Tram a Catania, ricordo utile per i tempi odierni

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Tram a Catania, ricordo utile per i tempi odierni

Tram a Catania, mezzo di trasporto storico, oggi dimenticato Fonte Facebook

Tram a Catania, mezzo di trasporto storico, oggi dimenticato Fonte Facebook.

Un mezzo di trasporto sottovalutato, ma oggigiorno sempre più attivisti/e e ambientalisti/e ne rivendicano il ripristino e/o la ristrutturazione in vari centri urbani. Il tram a Catania ha attraversato la sua storia. Attivo nella prima metà del Novecento ha fato un tocco di signorilità ed efficienza alla città.

Storia di un mezzo di trasporto dimenticato

Inizialmente, nel 1892, il sindaco Giuseppe Carnazza Puglisi stipula un contratto con la Società anonima Tramways. L’intento è costruire una rete tramviaria a vapore da Cibali a Guardia-Ognina, estendendola fino a Piazza Cavour. Un progetto accantonato, pare che ci siano state violazioni di concessione. Dopo qualche anno l’intenzione di costruire la rete tranviaria riemerge, non a vapore in quanto onerosa e poco flessibile, ma elettrica. Alla gara d’appalto per concedere i lavori si presentano diverse Società, tra cui quella anonima di elettricità di Felix Singer e C. di Berlino. Essa, in cambio dell’ottenimento dei lavori, si propone per allungare il Viale Regina Margherita.

La Singer rispetto a tutte le altre Società presenta più garanzie, associandosi con la Helios di Colonia. Propone l’estensione del progetto di rete tranviaria ai paesi dell’hinterland etneo, quali Gravina, Mascalucia, San Giovanni la Punta e Viagrande. Il Comune di Catania così dà l’appalto alla Singer, con l’autorizzazione di installare l’officina che produce l’energia elettrica, indispensabile per illuminare e far muovere i tram. Il 12 dicembre 1900 inizia la costruzione di tale officina di tram elettrici, acquistata dalla società Helios, la quale ha assorbito la Singer. Nel 1902, con l’elezione al Consiglio Comunale dei socialisti, il progetto dei tram a Catania trova ridefinizione, in merito al tracciato.

Alla fine del 1904 la Singer Helios va in crisi e cede i diritti di concessione alla ditta francese Societé Anonyme Tramways ed Eclairage Electriques. Essa chiede al Comune di autenticare tale cessione. Nel 1905 trova inaugurazione la rete tranviaria di Catania, a scartamento metrico con motrici tranviarie a due assi.

La sostituzione dei tram coi filobus

Il percorso tranviario è durato fino al 1951, resistendo al secondo conflitto mondiale. Nel 1948 l’amministrazione comunale delibera il funzionamento dei filobus. La Società Catanese Trasporti (SCAT) riceve l’incarico di avviare il passaggio, effettuato dal 1949 al 1951. Le rotaie e le linee necessitavano un rinnovamento, poiché questo era più dispendioso e si è preferito dismettere il tracciato su rotaie. I filobus hanno attraversato quasi i medesimi tratti del tram, con le stesse sospensioni murali e palificazione, aggiungendo un secondo filo elettrico a quello già esistente. La rete filoviaria ha percorso Catania dal 1949 al 1966.

Nel 1964 la gestione dei filobus passa all’Azienda Municipale Trasporti, anno della sua istituzione, che sostituisce la SCAT. Di lì a poco tempo, ovvero nell’aprile 1966, gli autobus urbani prendono il posto dei filobus.

Il passaggio del tram lungo il centro storico e parte del percorso della Ferrovia Circumetnea

Tram a Catania, il percorso

La linea 1, la prima ad essere attivata attraversava il capoluogo etneo da Piazza Duomo a Barriera del Bosco, nei pressi del Tondo Gioeni. Essa percorreva tutta la Via Etnea, passando per l’ingresso centrale di Villa Bellini e Piazza Cavour. Poi la linea 2, che collegava il quartiere Cibali (capolinea Piazza Bonadies) col centro storico; quest’ultimo si connetteva col rione di Ognina tramite la linea 3. Ancora il collegamento tra le zone di Acquicella e Picanello con la linea 4, il cui capolinea era al piazzale antistante il cimitero monumentale. In ultimo le linee 5 e 6, che connettevano Piazza Duomo rispettivamente con la stazione centrale e il deposito ai lidi Plaia.

Da ricordare pure la linea tranviaria extraurbana Catania-Acireale, attiva dal 1915 al 1934. Essa non solo connetteva i due centri urbani, attraversava il centro storico etneo fino a Villa Bellini, risalendo per via Umberto, piazza Principessa Iolanda e Viale Libertà. Il tram proseguiva percorrendo i quartieri Guardia ed Ognina, le frazioni di Acicastello, Cannizzaro e Acitrezza, e quelle di Acireale, Capomulini e Santa Maria delle Grazie. Esso inoltre attraversava il centro storico del capoluogo acese, il cui capolinea era la Villa Comunale. La linea tranviaria effettuava 22 coppie di corse, dal mattino presto fino alla sera. Un servizio che, se si fosse mantenuto nel tempo, come anche il tram a Catania, sarebbe già stato una grande marcia in avanti rispetto alla mobilità sostenibile.

La realtà attuale
Foto del novembre 2023, come le automobili molto spesso ostacolano il passaggio dei bus fonte Facebook

Tram a Catania, confronto tra passato e presente, con considerazioni sul futuro

La rete tranviaria catanese, nonché la linea extraurbana, se lasciate nel tempo, avrebbero evitato molti dei problemi passati e attuali in merito al traffico. Il capoluogo etneo risulta quello più motorizzato d’Italia; questo determina, oltre che inquinamento e caos, un numero elevato di incidenti stradali. Mentre le altre città italiane ed europee compiono passi avanti in merito alla mobilità sostenibile, Catania regredisce sempre più. Con l’anno nuovo rimodulano le corse dell’AMTS, anche se non si comprende fino a che punto questo possa giovare ai/le pendolari. Molto spesso, infatti, gli autobus urbani restano bloccati nel traffico e questa una delle principali cause dei ritardi, oltre alle soste indiscriminate. Inoltre l’AST, la quale collega Catania coi paesi dell’hinterland etneo, va sempre più in crisi. Poi la situazione della Ferrovia Circumetnea, il cui rischio è perdere una linea storica di oltre 120 anni.

Le politiche attuate negli ultimi decenni, di stampo liberista, tendono sempre più a tagliare servizi su ciò che è pubblico, compresi i mezzi di trasporto. Vi è una precisa volontà che parte da livello nazionale fino ai contesti locali, di ridurre a brandelli il trasporto pubblico. Tutto organizzato appannaggio dell’uso dell’automobile, con le conseguenze negative che ciò comporta. Non basta solo pedonalizzare le piazze del centro storico, a questo è necessario che corrispondano politiche di incoraggiamento del trasporto pubblico, soprattutto nelle periferie e nei quartieri più popolosi. Anche il progetto di fine ‘800 della Società Felix di estendere la linea tranviaria ad alcuni paesi etnei sarebbe stato nel lungo periodo estremamente utile.

Tutte politiche che inoltre avallano la mentalità autocentrica di usare l’automobile pure quando non è necessario. Questo porta più problemi di circolazione agli autobus, una spirale senza ritorno. Il tram a Catania oramai è un ricordo storico, attualmente costituisce un sogno rispetto alla mobilità sostenibile in città. Un mezzo di trasporto valido, come in genere tutti quelli su rotaia e in superficie, che risolve molti problemi, sia rispetto alle esigenze dei/le pendolari, sia in merito al traffico e agli spazi urbani.

Tram a Catania, ricordo utile per i tempi odierni ultima modifica: 2024-01-18T08:37:03+01:00 da Angela Strano

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