Peppa 'a Cannunera, eroina leggendaria della citta di Catania

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PERSONAGGI

Peppa ‘a cannunera, eroina della città

Peppa 'a Cannunera

Passata alla storia come l’eroina del Risorgimento Peppa ‘a cannunera, degne di nota sono la vita e le imprese di Giuseppa Bolognara Calcagno. Al di là dei lunghi dibattiti che si potrebbero tenere a tema Risorgimento (come andarono le cose, quali furono le reali perdite e molto altro ancora), la figura che vogliamo ricordare oggi ci piace citarla ponendola al di là di queste annose questioni e lodarla piuttosto per intraprendenza e furbizia.

Come tutti i personaggi vissuti ormai oltre un secolo fa, la figura di Peppa resta al confine tra realtà e leggenda, rendendo difficile ai lettori comprendere dove cominci una e finisca l’altra. Causa, anche in questo caso, la molteplicità e poca oggettività delle fonti.

Lo sbarco dei Mille

Lo sbarco dei Mille a Marsala in un’illustrazione (fonte: https://goo.gl/ujgmzv)

L’antefatto: lo sbarco dei Mille nel 1860

Peppa ‘a cannunera nasce, in realtà, a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1826 (vent’anni dopo, invece, secondo altre fonti). Bolognara e Calcagno sono i cognomi che le derivano dalla nutrice che l’ebbe in custodia dopo che i genitori l’abbandonarono, destinandola a un’infanzia in orfanotrofio. Catania divenne, poi, la sua città d’adozione. Lavorava come serva per un oste e, non proprio esempio di virtù per l’epoca, intratteneva una relazione con un uomo più giovane. Sarebbe proprio questo giovane Vanni la causa del suo coinvolgimento nei moti rivoluzionari.
Nel suo passato travagliato, pare non mancarono neanche le malattie: alcuni la ricordano con il viso segnato dal vaiolo.

Arriviamo così al 1860. Il 31 maggio, mentre le truppe garibaldine si fanno strada verso Palermo, Catania insorge contro i Borboni. A guidare neanche un migliaio di catanesi contro circa duemila soldati reali è il colonnello Giuseppe Poulet. Gli scontri si protrarranno per circa sette ore, con grande coraggio da parte degli insorti.

Gli scontri del 31 maggio

Gli insorti, a loro insaputa, hanno però un asso nella manica: Peppa.

Unitasi ai rivoltosi, li aiutò a trasportare e installare nell’atrio del Palazzo Tornabene all’Ogninella un cannone precedentemente nascosto. Mentre gli scontri imperversavano per le vie, Peppa fece aprire il portone e sparò un colpo che colse di sorpresa i napoletani, costringendoli a riparare. Nella ritirata, però, le truppe si lasciarono alle spalle un altro pezzo d’artiglieria. Nonostante gli incessanti colpi di archibugio, con l’aiuto di una fune e altri insorti Peppa si impossessa del cannone nemico.

PalazzoTtornabene

Dall’atrio di Palazzo Tornabene, Peppa ‘a Cannunera sparò costringendo i napoletani alla ritirata

Passa del tempo, la resistenza s’indebolisce e i rinforsi di Nicola Fabrizi tardano ad arrivare. Verso mezzogiorno, allora, la cavalleria tenta un altro assalto agli insorti, cercando di aggirarli.
Peppa ‘a cannunera è ancora lì. Insieme ad un gruppo di popolani e trascinando il cannone di cui si era impadronita, si piazza sul parterre di Palazzo Biscari alla Marina per rispondere ai copi della nave da guerra che cannoneggia la sua città.

Peppa ‘a cannunera, eroina del Risorgimento

Le cartucce stanno per finire, gli insorti perdono terreno. Molti fuggono e lasciano sola Peppa, minacciata nella sua postazione da due squadre di lancieri provenienti dal Duomo.

Ma ecco il colpo di scena, o forse meglio dire di genio. Peppa a Cannunera inganna la cavalleria: spruzza sulla punta del suo cannone un po’ di polvere da sparo e le dà fuoco, dando l’impressione che il colpo avesse fatto cilecca. Allora la carica avanza per travolgerla, sicuri che il cannone fosse scarico, ma Peppa resta al suo posto, al momento giusto, spara gli ultimi colpi e fa strage di nemici.

L’epilogo dei fatti

Nonostante l’intervento di questa donna straordinaria, la giornata di lotta non avrà n buon esito per i ribelli, che saranno colpiti da tre giorni di dura repressione. Il cannone di Peppa viene messo in salvo a Mascalucia; Vanni, il suo amante, perderà invece la vita. L’arrivo delle truppe di Garibaldi a Milazzo, infine, convincerà le truppe borboniche a lasciare la città.

Giuseppa rimarrà ancora insieme ai rivoltosi come vivandiera. Tornò in battaglia, invece, durante le lotte per liberare Siracusa dal dominio borbonico. Da quel momento in poi, Peppa dismesse gli abiti femminili per non indossarli mai più. Cessate le insurrezioni venne decorata con la Medaglia d’argento al valor militare, aggiudicandosi una pensione dallo Stato (finita, però, in mano agli usurai).
Morì probabilmente a cinquantanove anni, dopo esser tornata, secondo alcune fonti, nel messinese.

Il suo cannone è oggi conservato presso il Museo Civico di Catania. La sua memoria sopravvive anche nel nome di una strada della città: via Peppa ‘ a Cannunera, eroina del 1860.

Peppa ‘a cannunera, eroina della città ultima modifica: 2019-11-27T08:35:00+01:00 da Natasha Puglisi

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