“I fantasmi di Librino: storie di scuola e di follia”, il nuovo libro di Angelo Spanò itCatania -

itCatania

INTERVISTE

“I fantasmi di Librino: storie di scuola e di follia”, il nuovo libro di Angelo Spanò

Librino. Foto di: By Cyboroz Is Licensed Under

I fantasmi di Librino: storie di scuola e di follia” (con Algra Editore) è il nuovo libro di Angelo Spanò, professore di una scuola media del quartiere catanese. I suoi 5 racconti hanno come fil rouge la scuola che diventa metafora dell’assurdità dell’esistenza quotidiana. Colta poi nei suoi aspetti grotteschi e stravaganti ma così verosimili. I suoi personaggi sono assurdi ma profondamente dotati di una sincera e autentica umanità. Abbiamo intervistato l’autore che ci ha raccontato come tutto è nato.

Innanzitutto ci racconti qualcosa di lei

Ho 56 anni e vivo a Catania, la città dove sono nato e ho compiuto i miei studi liceali e universitari. Di professione faccio l’insegnante di lettere e attualmente insegno in una scuola media di Librino.

Ho scoperto la mia vocazione letteraria alla fine degli anni Novanta. In quel periodo ho partecipato a numerosi concorsi letterari. Quello che ricordo con maggiore piacere è stato il “Certamen letterario” in cui i vari autori presentavano racconti inediti. Ho pubblicato anche per qualche rivista letteraria cimentandomi sempre nel genere letterario del racconto breve. Amo molto leggere narrativa, soprattutto i classici della letteratura russa e francese non disdegnando alcuni autori italiani a cui mi sono anche ispirato nei miei scritti. La mia prima pubblicazione risale a dieci anni orsono ed è la raccolta di racconti dal titolo “La rivoluzione”. Si tratta di diciotto racconti dall’ispirazione fantastica e surreale. Che dire altro? Come hobby mi piace giocare a tennis e andare in bicicletta.

271906771 3098530393758847 4173589577364906200 N
Copertina libro “I fantasmi di Librino: storie di scuola e di follia”.

Perché scrivere un libro sui ragazzi di Librino?

I fantasmi di Librino” non descrivono la realtà sociale ed ambientale dei ragazzi che abitano in quel quartiere. I racconti vogliono essere una rappresentazione in chiave surreale e grottesca non tanto della realtà delle periferie ma del mondo della scuola. È chiaro che i ragazzi sono anche protagonisti ma non si tratta di racconti del genere di “Diario di un maestro” di Vittorio De Seta o “Ragazzi di Palermo” di Roselina Salemi in cui la descrizione è di pretta natura documentaristica.

Chi sono i protagonisti

I protagonisti sono gli alunni delle scuole di Librino, descritti non tanto nella loro realtà quotidiana caratterizzata dalle enormi difficoltà dell’ambiente in cui vivono, ma trasfigurati in quella che è la loro più intima essenza. Protagonisti sono anche gli insegnati che vivono la loro professione liberi dalle maschere professionali che il loro ruolo impone. Ma i protagonisti sono anche tutti coloro che orbitano nel meraviglioso e fantasioso mondo della scuola.

Le storie raccontate sono vere o frutto di fantasia?

Le storie raccontate sono frutto di fantasia e immaginazione, fermo restando che alcuni personaggi sono inevitabilmente ispirati alla realtà. In taluni casi, essi assumono delle pose talmente assurde da sembrare delle macchiette da teatro di avanspettacolo ma che nascondono sempre un profondo senso di umanità.

Rotonda Viale Moncada E Viale Bummacaro
Rotatoria tra viale Moncada e viale Bummacaro, famose zone di Librino. Foto di: Valentina Friscia

Perché non sono solo “storie di scuola” ma anche “di follia”? Cosa succede di folle nelle scuole del quartiere?

La scuola, come molte altre istituzioni, è un microcosmo che raccoglie in se tutte le contraddizioni della nostra società che sono ancora più marcate in un quartiere periferico come Librino. È chiaro che i racconti sono ispirati al mondo della scuola in tutte le sue sfaccettature. Sono anche di follia perché la follia diventa un sano antidoto al conformismo che troppo spesso pervade la nostra società. La follia degli alunni e degli insegnanti diventa allora uno dei modi, quello indubbiamente più fantasioso e allo stesso tempo trasgressivo per tentare di cambiare l’ordine delle cose esistenti.

Perché sono “fantasmi”? E come possono riemergere dalle ceneri questi ragazzi e diventare vivi?

I fantasmi rappresentano la cattiva coscienza che ognuno si porta dietro e che ciclicamente riemergono per essere esorcizzati da una sana follia che rompe il quieto vivere e il passivo adeguamento alle regole sociali. Sono fantasmi gli insegnati perché il loro ruolo ormai è diventato routinario e privo di qualsiasi ideale. Sono fantasmi anche gli alunni che non riescono a trovare il senso profondo della loro esistenza e diventano cosi ostaggio della nuova tecnologia digitale a cui si adeguano acriticamente.

Può un libro di racconti sulla scuola far emergere un problema di fondo/quartiere e delinquenza minorile/adolescenza?

Anche se i racconti hanno un taglio assolutamente fantastico e surreale, il fatto stesso che sono ambientati in un una scuola di Librino, rivela l’attenzione verso i problemi strutturali di una periferia abbandonata a se stessa e marginalizzata da chi dovrebbe istituzionalmente occuparsene. Il problema delle periferie e dell’emarginazione giovanile traspare nei racconti e, pur rimanendo sullo sfondo, risulta essere il controcanto, rispetto al tema principale che per l’appunto rimane quello surreale e grottesco.

Foto copertina: by CyboRoZ is licensed under

“I fantasmi di Librino: storie di scuola e di follia”, il nuovo libro di Angelo Spanò ultima modifica: 2022-02-16T09:00:00+01:00 da Valentina Friscia

Commenti

Subscribe
Notificami
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Promuovi la tua azienda in Italia e nel Mondo
To Top
0
Would love your thoughts, please comment.x