Mappa botanica dell’Etna, un patrimonio complessivo di 1.055 specie. Camomilla, betulla e altre meraviglie per un’isola verde dentro l’Isola. La ricerca, condotta da Saverio Sciandrello insieme ai docenti dell’ateneo catanese Gianpietro Giusso Del Galdo e Pietro Minissale, evidenzia la distribuzione della flora spontanea. Individua le aree ad alta intensità delle specie endemiche. Fornisce un confronto con altri territori mediterranei e dispone, inoltre, di un elenco floristico dell’Etna.
Mappa botanica dell’Etna: la prima del vulcano
Lo studio del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università degli Studi di Catania è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale PeerJ. L’articolo, con titolo Vascular plant species diversity of Mt. Etna (Sicily): endemicity, insularity and spatial patterns along the altitudinal gradient of the highest active volcano in Europe, aggiorna le passate conoscenze. La ricerca ha sovrapposto i dati raccolti negli ultimi vent’anni. Ha chiarito la distribuzione floristica spontanea lungo il gradiente altitudinale e ha inoltre identificato le aree di maggiore densità di specie endemiche esclusive.
Il territorio vulcanico ospita un patrimonio complessivo di 1.055 specie di cui 92 endemiche. La ricerca, infatti, è importantissima proprio perché per la prima volta censisce con dovizia le endemiche. Tra queste, ben 29 sono esclusive dell’Etna; 27 sono presenti in tutta la Sicilia e le restanti 36 si trovano anche nell’Italia meridionale.
«La massima diversità floristica generale si riscontra intorno agli 800-1.000 metri di altitudine dove coesistono specie di clima più caldo e altre di clima freddo, mentre gli endemismi esclusivi si localizzano prevalentemente sopra i 1.500 di quota e tra i 2.000 e i 3.000 metri di altitudine sono praticamente le sole specie presenti – spiegano così i ricercatori -.
La parte più alta è caratterizzata da peculiari condizioni climatiche e dalla continua rigenerazione dei suoli per la caduta di ceneri e lapilli vulcanici. Tra le specie endemiche più facilmente osservabili si ricordano, Anthemis aetnensis, Astragalus siculus, dalla straordinaria forma emisferica pungente, Betula etnensis specie arrivata qui in periodi climatici più freddi e differenziatasi nel suo isolamento etneo, Rumex aetnensis, Senecio aethnensis».
Una ricerca a servizio della comunità scientifica e delle istituzioni
La mappa botanica dell’Etna e in particolare quella inerente le aree ad alta densità di specie endemiche rappresenta una ricerca quanto mai innovativa. Uno strumento per la comunità scientifica, per le istituzioni, per la gestione e la salvaguardia del patrimonio floristico endemico dell’Etna. La flora endemica di alta montagna esclusiva dell’Etna, come spiegano i ricercatori, è giovane. Si localizza, infatti, su un vulcano che ha raggiunto notevoli altezze soltanto negli ultimi 100mila anni circa.
Queste aree sono localizzate in corrispondenza delle fasce bioclimatiche Oromediterranea (1800-2400 metri) e Crio-Mediterranea (2400-2800 metri). Le specie, in queste cinture, hanno una distribuzione irregolare, con preferenza per la porzione Est del vulcano. La zona, difatti, corrisponde a una delle zone più attive del vulcano per la ricaduta di cenere vulcanica. Questa zona, ancora, annovera anche i substrati vulcanici d’alta quota più antichi che delimitano la depressione della Valle del Bove.