I tanti parossismi e la pioggia di cenere lavica che hanno allarmato gli abitanti della provincia etnea, con il naso all’insù per guardare lo spettacolo terrificante e suggestivo prodotto dalle eruzioni della Muntagna, hanno ispirato artisti locali che proprio con l’abbondante cenere riversata su strade e balconi hanno realizzato visi e figure, fra tutte spicca quello di Sant’Agata.
L’Etna è un elemento naturale con cui viviamo in simbiosi oltre che una risorsa preziosa per noi, per il nostro terreno, per i nostri prodotti locali. Da sempre, il vulcano più alto d’Europa permette di realizzare con la cenere lavica materiali da costruzione e anche monili. La pietra lavica ricavata dalle eruzioni, nel corso del tempo, ha dato da vivere a molte famiglie siciliane. Come non ricordare i pirriaturi, gli addetti all’estrazione della pietra nera, elemento tipico della nostra città e area. Basta pensare alle facciate barocche bicolore del centro storico, alle strade di basalto, alle ceramiche e maioliche tipiche del territorio etneo.
La petra ‘da muntagna è diventata anche una componente fondamentale della contemporanea Urban art.
Artisti e artiste della cenere lavica dell’Etna
Molti artisti locali hanno deciso di sfruttare al meglio questa risorsa. Ricordiamo Delia Zappalà, fashion designer e imprenditrice originaria di Nicolosi, che da anni crea gioielli e decori per abiti con la polvere lavica. Le sue opere sono interamente realizzate a mano e presentano inserti in pietra lavica e ricami che ricordano i motivi tipici le ceramiche siciliane, rielaborati in forma moderna e personale.
La felice intuizione di creare con il materiale lavico è venuta a numerosi artisti e artiste dei paesi pedemontani che hanno utilizzato il pavimento ricoperto di sabbia vulcanica come “tela” per creare delle vere e proprie opere d’arte, realizzando i visi dei Santi, della Madonna, di Cristo e non solo.
Daniela Marino e la cenere lavica
La prima è stata Daniela Marino, artista dell’Accademia di Belle arti di Catania, che lo scorso 24 marzo ha deciso di realizzare il suo omaggio alla santa patrona di Catania. Con la polvere vulcanica, Daniela ha disegnato il volto bello e serafico di Agata, riportando scrupolosamente i dettagli della corona, della parte superiore del busto, portato in processione per le vie cittadine nei giorni del 4, 5, 6 febbraio e 17 agosto. Nella raffigurazione di Daniela compaiono anche e soprattutto l’Etna e i limoni, prodotti tipici del nostro territorio. Un doveroso omaggio tributato dall’artista catanese ai principali simboli cittadini che ha trovato grande apprezzamento sul web.
Giusy Trovato
A sottolineare lo stretto legame fra l’Etna, le eruzioni e Sant’Agata è stata anche Giusy Trovato che ha riprodotto sul terrazzo della sua casa di Misterbianco le fattezze della Santa. Giusy, con il suo tocco sembra animare la sabbia vulcanica, materiale duttile con cui anche negli scorsi giorni ha realizzato una serie di raffigurazioni di soggetti sacri (soprattutto Gesù, S. Rita, Padre Pio). Giusy non ha frequentato nessuna scuola d’arte, la sua mano è guidata dall’amore per i santi e per l’arte.
Mikhail Albano
Anche lo street artist di origini russe Mikhail Albano, attivo nella nostra città sin dagli scorsi mesi con le sue particolari realizzazioni artistiche con la pellicola trasparente contenente soggetti iconici della storia dell’arte e non solo, ha voluto tributare il suo personalissimo omaggio alla patrona catanese. L’artista, che oggi vive e lavora a Catania, ha vissuto per anni a Leonforte e ha voluto omaggiare con la sabbia vulcanica anche San Filippo di Agira.
Alfonso Restivo
Artista belpassese iperealista che da anni vive e lavora a Milano, è tornato nella sua città natale e ha riprodotto l’immagine sorridente della Madonna. A colpire sono proprio i dettagli del viso realizzati con grande maestria che hanno catturato l’interesse dei social che hanno apprezzato e condiviso la particolare creazione artistica.
Angelika Antonella Finocchio
Artista originaria di Riposto, Angelika Antonella Finocchio ha realizzato con la polvere caduta anche presso la cittadina alle pendici dell’Etna, famosa per la presenza di un rinomato porto turistico, un bellissimo volto femminile. Ad attirare l’attenzione di chi guarda è soprattutto lo sguardo carismatico di questa bellissima donna. Risalta la maestria dell’artista nel creare anche le labbra e le ciocche di capelli.
A Catania questo tipo di materiale così diffuso e largamente utilizzato è conosciuto col nome dialettale di “rina“.
Terra dell’Etna: oggetto e souvenir della cenera lavica
Andrea Passanisi, fondatore di Sicilia Avocado e di altri frutti esotici a Giarre, presidente della Coldiretti di Catania, ha avuto l’idea di imbustare la terra dell’Etna da accompagnare alle cassette di frutta che produce al fine di farla conoscere in altre regioni e nei paesi europei dive i suoi prodotti vengono esportati, come una sorta di souvenir. Il gesto di Passanisi è simbolico, tanti sono stati infatti i danni arrecati dal fenomeno dell’eruzione al comparto agricolo e mancano normativa e adeguati fondi e azioni atti ad aiutare i produttori.
La sabbia nera rientra tra i rifiuti speciali. Le ditte della pulizia e delle discariche ne traggono grande profitto. Alti sono infatti i costi per lo smaltimento di questo materiale. Alcuni hanno avanzato una proposta di riciclo. Da sempre, questo tipo di materiale viene estratto e commercializzato in varie forme allo stato inerte, all’interno delle tante cave dislocate nell’ampio territorio etneo.
La cenere vulcanica può essere una risorsa e non rifiuto. I suoi utilizzi sono molteplici, ad esempio nell’edilizia. c’è anche la proposta di utilizzarla come fertilizzante o materiale all’interno dei detersivi.
Il progetto Reucet di Unict per la cenere lavica
Al progetto Reucet (Recupero e utilizzo delle ceneri vulcaniche etnee) partecipano studiosi dell’Università di Catania ed è finanziato dal Ministero dell’Ambiente con 71mila euro. (Fonte ).
Paolo Roccaro, ordinario di Ingegneria Sanitaria Ambientale del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura (Dicar) all’Università degli Studi di Catania, è il responsabile del progetto, ha sostenuto l’uso delle ceneri vulcaniche in sostituzione di materiali naturali, il quale consentirebbe il duplice vantaggio ambientale di ridurre il consumo di risorse naturali e di evitare lo smaltimento della cenere come rifiuto, promuovendo la transizione verso un’economia circolare. In particolare, risultati interessanti sono stati trovati nel confezionamento di malte, intonaci e pannelli isolanti, grazie alle proprietà di isolamento termico dovute all’elevata porosità che contraddistingue i prodotti piroclastici. Inoltre, i prodotti ceramici realizzati presentano complessivamente caratteristiche fisico-meccaniche in linea con quelle mostrate dai prodotti ceramici convenzionali, persino migliori in alcuni casi.
Tutto ciò ci testimonia la volontà di adoperare al meglio questo materiale locale. Molti artisti locali hanno realizzato suggestive creazioni artistiche con la cenere lavica come quella che raffigura il vulcano e la Sicilia. Questo tipo di rappresentazioni, come quelle con soggetto sacro, marcano il legame dei siciliani e dei catanesi con la propria terra, regione e territorio.