Lunga circa 2000 ettari la Riserva dell’Oasi del fiume Simeto, rappresenta un vero e proprio polmone di ossigeno per la città di Catania. Comprende anche la zona della foce del fiume Gornalunga. Non lontana dalla Piana della stessa città siciliana, nasconde varie curiosità e misteri che si tramandano di generazioni in generazioni.
Un pò di storia
Prima di essere una riserva, l’area interessata non era altro che palude. Una zona lacustre che si estendeva a sud della città di Catania e che comprendeva anche il lago di Gornalunga, il lago Gurnazza e le Salatelle. Negli anni 50 fu ridisegnata e attraversata dal Ponte primo Sole e sfruttata sempre più dall’uomo. La riserva naturale del fiume Simeto fu istituita nel 1974 grazie a Wendy Hennesy Mazza della Lipu. Acronimo di Lega italiana protezione uccelli, si battè per la creazione dell’oasi e combattere lo sfruttamento edilizio feroce in quelle zone.
Effettivamente, sono tirate giù molte abitazioni estive, lasciando così spazio alle “case” degli uccelli che nidificano in quella zona. Nel 1984 divenne riserva della regione Sicilia.
Nei pressi della foce del Simeto vicina a Catania, oltre che in alcune parti del litorale ibleo, si trova il tesoro delle spiagge siciliane e catanesi per eccellenza: l’ambra del Simeto.
Quali attività si possono fare?
All’interno della riserva occorre tenere un comportamento adeguato alla bellezza del posto e del rispetto degli animali che la popolano. Cosa fare allora:
Il bird watching è l’attività principale. Tra le varietà di uccelli che frequentano la zona è possibile vedere il cavaliere d’Italia, il combattente, l’oca selvatica, la pavoncella, gli aironi, i cormorani, le cicogne e gli immancabili gabbiani.
Le escursioni sono organizzate anche per gruppi o per scolaresche. E’ infatti predisposto un sentiero lungo tutto l’argine del fiume. Si possono così fotografare e ammirare diverse specie di piane ed animali.
La pesca è concessa solo con canna e senza alcun tipo di veicolo a motore o a strascico. Si possono trovare le carpe d’acqua dolce e pesci d’acqua salata.
Spesso nelle mattinate si vedono anche i pescatori di telline, dette anche cozze bianche, tipiche delle zone sabbiose.
E’ possibile anche dedicarsi allo snorkeling con l’unico scopo di guardare la varietà di pesci e piante presenti all’interno dell’area. Anche la tartaruga Caretta caretta ha depositato le sue uova qualche volta.
In estate la splendida spiaggia è presa d’assalto anche dai turisti. Non è raro vedere persone che fanno tranquillamente il bagno. Attenzione però, è estremamente vietato montare tende o accamparsi.
Il mistero del cavallo di Quinziano!
Il fiume Simeto è anche fonte di mistero legato alla morte della padrona di Catania. Sant’Agata, durante la persecuzione cristiana, fu torturata ed uccisa ad opera di Quinziano. Quando la piccola Santa morì, ci fu un violento terremoto. Il suo carnefice scappò via. Durante l’attraversamento del fiume però, morì annegato insieme al suo cavallo. Leggenda vuole, che durante le notti dei festeggiamenti Agatini, si senta ancora il nitrire del cavallo di Quinziano. Sempre secondo tradizione, nel silenzio dell’oasi, si può sentire in quei giorni, anche la sua voce implorare la giovane martire. Storia e fede hanno fatto il resto.
La riserva naturale del fiume Simeto è comunque un luogo di pace, dove la natura gode del massimo rispetto ed è meta di molti turisti provenienti da tutto il mondo.
Fonte foto di copertina: fanpage Oasi del Simeto