Mimma Rugolo e il rapporto stretto con Catania – itCatania

itCatania

ASSOCIAZIONI PERSONAGGI QUARTIERI STORIE VALORI ED EMOZIONI

Mimma Rugolo e il rapporto stretto con Catania

Mimma Rugolo e il suo affetto viscerale per Catania ph Angela Strano

Mimma Rugolo e il suo affetto viscerale per Catania ph Angela Strano

Una donna che nella sua esistenza si è sempre reinventata. Una figura femminile che costituisce un esempio di volontà e determinazione per le generazioni più giovani. Mimma Rugolo, all’anagrafe Domenica, è una donna catanese legata al luogo in cui è cresciuta. Ha teso sempre a creare bellezza, con le sue azioni e gli strumenti disponibili, nella città e nel rapporto con gli/le altri/e.

Un’infanzia e giovinezza segnata dalle difficoltà

Mimma Rugolo nasce nel 1938 in via De Lorenzo, nel cuore del quartiere di San Cristoforo. Ricorda ancora con lucidità i bombardamenti del ’43: aveva cinque anni e ciò che accadde le rimase impresso. Ci fu la distruzione della scuola “Cesare Battisti”. Il padre è stato prigioniero in Germania e, nel momento in cui torna a Catania, è stato di nuovo catturato. Ritorna nella città natia quando Mimma ha 6-7 anni. Primogenita di dieci figli, sei maschi e quattro femmine zia Mimma (così pure chiamata, oltre che nonna), rammenta il periodo del secondo dopoguerra. Un momento storico caratterizzato da avversità, pure per soddisfare i bisogni primari. A causa della scarsità di risorse era frequente mangiare carrube.

Mimma dagli 11 ai 15 anni, dopo aver conseguito la 5° elementare, si reca dalla mastra da cui impara l’arte di cucire i pantaloni. Un’attività, divenuta pure lavoro, portata avanti negli anni. Si sposa a vent’anni, nel 1958, con un giovane uomo che ha vissuto nella sua stessa palazzina. Il marito, in gioventù, per motivi lavorativi, si spostava in continuazione in vari luoghi del Nord Italia. Veniva a Catania una volta al mese. Vi è stato il desiderio di creare una famiglia, ma dopo una bambina nata morta alla fine del ’58 e una deceduta a 18 mesi, il marito non ha voluto restare a Catania. Ha avuto la convinzione che la città porti sfortuna e così entrambi emigrano in Belgio. Negli anni ’65-’66 nascono i due figli. Mimma col marito vivono lì per 10 anni; qui ella lavora in una fabbrica di camicie.

Mimma Rugola piena di vitalità
Nonna Mimma che esprime tutta la sua giocosità Fonte Facebook

Il ritorno di Mimma Rugolo a Catania

La donna osserva che in Belgio la libertà femminile ha preso piede. Già negli anni ’60 si era libere di uscire senza bisogno di essere scortate dal marito o dal fidanzato. Un aspetto che affascina e incuriosisce Mimma, poiché a Catania questo ancora non sussisteva, specie nei quartieri popolari come San Cristoforo. Così la donna si è ripromessa di dispiegare la sua libertà su tutto ciò in cui ha potuto. Intanto ella prova nostalgia verso la città natia, per il suo calore e la dimensione più umana. Mimma e il marito tornano a Catania e inizia a lavorare come pantalonaia.

Una mansione che negli anni ’70 era molto richiesta: ella cuciva pantaloni su commissione delle fabbriche. Ma di lì ad alcuni anni le richieste di lavoro iniziano a declinare, per la diffusione dei jeans. Pertanto Mimma si reinventa e riesce a trovare un altro lavoro, come collaboratrice domestica per una signora a Gravina. Una mansione durata 30 anni, il cui luogo è diventato poi la sua seconda casa. La signora di cui si è occupata ha nutrito profondo affetto per lei. Mimma, con la sua dolcezza, riesce a catturare la simpatia di chiunque. Tanto che continua a fare la donna di servizio per il marito della signora, dopo la sua morte, altri quattro anni.

Quando Mimma torna a Catania per un breve periodo vive col marito, morto nel 1989, e i figli piccoli, nella casa natia. Questo prima di trovare un’altra sistemazione in piazza Federico di Svevia, con la quale ha un rapporto profondo. Infatti vive qui da 55 anni, cambiando tre abitazioni.

Un vulcano di energia, gioia, amore per la vita
Mimma Rugolo durante lo scorso Carnevale organizzato dalla comunità di Sant’Egidio Fonte Facebook

L’impegno creativo con le associazioni catanesi

Dopo aver lavorato per due anni e mezzo, sempre come collaboratrice domestica, da una signora nei pressi di Gammazita, Mimma Rugolo decide di espandere i suoi orizzonti. Già lei si recava al GAPA (Giovani assolutamente per agire) di via Cordai, frequentato per 30 anni fino alla chiusura nel 2020. Uno spazio sociale molto dinamico, conosciuto grazie al cugino che ha svolto attività teatrale, con attività di sartoria, palestra, doposcuola, lotta greco-romana. Riguardo quest’ultima, Mimma ha invogliato la nipote Oriana a intraprenderla: la ragazza inizialmente non era convinta, adesso è campionessa. La donna frequenta pure la comunità di Sant’Egidio da 12 anni; qui consegue un attestato di informatica. Inoltre a 76 anni prende la licenza media.

E’ soprattutto la conoscenza della sartoria sociale Midulla ad essere determinante per Mimma. A Gammazita conosce una signora che le propone di andare in questo luogo. La donna accetta e trova subito accoglienza. Nella sartoria Midulla Mimma Rugolo esprime la sua dimensione creativa, occupandosi soprattutto di rifiniture. Pertanto qui riesce a manifestare il suo slancio innovativo, l’arte del cucito appresa da ragazzina. Il rapporto con la macchina da cucire è tanto simbolico quanto esplosivo; per la sua abilità Nonna Mimma è soprannominata la Ferrari. Ella tiene ottimi rapporti con Emily e Amelia di Trizzi d’Amuri. Quest’ultima l’ha incoraggiata a partecipare alla realizzazione di dieci vestiti lo scorso febbraio in occasione di Sant’Agata. Tutto ciò ha trovato creazione a nome della sartoria Midulla e dell’Accademia di Belle Arti.

Un rapporto profondo con la macchina da cucire
La maestria nel cucito, tanto da essere chiamata La Ferrari Fonte Facebook

Mimma frequenta pure la sartoria della Casa sociale delle donne, prima in via Plebiscito adesso in via Sangiuliano. Di recente, la donna ha collaborato con Gammazita nel preparare le pergamene e i fiori di carta in occasione dello scorso 25 aprile. Con la comunità di Sant’Egidio Mimma ha festeggiato il suo ultimo compleanno, il 28 aprile, in un contesto di allegria. Qui ogni martedì e giovedì si svolge la Scuola della Pace, una forma di volontariato consistente nell’aiuto ai compiti scolastici. Sempre a Sant’Egidio la donna ha come sogno nel cassetto la rappresentazione di un piccolo spettacolo teatrale siciliano.

L’amore viscerale di Mimma Rugolo per la vita

Ella ancora, a 85 anni, mette la vita in atto, nonostante non abbia più le forze fisiche di una giovane. Tenersi sempre attiva per lei è fondamentale, un’energia vitale che manifesta in varie declinazioni. Con l’arte del cucito esprime la creatività, svolta con altre persone. Infatti per la donna la socialità costituisce la base per rapporti genuini e di collaborazione con gli/le altri/e, pure bambini/e. Mimma, nella relazione del prossimo, esprime la sua autenticità e genuinità. Manifesta solidarietà e vicinanza con chi conosce, perché è cresciuta con questi princìpi. Valori che tendono a dissolversi, per via del contesto odierno sempre più alienante e frustante.

Persone come Mimma Rugolo costituiscono la memoria storica sul vivere e sul rapportarsi d’un tempo, che ancora oggi esprimono. La donna è fortemente legata alle sue origini, col padre pavimentista e la madre sarta, e manifesta profondo affetto per il quartiere natio e amore per Catania. Una donna che ha sempre donato amore, gioia, positività, armonia verso chi ha conosciuto. Un esempio da seguire per vivere una realtà migliore.

Mimma Rugolo e il rapporto stretto con Catania ultima modifica: 2023-05-12T10:29:25+02:00 da Angela Strano

Commenti

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Promuovi la tua azienda in Italia e nel Mondo
To Top
0
Would love your thoughts, please comment.x