A trofa du camperi. Un altro viaggio, un altro itinerario e un nuovo tassello per scoprire le bellezze del territorio. Uno splendido capolavoro secolare di Madre Natura alle pendici dell’Etna. Un faggio che tesse bellezza. Spettacolo di inquietudine e di meraviglia in un bosco ricco di suggestioni e misticismo. ‘A Muntagna, ancora una volta, si mostra romanzo. Colonna del cielo, infocato carcere di Tifone e serpente luminoso di lava incandescente.
A trofa du camperi tra Cerrita e Cubania
Il Bosco della Cerrita è pura magia. Una tavolozza di colori e di sfumature. Dalle chiassose tinte agli affascinanti chiaroscuri. La natura esplode in sentieri di sempreverdi e caducifoglie. Il nome deriva dai cerri, alberi a foglie caduche appartenenti alla famiglia delle Fagaceae. Qui, nonostante le distruzioni causate dalle eruzioni vulcaniche del 1802 e del 1865, il bosco vive e respira. La vegetazione è ricca di betulla, ginestra, roverella, pino, viola, camomilla dell’Etna e ginepro. È possibile sentire il canto della cincia durante la stagione degli amori e lasciarsi rapire dagli sguardi dei gufi e delle civette.
Il Bosco della Cerrita è una continua scoperta e una fonte inesauribile di sorprese.
Prima di arrivare alla Casa dei Parrini si erge maestoso “A trofa du camperi”. Un faggio secolare. Monumento naturale che contempla e racchiude infinite forme di armonia.
A trofa du camperi ha una ceppaia datata intorno ai quattrocento anni e si innalza per circa ventuno metri d’altezza. I polloni più grandi, invece, hanno un’età di cento anni. La circonferenza massima del tronco si attesta su (m): 15,20 a livello della ceppaia. Quella dei tronchi a 1,30 m dal suolo (m): procedendo da est. L’ampiezza della chioma, ancora, (m): 21,10 (N-S) X18,50 (E-O).
… la leggenda
La leggenda, macabra e ammaliante, racconta di un campiere. Siamo alla fine dell’Ottocento e la vita del protagonista si lega in maniera indissolubile a quella dell’albero. Si narra che se ne prendesse cura ogni giorno e che fu ritrovato esanime sotto le sue fronde. Il nome dell’albero, infatti, deriva proprio dal campiere. La “trofa”, in dialetto, significa cespuglio.
Info, fonti e approfondimenti
Raggiungere il faggio secolare è molto semplice. Il sentiero da percorrere è facile ed è adatto a tutti. Andata e ritorno sono circa 3 km. Per raggiungere A trofa du camperi bisogna recarsi in località Fornazzo e imboccare la Mare-Neve. Seguite le indicazioni per il Rifugio Citelli per circa 11 km. Sulla sinistra troverete una strada chiusa da una sbarra con un sentiero. Lasciate l’auto e percorrete il sentiero per 1,5 km. Sulla destra troverete una strada sterrata che attraversa una colata lavica. A destra, a pochissimi metri, troverete l’albero.
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