La stagione invernale favorisce l’introspezione, il guardarsi dentro. Un periodo adeguato per organizzare momenti di aggregazione e convivialità. Il Comitato Antico Corso è teso in queste settimane a ciò, tra attività ricreative e tradizioni.
Un’occasione, come quella del Festival del Disegno 2021, per manifestare la creatività, sia per i più grandi che per i piccini. Concetta Rovere, artista e scenografa, ha seguito chi ha voluto partecipare, incoraggiando a realizzare ciò che parte da se stessi. Un insieme di incontri, tenutisi tra novembre e dicembre ogni sabato pomeriggio (quello di giorno 18 è stato l’ultimo, come saluto e scambio di auguri). .
Laboratorio di disegno a cura di Concetta Rovere
Ad ogni appuntamento si è portato avanti un tema da disegnare. A novembre i partecipanti hanno rappresentato il periodo autunnale, tra alberi foglie, cieli, paesaggi. Altro tema proposto è il volto, come conoscenza di sé soprattutto per i piccini. Ne consegue il ritratto calligrafico: sul volto rappresentato si scrivono storie e imnpressioni, in modo da emergere l’emotività.
Un laboratorio in cui si è incoraggiato non solo il disegno a matita, pure altre espressioni artistiche quali il collage e la cartapesta. Riguardo quest’ultimo si adopera, come base per la creazione, il fil di ferro. Se ne bloccano gli spuntoni e poi si procede con la lavorazione della cartapesta, pure per maschere e burattini. Contesti di creatività presso la sede del Comitato, la cui atmosfera e il talento di Concetta hanno incoraggiato l’espressione artistica, partorendo così emozioni e sensazioni.
Momenti di convivialità: la preparazione della marmellata di arance
Il Comitato Antico Corso, come già riscontrato con la presentazione di un libro peculiare, mediante le sue iniziative richiama sempre la tradizione popolare. La realizzazione della marmellata di arance ne costituisce un esempio. Elvira Tomarchio, una delle colonne portanti del Comitato, conosce tutti i dettagli rispetto a questo procedimento.
Le arance sono a km zero, vengono degli alberelli del Bastione degli Infetti.
Si comincia con l’estrarre la parte interna dell’arancia, ricavandone il succo, insieme a semi e pellicina, la quale riveste gli spicchi. In seguito si mettono le bucce in acqua in modo da rimuovere la parte amara dell’albedo, cioè l’interno di queste, nonché mesocarpo (parte intermedia) dell’arancia.
Così nasce la marmellata
Si fa bollire il materiale ricavato dall’estrazione (semi e polpa), così da ottenere succo e pectina. Quest’ultima è un amido complesso, sulla superficie della frutta, ottimo addensante per la marmellata.
Dopo si procede con la fase di setaccio, consistente nell’eliminazione dei semi. Avviene una seconda ebollizione con un po’ d’acqua in più, in modo da diluire il liquido. Si aggiungono le bucce tagliate, ottenendo così una miscela che costituirà la marmellata. A tale miscela si aggiungono zucchero, chiodi di garaofano o spezie varie. La marmellata si serve nei barattoli.
Momenti di convivialità: cosa si ricava da queste attività
L’arancia è un esperidio, cioè un frutto carnoso; è pure tendente ad essere una modificazione della bacca. Tale nome deriva dalla leggenda delle Esperidi. Ecco l’importanza, pure mitologica, di questo straordinario agrume, identitario per la Sicilia. I momenti di convivialità all’Antico Corso sono organizzati, oltre che per il piacere di stare assieme, per imparare qualcosa. Conoscenze che, pure per il lungo periodo, possono essere utili. Si rievocano vari aspetti: recupero dei prodotti della terra, creatività, origini, tradizioni siciliane, autofinanziamento per il Comitato, giocosità col laboratorio di disegno.
La preparazione della marmellata descritta risale al tempo degli Spagnoli nella nostra isola. E’ più conosciuta in Inghilterra che nella Trinacria. Il suo corrispettivo inglese, infatti, è marmelade e non jam. L’intero quartiere auspica, per i mesi prossimi, altri momenti di convivialità per farlo rivivere. Ci si è salutati, con l’augurio di buone feste, con l’intento di organizzare altre occasioni di condivisione per l’anno nuovo. Una via di fuga rispetto alla spersonalizzazione della città, che vuole gli individui vivere condizioni più alienanti che partecipanti.