Comitato Popolare Antico Corso: un impegno civile-politico – itCatania

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COMITATI QUARTIERI

Comitato Popolare Antico Corso: un impegno civile-politico

Comitato

La crisi della rappresentanza partitica nell’ultimo trentennio ha portato i/le cittadini/e a nuove forme di partecipazione politica. L’intento è fare in modo che tutta la società civile si facesse portatrice di varie esigenze. In tutta Italia si sono così costituiti comitati che portano avanti diverse battaglie. Anche Catania, già a partire dagli anni ’90, è coinvolta nel fenomeno. Tra queste realtà catanesi vale la pena ricordare il Comitato Popolare Antico Corso, a sostegno del suddetto quartiere.

Bastione degli Infetti, luogo recuperato grazie all'attivismo del Comitato Popolare Antico Corso
Bastione degli Infetti, luogo di attività politico-culturali

Cenni storici e caratteristiche del Comitato Popolare Antico Corso

Il Comitato nasce nel dicembre 2000 con la volontà di portare avanti diversi obiettivi. Anzitutto il recupero del quartiere come centro storico. E’ risaputo che l’Antico Corso sia uno dei più caratteristici della città quanto a memoria storica. Il Comitato Popolare Antico Corso inoltre è nato come riferimento alle istanze varie di cittadini/e (aumento affitti, locazioni non rinnovate, ripristino alcune aree). Esso agisce per il recupero di beni alla collettività, come il caso del Bastione degli Infetti. Questo è un ampio spazio verde della città rimasto chiuso per molto tempo. Attraverso una convenzione con l’IPAB Marianna Macrì il Bastione è nuovamente fruibile per la collettività. Da qualche anno infatti questo spazio verde è il centro di molte iniziative culturali. Condizione che si è incrementata visti i tempi di distanziamento sociale.

Il Comitato vuol far rendere vivibile il quartiere Antico Corso, sia col miglioramento dei servizi sociali che con la valorizzazione del centro storico. Contro ogni forma di speculazione edilizia, di sfratti rigidi. Ci si oppone energicamente al divario centro-periferia, forbice che tende ad allargarsi sempre più. Negli anni varie alleanze ci sono state per raggiungere questi obiettivi. Tra queste va ricordata quella col Comitato Babilonia. La partecipazione politica è avvenuta sempre con modalità non estreme, in equità tra uomini e donne. Petizioni, lettere pubbliche, volantinaggi, conferenze stampa, ricorsi legali, rapporti scientifici l’hanno caratterizzata. A tale repertorio si aggiungono cortei, assemblee di denuncia, azioni simboliche, portate avanti sia da professionisti che dalla classe medio-bassa. Il Comitato Popolare Antico Corso ha voluto sempre richiamare l’attenzione mediatica, come atto di sensibilizzazione verso tutta la cittadinanza catanese.

Esempio di campagna di protesta attuata dal Comitato

Una delle rivendicazioni di cui vanno fieri gli attivisti del Comitato Antico Corso riguarda la campagna contro la realizzazione del Polo Universitario alla Purità. Già tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90 il Comune di Catania auspicava il recupero e la riqualificazione dell’Antico Corso. Si trattava tuttavia di un interesse apparente, poiché non erano state prese delle decisioni effettive. Nel 1998 l’Università di Catania chiese al Comune di poter intervenire nel quartiere per far emergere i rilievi del sito. Ma ben presto (anno 2000) si scoprì che le finalità di questo interesse da parte del mondo accademico erano altre. Si auspicava la creazione di un Polo Universitario per Giurisprudenza con due aule da 1200 posti. Il progetto avrebbe spazzato in via definitiva l’area archeologica alla Purità.

Iniziava così la protesta da parte del Comitato Popolare Antico Corso in complicità con l’ex CPO “Experia“. All’opposto si era costituita la condivisione di intenti tra Comune, Università e Sovrintendenza. Si costituì il “Comitato Popolare di Difesa Antico Corso”. Esso si opponeva alla ristrutturazione dell’ex Reclusorio della Purità, allo sgombero dell’Experia e alla chiusura della scuola media Manzoni. A ogni modo, il Comitato era sempre incline alla logica “dalla protesta alla proposta”. In altre parole, gli attivisti portavano avanti sempre delle alternative rispetto a ciò per cui ci si opponeva. Si auspicava, infatti, una maggior inclusione sociale, in vista anche dei fondi europei che erano disponibili.

Scavi archeologici alla Purità, per cui il Comitato Popolare Antico Corso si è battuto
Foto procurata sugli scavi archeologici alla Purità

Ragioni e svolta della campagna portata avanti dal Comitato

La realizzazione del Polo Didattico sarebbe risultata nefasta per diverse ragioni. Essa avrebbe appesantito l’assetto urbanistico e ambientale dell’Antico Corso, con un aumento notevole del traffico. Il progetto dell’Università era quindi considerato illegale, pericoloso, inopportuno e anche una beffa per gli abitanti del quartiere. Essi infatti avrebbero visto un peggioramento nella quotidianità. Nonostante tutte queste dimostrazioni, la Sovrintendenza continuava a parlare di “allarmismo ingiustificato”. Il Comitato dichiarava tutte le inadempienze di Comune e Soprintendenza nel non voler sospendere i lavori.

Dopo varie mobilitazioni, campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza catanese, nel maggio 2001 il sindaco firmò la sospensione del lavori alla Purità. E’ stata una grande vittoria, ma ancora gli scavi archeologici restano chiusi. Potrebbero essere invece fruibili per la collettività. Il Comitato e la sua campagna di protesta qui descritti sono un esempio limpido di come la cittadinanza, se davvero lo vuole, può riuscire a rivendicare i suoi diritti. Modo calzante per andare oltre la mentalità provinciale secondo cui la responsabilità civile a nulla porti.

Comitato Popolare Antico Corso: un impegno civile-politico ultima modifica: 2021-01-27T07:48:54+01:00 da Angela Strano

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