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INTERVISTE QUARTIERI

Arrivano I Moschettieri nella periferia di Catania, lo spettacolo teatrale a Librino e San Cristoforo

I Moschettieri, spettacolo teatrale. Foto di: Antonio Parrinello

Come vivono i ragazzi “impegnati” quotidianamente nella malavita di quartiere? Nicola Alberto Orofino con la scrittura di Roberta Amato ha cercato di rispondere a questo importante quesito. Nasce così I Moschettieri, uno spezzato di vita di abili guerrieri al servizio dell’illegalità che lottano contro i propri demoni. Lo spettacolo teatrale sarà rappresentato l’1 settembre a Librino, presso il Polo Educativo Villa Fazio, e il 3 settembre a San Cristoforo, presso il Polo educativo Spazio 47 -Èbbene- Stella Polare.

I Moschettieri fa parte del programma “Palcoscenico Catania – la bellezza senza confini”, finanziato e promosso del Ministero della Cultura con l’obiettivo di portare lo spettacolo dal vivo nei quartieri periferici della città. Abbiamo intervistato Roberta Amato, parte attiva della scrittura dello spettacolo. Di seguito le sue risposte in merito allo spettacolo.

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I Moschettieri al servizio dell’illegalità. Foto di: Antonio Parrinello

Raccontaci un po’ di te: come è nata l’idea di scrivere un racconto drammatico, ma anche un po’ ironico, ambientato in un quartiere catanese?

«L’idea è di Nicola Alberto Orofino, regista dello spettacolo. Era il 2019 e un giorno mi disse: “mi piacerebbe raccontare la storia di tre Moschettieri di Catania al servizio dell’illegalità, te la senti di scriverlo?”. Io accettai immediatamente, ero felice di potermi cimentare con una tematica così forte e potente. Una proposta che mi permetteva di poter raccontare la realtà che vivo ogni giorno, essendo io per prima un’ abitante di quartiere. Sono partita con l’idea di una cronaca del quotidiano, senza giudizio, concentrandomi sui meccanismi, i riti, l’ organizzazione, sul linguaggio, che è volutamente forte, senza censure, a tratti disturbante, forse, ma fedele.»

Chi sono I Moschettieri? Qual è la loro missione?

«Questi tre Moschettieri prendono i nomi dei tre viali di Librino (Moncada, Bummacaro e Nitta), ma non sono per forza di Librino. Sono a sud, sicuramente, ma li puoi trovare pure a Quarto Oggiaro a Milano, li trovi a Forcella, a San Paolo del Brasile, allo Zen di Palermo o al quartiere Giostra a Messina, sono universali. Tre ragazzi alle prese con la loro vita senza scampo, dove l’illegalità è di casa, è vita, è lavoro, sostentamento, sacra perché dà loro da vivere, perché li sostiene e li mantiene. Al contrario di uno Stato che li ha dimenticati, sacrificati, uno Stato che non si fa vedere, che non scende nei bassi fondi, non si mischia con loro. Cause perse, destinate a ingrassare le fila della malavita. Scarti irrecuperabili.»

La finestrella, che permette ai ragazzi di avere un contatto con ciò che c’è al di fuori del bunker, è metafora della vita dei giovani di oggi, così chiusi in se stessi?

«Sì, in effetti il bunker è metafora della loro vita. L’effetto che si vuole creare è quello di un luogo asfittico, senza via d’uscita, angusto. Casa e prigione. Al buio, nascosti, come i ratti. Soldatini subalterni, vittime sacrificali di un sistema molto più grande di loro. Escono, vanno a ballare, allo stadio, alle feste, ma tornano sempre lì, nella loro tana-bunker che li accoglie, li protegge, li nasconde, li salva e li inghiotte come sabbie mobili

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I Moschettieri delle periferie. Foto di: Antonio Parrinello

Quali sono le alternative per i ragazzi di quatteri?

«L’unica vera alternativa, secondo me, è la conoscenza, la scoperta e la meraviglia di un ALTROVE e di mondo ALTRO. La conoscenza che può arrivare attraverso un mestiere, un percorso, un’attitudine, una propensione, una strada non ancora solcata. E l’istruzione, ovviamente. La cultura e la bellezza che deve essere a portata di tutti, che non può essere elitaria o per pochi, che deve poter arrivare laddove fa fatica ad arrivare. Non si possono scegliere strade maestre sane e salvifiche se sono inaccessibili, bisogna mettere i ragazzi dei quartieri nella condizione di scegliere tra almeno due possibilità. Almeno due. Senza scelta, la malavita è obbligatoria.

C’è un personaggio nello spettacolo che tenta di salvarsi, che cerca di cambiare strada e di redimersi… il come non posso dirlo, ma potete venite a trovarci nelle serate a Librino o a San Cristoforo!»

Sua Maestà Catania è vittima o complice della malavita ne I Moschettieri?

«La regina di Catania ama tutti i suoi figli, tutti i suoi sudditi di Catania e provincia, ma è innegabile che abbia un debole per “quei bravi ragazzi del quartiere”, quelli “spetti”, produttivi, veloci, con lo spirito commerciante dei catanesi, i giovani che producono e “fanno cassa”. Come ogni mamma che si rispetti ama tutti, ma col figlio scapestrato e “tosto” ha un rapporto più profondo e di protezione, così la regina di Catania di questo spettacolo.»

Parlaci del primo spettacolo che verrà messo in scena presso il Polo Educativo Villa Fazio. Ci saranno altre repliche a Catania?

«Lo spettacolo che verrà messo in scena l’1 Settembre presso il Polo Educativo Villa Fazio di Librino è un evento che fa parte di una rassegna dedicata alle periferie indetta dal Comune di Catania. Replicheremo il 3 Settembre a San Cristoforo al polo educativo Spazio 47 – Èbbene – Stella Polare. Sono veramente felice all’idea di poter vedere i miei Moschettieri rappresentati nei luoghi dove li ho concepiti, dove me li sono sempre immaginati, nel loro mondo, nel quartiere. Lo spettacolo è gratuito per i residenti del quartiere. Per i non residenti che vorranno assistere è previsto un biglietto di 10€.

Questa, così come tutte le altre inserite all’interno del cartellone “Palcoscenico Catania, bellezza senza confini”, è un’iniziativa dedicata al pubblico delle periferie per avvicinare adulti, giovani e bambini e proporgli momenti di aggregazione e cultura e per intensificare un movimento istruttivo e partecipato tra cittadini provenienti da quartieri diversi della città. Tutti coloro i quali sono all’interno del progetto I Moschettieri sono veramente ben lieti e onorati di prender parte a questa bellissima esperienza.

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Locandine dello spettacolo teatrale I Moschettieri.

Colgo l’occasione per ringraziarli tutti: Nicola Alberto Orofino alla regia, Gianmarco Arcadipane, Luigi Nicotra, Vincenzo Ricca ed Egle Doria che sono i quattro splendidi attori che andranno in scena, Gabriella Caltabiano aiuto regia, Vincenzo La Mendola per le scene e i costumi, Grazia Cassetti per la sartoria, Stefania Bonanno per la comunicazione, Maria Grazia Marano per il progetto grafico, Santo d’Olica per il progetto fotografico e l’associazione Madè che ha prodotto lo spettacolo.»

Arrivano I Moschettieri nella periferia di Catania, lo spettacolo teatrale a Librino e San Cristoforo ultima modifica: 2022-08-31T09:00:00+02:00 da Valentina Friscia

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