Lo stemma di Catania: excursus sui simboli della città etnea

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Lo stemma di Catania: excursus sui simboli della città etnea

Stemma di Catania: simbolo di saggezza e forza. Tratto dal libro "Catania dei Vicerè". Foto di: Giuseppe Costanzo

D’azzurro, all’elefante di rosso con la proboscide alzata e le zanne al naturale, sormontato dalla lettera maiuscola A, pure di rosso. Legenda: S.P.Q.C.

Lo stemma di una città è spesso la rappresentazione sintetica della cultura, della storia e delle tradizioni della città alla quale esso si associa. Lo stemma della città di Catania è composto da uno scudo con lo sfondo azzurro, timbrato dalla corona reale aragonese e recante, nella parte inferiore, la legenda con la sigla “S.P.Q.C.”. Al centro vi è un elefante, u Liotru simbolo di Catania, posto di profilo e sovrastato dalla lettera “A” di colore rosso.

Lo stemma della città di Catania

Lo stemma della città di Catania

Gli elementi che compongono lo stemma di Catania

Nel 1239 con il passaggio della città dal governo del vescovo-conte al demanio regio di Federico II, sorse la necessità di dotarsi di un simbolo che rappresentasse l’autonomia raggiunta e che al contempo si contrapponesse a quello del passato dominio. La scelta cadde sull’Elefante, considerato il “talismano della città” da Idrisi ed elemento da sempre identificativo per Catania già a partire dal X secolo.

S.P.Q.C. è la sigla che si trova al di sotto dello stemma. Sta per “Senatus Populusque Catanensium” (il Senato e il Popolo di Catania). Il titolo di Senato è stato adoperato irregolarmente dalla magistratura comunale catanese a partire dal 1608. Solo nel 1624 il viceré Emanuele Filiberto ne approverà l’utilizzo. Il titolo poi verrà confermato dal re Vittorio Amedeo II nel 1714.

La lettera “A” posta al di sopra dell’elefante è l’iniziale del nome Agata oppure, secondo quanto riportato da Wikipedia, è al contempo la rappresentazione sia di Sant’Agata che della dinastia degli Aragona.

Stemma di Catania: Sant’Agata o Pallade Atena?

L’antico gonfalone in uso fino al 1928 aveva caratteristiche differenti rispetto allo stemma odierno. Al posto della lettera “A” vi era la figura di “S’Agata armata, alla destra, della spada posta in sbarra, e, alla sinistra, di uno scudo ovale d’oro con l’effigie di un’aquila d’argento a volo abbassato”. Le legende “Castigo rebelles” a destra, “Invictos supero” a sinistra e sotto lo scudo “Catania tutrix regum”, ci raccontano una Catania impegnata nella difesa del regno contro le ribellioni nel secolo XIV.

Queste caratteristiche hanno fatto sì che molti hanno iniziato a credere che la donna rappresentata nello stemma non fosse Agata, bensì Pallade Atena, dea della sapienza, ad indicare le virtù della città. In alternativa poteva ricordare la città di Atene, progenitrice di Catania. Le due ipotesi non hanno mai avuto valore storico. Per il Monsignor Giuseppe Coco Zanghì, invece, la “A” riportata nell’antico stemma di Catania potrebbe destare anche l’idea dei principii di tutte le cose, lo scopo di sapienza del mondo, la “A” come inizio di tutto per Catania e per i suoi concittadini. L’ipotesi più apprezzata dalla popolazione catanese è che la “A” ha da sempre voluto indicare Sant’Agata con la sua forza d’animo. Nel 1928 il vecchio emblema araldico verrà dismesso. Prenderà il suo posto lo stemma sopra descritto.

La Fenice: simbolo di una Catania che risorge. Fonte foto: La Sicilia in Rete

La Fenice: simbolo di una Catania che risorge. Fonte foto: La Sicilia in Rete

Oltre lo stemma: un breve excursus sui simboli della città di Catania

La Fenice, uccello simile all’aquila, può essere considerata come uno dei simboli più importanti di Catania. Con i suoi splendidi colori e le sue lunghe piume, questo animale ha un’importanza storica per Catania e per i suoi cittadini. Essa rappresenta la morte e la risurrezione nella vita quotidiana, lo scontro e il superamento di un evento, e quindi la capacità di non lasciarsi abbattere dalle difficoltà della vita, di reagire e di rialzarsi più forti di prima. Catania, distrutta per ben nove volte ed altrettante ricostruita, è sempre riuscita a risorgere, proprio come la Fenice.

L’uccello mitologico è oggi possibile ammirarlo in uno dei monumenti catanesi più importanti: la settecentesca Porta Ferdinandea (conosciuta con il nome di Porta Garibaldi) presso il quartiere Fortino. Appoggiata sullo storico arco, la Fenice porta con sè la scritta in latino “melior de cinere surgo” (risorgo sempre più bella dalle mie stesse ceneri”). La metafora perfetta per una città come Catania che è stata distrutta molte volte, ma sempre rinata più bella e fiorente di prima.

Ma è l’Elefante (U Liotru) il simbolo di Catania. La fontana dell’Elefante, realizzata da Gian Battista Vaccarini tra il 1735 e il 1737, raffigura un elefante con la proboscide rivolta verso la cattedrale catanese. Sulla schiena dell’animale si trova un obelisco egizio, probabilmente portato a Catania durante le crociate. La storia del Liotru si interseca con una famosa leggenda. Il Mago Eliodoro è stato fatto bruciare vivo dal Vescovo di Catania perchè disturbava la popolazione con le sue magie, riusciva a tramutare gli animali in pietra. Per maggiori delucidazioni sulla vicenda del Mago Eliodoro, vi consiglio la lettura di un nostro precedente articolo.

Per approfondire la storia dello stemma di Catania vi consiglio la lettura dello scritto di Nino Pagliaro, “La fontana dell’Elefante e lo Stemma di Catania”, e di un articolo pubblicato sulla “Rivista del Comune”, “Lo stemma di Catania, il simbolo ‘A'”.

Lo stemma di Catania: excursus sui simboli della città etnea ultima modifica: 2018-09-10T10:33:36+02:00 da Valentina Friscia

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