiana, storie di santi e bibliche. All’interno del palazzo di Sciuti si trovano: Giulio Cesare riceve la testa di Pompeo nello scalone; “L’adultera”, “Episodio della spedizione di Carlo Pisacane a Sapri”, “San Sebastiano dopo il primo martirio”, nella sala giunta; “Restauratio Aerarii” nella Sala Bellini e altre opere lungo i corridoi del primo piano.

La sala giunta è dedicata al pittore.

Opere Di Sciuti
Le opere di Gouseppe Sciuti. Foto di S. Portale

Altri tesori preziosi di grande importanza

Lo scalone monumentale, porta al vestibolo, che custodisce anche la poltrona sulla quale sedette papa Giovanni Paolo II in visita a Catania nel 1994, e le diverse sale impreziosite tra l’altro dalle tele di Sciuti, dagli affreschi di Contrafatto o le opere di Emilio Greco e di altri artisti come Natale Attanasio, Carlo Sada, Michele Rapisardi, e altri artisti.

Presenti sia opere del 1600, 1700, 1880 e contemporanee. Il palazzo si propone anche come museo. Numerose anche le sale di attesa ricche di arredamenti di stile barocco rococò.

Nel palazzo si trova anche una bacheca contenente il Gonfalone della città, donato dal Lyceum Club in seta e oro che sfila nelle occasioni più importanti. I messinesi, ospitati nel palazzo dopo il terremoto nel 1908, donarono alla città un atela che raffigura la Madonna della Lettera.

Si trovano anche stampe, busti in marmo, quadri in legno, che arricchiscono il valore del palazzo.

Il corridoio dei sindaci

Vi è anche il corridoio dei Sindaci che con la sua particolare copertura a logggetta custodice i ritratti dei sindaci di Catania dal 1956 e ivi si trova la vetrata con  i “tesori” di Sant’Agata, creata dal commendatore Maina che reca fra i vari oggetti anche una reliquia del braccio di S. Agata, una lastra argentea, gioielli, un Cristo in onice, un crocifisso in madreperla, vasi cinesi in porcellana, minili, stendardi, e anche l’anello che solitamente indossa il vescovo in occasione delle festività agatine ( ogni anno c’è una cerimonia che evede estrarre dalla teca l’anello e consegnarlo al vescovo che lo porta per tutta la durata dei festeggiamenti e poi viene riposto); la campanella con cui si avviano i lavori del consiglio comunale dopo ogni nuova elezione, ecc.

Sala Bellini Palazzo Degli Elefanti
Alcuni dei tesori della Sala Bellini di Palazzo degli Elefanti; foto si S. Portale

I tesori di Sala Bellini

La Sala Bellini, il salone di rappresentanza del palazzo, è dedicato al Cigno catanese e accoglie la tela dello Sciuti, le opere in bronzo che raffigurano Bellini di Emilio Greco ma anche altri preziosi arredi quali la specchiera, i quadri sottostanti, i salottini, il tavolo in marmo intersiato, le consolle del 1700 coi candelabri, l’arazzo fiammingo di fattura messinese datati fra 1600 e 1700. Presenta marmi e decorazioni con stucchi.

Stanza Sindaco Catania
La stanza del sindaco a Palazzo degli Elefanti. Foto di S. Portale

La stanza del sindaco

La stanza del sindaco è caratterizzata dal mobilio in legno massiccio intarsiato, vasi in ceramica di Caltagirone, elefanti in ceramica, vetro, brozo, quadri legati a Sant’Agata. A catturare l’attenzione è anche l’affresco della volta che vede Agata in gloria circondata dalle Muse.

Sala Consiliare Palazzo Elefanti
La sala consiliare di Palazzo degli Elefanti , opera di Francesco Contraffatto

Gli affreschi della sala consiliare

La sala consiliare, precedentemente intitolata a Verga, dopo la strage di Capaci è intitolata a Falcone e Borsellino. E’ opera di Francesco Contraffatto che qui dà prova del suo talento: rappresenta lo scudo catanese con la A di Agata tenuto dalle Muse, gli attributi della città, l’omaggio alle Lettere e alle Scienze a destra e sinistra. In alto raffigura il popolo catanese che partecipa alle assemblee cittadine, accolto in una struttura che ricorda la Badia di Santa’Agata. a dominare è il verde, ottenuto con la commistione di colore e foglie del nostro territorio. L’autore si raffigura di spalle ma con un ghigno nell’affresco che si trova a sinistra, dedicato alle lettere.

Questi i tesori che ci raccontano la nostra città.

foto copertina di S. Portale

I tesori custoditi a Palazzo degli Elefanti ultima modifica: 2023-11-07T14:35:26+01:00 da SABRINA PORTALE

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