Il meraviglioso Ponte dei Saraceni e le Forre Laviche del fiume Simeto

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ITINERARI

Ponte dei Saraceni: incontro fra Etna e Simeto

Ponte Saraceni

Il Ponte dei Saraceni, sotto cui scorre il Simeto,con le sue Gole e le forre laviche dell’Etna, sono un luogo designato come Sito di Interesse Comunitario.

Nelle nostre passeggiate virtuali vi abbiamo accompagnato alla scoperta di itinerari particolari e suggestivi, creati dalla natura, dalla lava dell’Etna e non solo. Nella provincia di Catania e in Sicilia in generale, abbiamo numerosi monumenti e luoghi turistici di cui possiamo vantarci, molti dai quali selvaggi e sconosciuti. Con #ItCatania, vi portiamo alla scoperta del Ponte dei Saraceni, sotto cui scorre il Simeto con i suoi tesori,con le sue Gole e le forre laviche dell’Etna, luogo designato come Sito di Interesse Comunitario.

Un Sito di Interesse Comunitario

Il Simeto, il maggiore dei corsi d’acqua siciliani, dà vita ad uno dei paesaggi mozzafiato a Catania e nella Sicilia Orientale: ammirerete il corso del fiume che impetuoso scava meandri e gole che raggiungono i 15 metri di altezza creando un mix tra lava e natura selvaggia, che, in alcuni tratti sembra farci attraversare il Gran Canyon. Non a caso fa parte, dal 2000, della lista dei SIC.

Il corso medio-alto del fiume, a cavallo fra le province di Catania e di Enna, è un piccolo scrigno che riserva molteplici e variegate sorprese archeologiche e naturalistiche. Qui, il Simeto antico corre direttamente dal Vulcano più alto d’Europa sul mare, come avevamo visto per la Timpa, sita lungo la costa ionica.

Forre Laviche

Nella provincia di Catania e in Sicilia in generale, abbiamo numerosi monumenti e luoghi turistici di cui possiamo vantarci, uno di questi è il Ponte dei Saraceni da cui si possono ammirare il Simeto e le Forre laviche. Fonte foto:Michelle Recupero

Riserva Naturale Integrale delle Forre Laviche del Simeto

Posta lungo il corso del Simeto, l’area protetta si estende nei territori comunali di Centuripe, Bronte, Adrano e Randazzo per circa 291 ettari. L’area venne inserita nel piano, dopo una lunga battaglia condotta dalle associazioni ambientaliste, per conservare e tutelare il lungo susseguirsi di ingrottati lavici, con cascate, rapide, laghetti e forre che il fiume ha creato scorrendo tra le lave basaltiche di un’antica colata etnea. In questo ambiente selvaggio e panoramicamente di grande effetto, risaltano l’oleandro, asfodeli bianchi e gialli, giunchi, prati ad ortica, papavero e tanaceto, ferle, borragine.
La fauna è formata dalla biscia dal collare, il ramarro e la lucertola wagleriana, mentre nelle acque vi sono la rana esculenta, del discoglosso e dell’ululone.

Gole dell’Alcantara e gole del Simeto

Le Gole del Simeto, assieme a quelle dell’Alcantara rendono la Terra di Polifemo un luogo altamente suggestivo, dove la natura dà di sé spettacolo.

Nelle prime si possono ammirare gli antichi mulini ad acqua in un percorso che alternava gole strettissime, ponti romani, medievali e moderni che raccontano la storia di questo territorio, masserie, chiesette rurali, cascate, laghetti e rapide fluviali, vallate immense, mentre le Gole dell’Alcantara sono percorse dalle acque ghiacciate ed è come se fossimo nel Gran canyon.

Quattro ponti

Quattro sono i ponti che segnano la storia di questo tratto del fiume. Alle pendici di Monte Castellaccio, nei pressi di Paternò e Schettino, vi sono i resti del Ponte Romano di Pietralunga; a Troina si trovano il Ponte Maccarrone e il Ponte-Acquedotto Biscari, costruito nel XVIII secolo dal principe Ignazio Paternò-Castello. Nei territori che collegano Adrano e Bronte si trovano il Ponte dei Saraceni e il  Ponte medievale detto della Cantera.

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Il Ponte dei Saraceni è stato inserito nel 2015 tra i ponti più belli di Italia e uno tra i più resistenti, nonostante la forza del Simeto lo sferzi da secoli. Fonte foto: www.flickr.com

Ponte dei Saraceni

E’ uno dei ponti più belli e meglio conservati, resiste infatti da più di mille anni alle sollecitazioni non indifferenti del Simeto. È incerto se sia stato ricostruito su un precedente romano dai Saraceni o dai Normanni. Il ponte, in pietra, in realtà non è saraceno ma un misto di diverse opere costruttive. La struttura venne restaurata utilizzando manodopera araba, che sovrappose alla struttura romana la tipica architettura islamica. Il ponte faceva parte di un importante asse di collegamento tra  Troina, prima capitale del regno di Ruggero I di Altavilla, e di Catania. Faceva parte di una delle «viae frumentariae». Alla fine del ‘700, tale via viene declassata a semplice sentiero e perse la sua funzione di unico raccordo tra le città. Come ci dicono diverse fonti antiche, rappresentava l’autostrada Palermo – Catania del tempo. Nel 2015 un’indagine giornalistica lo inserì tra i trenta ponti più belli d’Italia. 

Architetture naturali

Il fascino di una natura antica è visibile dalle architetture naturali che si vengono a formare. Da una parte, Messina con i monti Nebrodi e i loro sedimenti. Dall’altra, Catania con l’Etna e la sua pietra lavica. Percorrendo il sentiero, si resta affascinati da questa separazione che in alcuni tratti è particolarmente netta. Il Ponte dei Saraceni divide l’Etna dai Nebrodi ed ha scavato dei profondi canyon nella pietra lavica. Esso segna anche il confine tra due mondi geologici diversi. Qui nascone le forre vulcaniche.

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Le Forre laviche sono delle gole scavate dal fiume Simeto lungo il basalto formatosi dopo delle eruzioni dell’Etna nella zona di Adrano e in alcuni punti superano a stento i due metri di altezza. Sulle forre si erge il Ponte dei Saraceni. Foto: Michelle Recupero

Le Forre vulcaniche

Le Forre laviche sono delle gole scavate dal fiume Simeto lungo il basalto formatosi dopo delle eruzioni dell’Etna nella zona di Adrano e in alcuni punti superano a stento i due metri di altezza. Qui il Simeto s’incanala in una gola di lave antichissime (secondo alcuni antecedenti alla formazione dell’attuale Etna). Risalendo il fiume a destra o a sinistra del ponte (quando il livello dell’acqua lo permette) è possibile raggiungere alcune cascatelle ed un laghetto inseriti in un paesaggio affascinante. Lungo il fiume si può trovare di tutto e di più, anche una spiaggetta fra le rocce, un incavo naturale che permette di bagnarsi e prendere il sole in modo riservato e piacevole.

Parte dell’acqua che defluisce dalle Forre Laviche serve per alimentare una centrale idroelettrica dell’Enel.

Un sito Unico

Il fragore dell’acqua, le bellissime forme scavate dal fiume (tra cui le “Marmitte dei Giganti“, così chiamate perchè ricordano vagamente delle enormi pentole) e il Ponte dei Saraceni rendono questo posto non meno affascinante delle celebrate gole dell’Alcantara.

La stagione migliore per questo sentiero è sicuramente la primavera, sia per la quantità d’acqua presente nel fiume che per i meravigliosi profumi che sentirete nel bosco.

Esplorate con cautela questo sito, camminando tra le rocce vulcaniche di conformazione basaltica risalenti tra 200.000 e 100.000 anni fa.
Bellissimi i paesaggi che si aprirono agli occhi, tratti anche immersi nella tipica macchia mediterranea.

Come raggiungere il sito

Le forre laviche del Simeto si trovano in una riserva naturale facilmente raggiungibile dal centro di Adrano, seguendo le indicazioni per il Ponte dei Saraceni. L’area si trova in posizione seminascosta e si raggiunge, dopo aver lasciato la provinciale, imboccando una stradella che scende al fondo di un piccolo canyon. Purtroppo il posto è lasciato all’incuria, alla sporcizia.
Un luogo che reca tanta storia e ci deve aiutare a riscoprire questo ricco territorio.

Foto copertina Resortdell’etna

Ponte dei Saraceni: incontro fra Etna e Simeto ultima modifica: 2019-03-12T09:22:38+01:00 da SABRINA PORTALE

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