I gioielli del busto reliquiario e lo scrigno di Sant'Agata

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ARTE ARTIGIANATO LO SAPEVI CHE SANT'AGATA

I gioielli del busto reliquiario e lo scrigno di Sant’Agata

Il busto reliquiario di Sant’Agata che riabbraccerà a breve i catanesi è preziosissimo per i gioielli ex voto che lo abbelliscono, alcuni di grande valore. Le varie reliquie della Santa si trovano riposte per tutto l’anno in due opere differenti per forma e tempi di realizzazione. Scopriamo la loro storia.

Il busto reliquiario di Sant’Agata

L’opera di alta gioielleria e fattura è stata realizzata tra il 1373 ed il 1376 dall’artista di origine senese Giovanni di Bartolo su incarico del vescovo catanese dell’ordine benedettino Marziale, nativo della città di Limoges, che esaudì un desiderio di Papa Gregorio XI, affascinato dalla figura di Agata. Il busto reliquiario arrivò in città nel 1377. I catanesi cominciarono a ricoprirlo sin da subito di preziosi doni, innamorandosi dell’espressione della santa impressa nel reliquiario.

Agata E Scrigno
busto e scrino di Sant’Agata; foto di S. Portale

Il busto è realizzato in argento sbalzato con smalti policromi. Si tratta di un vero e proprio capolavoro dell’oreficeria avignonese con elementi tipici dell’arte gotica. In seguito venne ricoperto di gioielli, doni votivi raggiungendo il numero di oltre trecento e andando a formare il tesoro della Cattedrale.

Le reliquie presenti nel busto

L’opera custodisce la cassa toracica mentre nella testa si trova il teschio. Le altre sacre reliquie si trovano all’interno dello scrigno. Due grandi angeli in argento dorato sono posti ai lati del busto. Si tratta di una statua a mezzo busto, con l’incarnato del volto in fine smalto e i capelli in oro; il volto è serefico e beato e trasmette dolcezza. I catanesi amano questa espressione, foriera di cose buone. Il busto è alto 60 cm. La santa tiene nella mano destra una lunga croce accompagnata da gigli anch’essa ricoperta di gioielli e nell’altra una tavoletta su cui si trova l’iscrizione latina “ M. S. S. H. D. E. P. L. ”, che in italiano significa “ Mente santa e spontanea, onore a Dio e liberazione della patria ”.

Le decorazioni del busto

Il busto poggia su una base esagonale decorata a smalti e sostenuto da un ulteriore piedistallo opera di Paolo Guarna ( risalente al XVI secolo). Si trovano decorazioni a rilievo rappresentanti delfini. Alla base del busto vi sono anche degli stemmi della città, della casa di Aragona e di papa Gregorio Magno, il nome dei committenti, dell’artista, scene del martirio, figure di S. Agata e di S. Caterina d’Alessandria, e quelle dei due vescovi catanesi, Marziale e il suo successore Elia.

I gioielli del busto reliquiario

Il busto è tempestato di gioielli dal valore inestimabile. Fra di essi troviamo: la collana incastonata di smeraldi, del Viceré Ferdinando di Acugna donata ai catanesi, l’anello di San Gregorio Magno con lo stemma dei Visconti, la croce del Cardinale Nava, la croce della Legion d’Onore di Vincenzo Bellini, onata dai familiari alla santa dopo la morte del musicista come dono votivo. Poi anche la croce di Leone XIII e un anello appartenuto alla Regina Margerita che lo donò alla Santa nel 1881, in occasione di una sua visita a Catania, Collana con l’effigie della Vergine col bambino. uno zaffiro lasciato alla santa dai nobili Zappalà, anelli lasciati dal principe d’Austria Rodolfo. Altri gioielli furono donati dai Biscari, dai Moncada e da altri nobili.

Preziosissimi ex voto

Troviamo ancora croci pettorali appartenute a vescovi di Catania, Dusmet, Francica Nava, Ventimiglia. Presenti anche orecchini, anelli, spille, pendenti, ecc. Spesso viene fatta una ricognizione dei gioielli, una ricognizione dello stato delle reliquie e viene ripulito il busto da un’equipe di esperti, fra cui la famiglia Avolio. L’ultima ricognizione risale al 1965 per volere dell’Arcivescovo di Catania Bentivoglio: il busto venne privato dei gioielli e aperto per esaminare i resti della santa. Fu un evento eccezionale.

Nel 1700 il busto aveva anche molte mammelle ex voto in argento.

La corona

Preziosissima è anche la corona, realizzata poco dopo il busto da orafi italiani alla fine del 1300. Reca molti decori; è formata da tredici placche rettangolari, con pietre preziose, brillanti, pietre dure del peso di 1 kg.

Una leggenda vuole che sia stata donata alla Santa addirittura da re Riccordo Cuor di Leone, di passaggio a Catania nel suo percorso per raggiungere la Terra Santa durante le crociate.

Foto Busto E Scrigno S Agata
Il busto e lo scrigno con le reliquie di Sant’Agata in processione; foto di S. Portale

Lo scrigno, una finissima opera di alta oreficeria

Lo scrigno risale al XV secolo, realizzato dagli argentieri Archifel padre e figlio, anche questo dall’alto valore storico e artistico. Al suo interno vengono conservate le reliquie della santa che (brasccia, gambe ,il velo e la mammella), per secoli furono conservate in una cassa di legno che si trova a Sant’ Agata la Vetere.  

All’interno si conservano anche due documenti storici: la bolla pontificia di Urbano Il che conferma solennemente che sant’Agata nacque a Catania e una pergamena del 1666 che proclama sant’Agata protettrice di Messina.

Lo scrigno, la storia

L’arca, risale al 1512, è in stile gotico,  alto 85 centimetri, lungo un metro e 48, largo 56, alla cui costruzione contribuì il nobile don Alvaro Paternò . I committenti furono l’Università  e il Comune di Catania. 

Dopo lo scrigno si decise di realizzare il fercolo su cui porre il busto e lo scrigno durante le solenni porcessioni cittadine.

I dettagli dello scrigno

Lo scrigno è foderato all’ interno con velluto trinato d’oro; l’esterno presenta un araffinato gioco di decori d’argento filigranati e cesellati, con statuine disponste in piccole nicchie collocate a giro in 2 ordini. Presenti gli apostoli e i santi catanesi Berillo e Leone. Per la sua costruzione furono raccolti oggetti d’argento; a realizzare lo scrigno furono i celebri argentieri: il maestro Filippo di Mauro, il catanese Antonio La Nuara, Nicolò Lattari, Vincenzo Archifel. Antonio Archifel, Paolo Guarna, il quale fra il 1556 ed il 1579 rifinì, assieme agli orafi Vincenzo ed Antonio Archifel.

Il coperchio e le rifiniture della cassa si datano fra il 1490 ed 1492. Il nuovo scrigno ha una lunghezza di 1,5 metri con una forma esagonale sommorntata da un coperchio tutto in stile gotico .

Nelle due nicchie minori notiamo Sant’Agata in ginocchio che viene incoronata da Gesù Cristo e dalla Madonna.

Lo scrigno si propone come una piccola cattedrale; vi sono anche delle placche che raccontano la vita della santa.

Il tesoro di Sant’Agata oltre al busto reliquiario e allo scrigno

Gli otto reliquiari che le contengono sono tutti di diversa fattura in quanto costruiti in epoche differenti, realizzati da orafi professionisti in argento massiccio dorato, sbalzato e cesellato; si trovano: i femori della Santa, due le braccia con le mani, due le gambe con i piedi, una la mammella. Il sacro Velo è da considerare l’ottavo reliquiario. Importanti anche i paramenti sacri collezionati nel tempo. Tutti gli ex voto raccolti nel tempo sono custoditi all’interno del Museo diocesano: qui si trovano anche il fercolo, all’interno della casa Vara e il tronetto d’altare opera di Saverio Corallo risalente al 1726, anch’esso in argento cesellato con placche tutte decorate con figure e motivi ornamentali, con lamine argentee cinquecentesche provenienti dal Fercolo originario.

fonti: Comune di Catania, pagina facebook Sant’Agata stella propizia

I gioielli del busto reliquiario e lo scrigno di Sant’Agata ultima modifica: 2024-01-31T09:31:44+01:00 da SABRINA PORTALE

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