Il ricamo e’ uno degli antichi mestieri, testimonianza di un’ arte tipicamente siciliana, tramandata di generazione in generazione, ma che purtroppo rischia di perdersi nelle memorie del tempo ed è dunque da salvaguardare e tramandare. A Catania e provincia sono tante le donne che si dedicano con passione e dedizione alla finissima arte del ricamo.
L’amore per i ricami
L’arte del ricamo, permette di mettere a frutto le capacità personali, ma di sviluppare anche la creatività. Sono diverse le tecniche di ricamo, scaturite dalle abili dita delle nonne che hanno allestito, sedute assieme in strada, i tesori che conserviamo nei nostri cassetti. Ricamare voleva dire condividere tecniche, pettegolezzi e creare socialità. Era un vero e proprio rito. Serviva anche a stimolare le funzioni intellettive e motorie. Tante sono le tecniche elaborate: punto ago, croce, erba, uncinetto, chiacchierino, tombolo, intaglio e traforato.
L’antica arte del ricamo, nel 2007 è stata inserita nel R.E.I. della Regione Sicilia, il Registro delle Eredità Immateriali dell’UNESCO.
Le città siciliane dei ricami
La Sicilia è ricca di arte in tutte le sue sfaccettature; nella nostra Terra il ricamo ha una grande importanza, basta pensare ai ricami dei ricchi paliotti degli arredi sacri, dei paramenti del clero o dei corredi realizzati per le donne delle famiglie benestanti. Questi ricami sono stati da sempre un vero e proprio vanto per la Sicilia che ha molte delle sue città legate a queste tecniche. Basta pensare al macramé di Castelvolturno, al filet di Isnello, al centesimo Petralia Sottana, al Norvegese di Castelbuono, immersi nelle Madonie; Trapani, Marsala, Mazara del Vallo, o alla magnificenza dell’arte tessile o a Caltanissetta, a Vallelunga Pratamento, Piazza Armerina. Tanti altri centri sono legati al ricamo e alle preziose tecniche: Leonforte, Enna, Messina, Ragusa, Vittoria, Modica e Chiaramonte (dove esiste uno sfilato tipico) e a Catania con particolare riferimento alle cittadine di Castiglione e Mirabella.
Un antico mestiere dove occorrono ago, filo, stoffa, carta calcante, velina, ma anche ritmo, precisione e pazienza per un lavoro delicato e prezioso come questo, apprezzato da sempre.
Ricami: il merletto a tombolo
Si tratta si un ricamo realizzato con dei piccoli fusi su un cuscino (chiamato, appunto, “tombolo”) dalla forma cilindrica. Si creano un disegno o un motivo, intracciare attorno ai tanti fusi un filo bianco di lino o cotone. Con i fuselli le merlettaie eseguono intrecci da tessuto, nodi, legature. Spesso per comporre il disegno si utilizzano modelli in cartoncino. Una volta rimossi i fusi, si ottiene un pizzo finissimo, con una trama fittissima. Fra i motivi maggiormente presenti vi sono riccioli e rose, scaturiti dell’influenza del barocco tipicamente siciliano. particolarmente pregiati sono tipi di tombolo legati a città come quello della lombarda Cantù o della catanese Mirabella Imbaccari.
Mirabella Imbaccari: la “città del merletto”
La gentildonna catanese Angelina Auteri, nel 1910, istituì a Mirabella l’“Opera del Tombolo”, un’associazione che insegnava alle donne questa peculiare arte del ricamo a mano. La Baronessa Auteri, moglie del Principe Paternò Castello di Biscari, aveva la residenza estiva a Mirabella; qui diffuse l’uso del merletto a tombolo, insegnato da quattro suore romane dell’ordine di Santa Dorotea, a giovani artigiane, dedite a ricamare, nel suo palazzo. La nobildonna concesse alle ragazze un’occasione di riscatto e autonomia. Quell’arte per loro divenne un mestiere. Nel palazzo si allestì un vero e proprio laboratorio.Nel 1986 a Mirabella Imbaccari è stata allestita una Mostra Permanente del Tombolo con sede in via Alcide De Gasperi. All’interno del Museo sono custoditi merletti, abiti e arredi realizzati con questa tecnica. i suoi pizzi sono famosi in tutto il mondo grazie a fiere ed esposizioni.
Ricami tipici: lo sfilato siciliano
Lo sfilato siciliano è una delle più note manifatture del ricamo siciliano, nato alla fine del quattordicesimo secolo nella parte orientale dell’Isola. Lo sfilato, nel Cinquecento ebbe successo presso i nobili e il clero. Esso fa parte del più pregiato corredo e arredo che si tramanda di famiglia in famiglia. Si distingue per la particolare annodatura dei fili e del disegno. E’ una tecnica che si presta alla realizzazione di centri, lenzuola, tovaglie da tavola, tende, asciugamani, ma anche vestiti.
Tanti tipi di sfilato siciliano
Gli sfilati prendono i nomi dalle diverse epoche e dalle città di provenienza. Esistono tanti tipi di sfilato siciliano e sono diversi tra loro. Gli sfilati più famosi, sono quelli della Sicilia e della Sardegna. Gli sfilati siciliani, più noti sono: il 400, il 500 , il 700 e il Vittoria. Lo sfilato siciliano 500 è quello più facile da eseguire: si utilizzano disegni su carta quadrettata e dopo che si è creata la rete di fondo con una semplice sfilatura del tessuto, si esegue il punto cordoncino intorno ai disegni. Si può eseguire prima il cordoncino di contorno e poi le sfilature: si delinea il disegno con una filza e si ripassa a punto cordoncino, poi si tolgono, sia nella trama che nell’ordito, 4 fili sì e 4 no. Sempre a punto cordoncino si riempiono i fili rimasti. Per lo più si ricama su lino e tela. Approfondisci qui.
Le ricamatrici di Castiglione di Sicilia
Molti centri della Valle dell’Alcantara sono conosciuti in tutta la Sicilia per l’arte del ricamo. Fra questi spicca particolarmente il borgo di Castiglione di Sicilia, dove fiorì il cosiddetto punto inglese perché creato e acquistato dagli inglesi, residenti a Taormina, agli inizi del 1900. Fautrice di questa tecnica fu Miss Mabel Hill (1866/1940), esponente di una famiglia gallese che captò le potenzialità del nascente turismo a Taormina. Qui gli Hill fondarono il primo stabilimento balneare. Miss Hill realizzò la scuola di ricamo Miss Hill, proseguita poi dalle francescane missionarie, all’interno della quale si realizzavano veri e propri tesori artigianali unici come foulard, camice, cappelli, biancheria tutti esportati. Venne creata una succursale a Castiglione, paese che vantava una tradizione tessile.
Ricami oggi
Quello delle ricamatrici è uno di quei mestieri che appartengono alla nostra memoria e che hanno fatto la storia del nostro territorio. Oggi questa storia rivive grazie all’artigianato d’eccellenza allestito in location di mostre o rassegne d’eccezione, come quelle realizzate recentemente a Palazzo del Toscano e Palazzo Biscari a Catania. Molte sono anche le associazioni locali che fanno rivivere quest’arte. Anche le nuove generazioni, seppur restie, stanno piano piano accostandosi a questo mondo, grazie all’istituzione di laboratori e durante le attività nelle colonie estive. Alcuni comuni stanno mettendo in rilievo quest’arte all’interno delle grandi manifestazioni, dopo l’interesse mostrato per i ricami dai grandi stilisti nazionali e internazionali.