Torre Alessi: la storia dimenticata

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Torre Alessi: la storia dimenticata

Torre Alessi

«La guglia verde, di stile moresco, era sostenuta da nove colonnette. Sotto la terrazza, l’architrave era dipinta in oro, e il fregio, ricamato da sfere oblunghe, brillava di verde mare. […]  La scala avvolgeva la torre, con giri larghi e drappeggiati dal muro. Salendo si aveva l’impressione di mettere il piede sopra un cielo che stesse per spaccarsi come il ghiaccio che crocchia.» Gli anni perduti, Vitaliano Brancati.

La Torre Alessi è una cicatrice che riaffiora la pelle. Un ricordo che disegna lentamente i contorni per tornare in superficie. Piccoli dettagli di un puzzle per uno dei monumenti più affascinanti di una Catania scomparsa. Eclettico, esotico e misterioso. Un edificio nato sul finire dell’Ottocento per volere di Salvatore Alessi e grazie alla maestria dell’architetto Carlo Sada. Un grattacielo contro l’infinito. Un esemplare vanitoso ed emblema del riscatto. Una preghiera al cielo e «l’idea di una città in piedi, di una città sveglia».

Torre Alessi

Postcard Catania Sicilia, Panorama dall’alto della Torre Alessi. Fonte:
T.A.M. Topografia ed Architetture Multimediali

Torre Alessi: la torre-vasca

Salvatore Alessi, ricco proprietario, necessitava di una vasca per l’irrigazione dell’omonimo giardino e Sada, mirabile genio, optò per la realizzazione di un impianto formato da torre e vasca. La struttura della Torre Alessi constava di quattro elementi. La vasca, con i suoi 262 metri cubi, aveva un’altezza di 17 metri e svolgeva la funzione di riserva d’acqua. Il secondo elemento aveva la funzione di salotto: quadrato, con i suoi 3,40 metri di lato, era pavimentato con raffinati lastroni di marmo e con tre eleganti finestroni ornamentali.

Una piccionaia alta 9,89 metri, 51 nicchie, pavimento in quadretti d’argilla e quattro finestre costituiva il terzo elemento. Il quarto elemento era costituito da un terrazzo-belvedere e la torre si innalzava per circa 36 metri (ad esclusione della cupola). Una scala la serpeggiava a spirale con i suoi 196 gradini che conducevano alla cupola tinteggiata di verde in stile moresco in ferro e ricoperta di rame. In cima, sospesa tra terra e cielo, una banderuola segnava la direzione del vento.

Vitaliano Brancati

La Torre Alessi ispirò Gli anni perduti di Vitaliano Brancati. Lo scrittore la descrive egregiamente nel romanzo del 1936

Da vanto e attrazione a vittima della speculazione edilizia

La Torre Alessi, dal gusto eclettico, affascinante e misterioso era una delle protagoniste e delle meraviglie della città di Catania. Vitaliano Brancati, nel romanzo dal titolo Gli anni perduti, la descrisse magistralmente e un avviso pubblicitario sulla Gazzetta di Catania (n.128, 8-9 maggio 1888) ne testimoniava l’interesse; «Sin dal primo maggio 1888 in Catania nel Giardino Alessi, contrada S. Niccolò al Borgo, si permette l’ascensione sulla Torre alle persone provviste di biglietti PERSONALI d’ingresso, che trovansi vendibili al prezzo di lire 2 ciascuno nel Chiosco dei Fiori sito in Piazza dell’Università». Catania, perla d’acqua e di fuoco, si ammirava dall’alto.

La Torre, nel 1963, veniva sacrificata per una logica immorale. L’11 maggio di quell’anno si demoliva per far spazio al nuovo assetto urbanistico di Catania. Sorgeva nell’area a nord-ovest del Giardino Bellini, tra via Torre Alessi, via Federico Ciccaglione e via Salvatore Paola. La Torre Alessi, simbolo e vanto del popolo catanese, sopravvive in qualche vago ricordo, nelle parole di Vitaliano Brancati e nel nome dell’omonima via.

Torre Alessi: la storia dimenticata ultima modifica: 2019-01-22T09:56:18+01:00 da Cristina Gatto

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