Daniela Rocca, attrice dimenticata del cinema italiano

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PERSONAGGI STORIE

Daniela Rocca, attrice dimenticata del cinema italiano

Daniela Rocca, un'attrice dimenticata Fonte Facebook

Daniela Rocca, un’attrice dimenticata Fonte Facebook

Una donna il cui sogno è stato avanzare con la settima arte. Una figura femminile confinata nell’oblio a causa di vicissitudini negative. Daniela Rocca è stata un’attrice degli anni ’50 e ’60 dalle grandi potenzialità ma che, per via di condizioni avverse, non è riuscita a manifestare completamente.

Riferimenti di vita

Daniela Rocca nasce ad Acireale il 12 settembre 1937; a sedici anni vince il concorso di Miss Catania. Dopodiché la giovanissima si trasferisce a Roma e lavora come modella. Daniela ha sempre guardato al mondo dello spettacolo come il riscatto socio-economico, una visione molto comune nel contesto post bellico, caratterizzato da numerose difficoltà. L’attore Saro Urzì conosce l’aspirante attrice e questo costituisce un canale per inserirsi gradualmente nel mondo del cinema, dopo aver superato alcuni provini. Inizia così a recitare in alcune piccole parti; interpretazioni di maggior rilievo sono state Giuditta e Oloferne e La battaglia di Maratona, entrambe del 1959.

Il celeberrimo film Divorzio all’italiana del 1961 è stato la svolta per Daniela Rocca. I psanni di Rosalia Cefalù la fanno conoscere in misura decisiva nella galassia del grande schermo. La prima volta in cui l’attrice incarna un personaggio non per la sua bellezza fisica ma per via del talento recitativo. Un’interpretazione che le porta ampio riconoscimento come star internazionale, ottenendo la candidatura come miglior attrice straniera al British Academy Film Awards. Inizia pure la relazione sentimentale col regista di Divorzio all’italiana Pietro Germi la quale diverrà travagliata.

Daniela Rocca in Divorzio all'italiana
Daniela Rocca in una scena del film Divorzio all’italiana Fonte Facebook

Daniela Rocca, il declino dopo l’ascesa

La donna ha cercato di mantenere e continuare la sua carriera cinematografica con ambiziosi progetti e soprattutto senza scendere a compromessi. Ma il mondo cinematografico è spietato; produttori e registi iniziano a dimenticarsi di lei. Pietro Germi ha teso sempre a ravvederla e a farla disilludere nel continuare quella strada. Daniela vedeva questo come un atteggiamento possessivo da parte del regista. Ha cercato da sola di girare e produrre il film Il peso del corpo, senza alcuna risposta da parte del mondo esterno e rimettendo parecchio denaro. La relazione con Germi finisce e lei attraversa un periodo lungo di crisi psichiche che diverranno sempre più acute. Un esaurimento nervoso da cui non si riprenderà. Le pellicole più importanti a cui partecipa sono L’attico (1962), di cui è protagonista, La noia (1963) e poi altre parti minori.

In seguito avviene il crollo psicologico tanto da finire nel 1967 in una casa di cura. L’ultima sua interpretazione è nel docu-film La macchina cinema (1977) di Marco Bellocchio. Una pellicola in cui emergono i lati oscuri del mondo dietro il grande schermo, vissuti sulla pelle di Daniela Rocca. Il declino psichico, manifestatosi pure a livello fisico, dell’ormai ex attrice continua inesorabile, tanto da finire in una casa di riposo. La donna trova una via di fuga, un sollievo, dedicandosi alla poesia. Circola la voce che per un periodo ha lavorato in un negozio di parrucchieri a Roma. Daniela muore il 29 maggio 1995 in una casa di riposo a Milo, a 57 anni, oramai annichilita dall’esistenza.

Una sensibilità particolare scomoda

Un’attrice cinematografica talentuosa che non ha portato dispiegare la sua attitudine. Il temperamento di Daniela Rocca era completamente incompatibile con la realtà dietro la cinepresa. Il cinema italiano degli anni ’60 è stato florido e di un certo spessore, ma non si conosce ciò che è accaduto dietro le quinte. Un contesto strutturato al maschile per cui il più delle volte una donna fatica ad emergere se non si attiene a certi parametri. Molto spesso chi voleva divenire attrice doveva essere scortata da conoscenze maschili o, ancor peggio, scendere a compromessi con uomini senza scrupoli. Daniela Rocca, con la sua sensibilità, non riusciva a reggere tutto ciò. Particolarmente ella non si atteneva ad essere una donna compiacente e remissiva come auspicato dal mondo cinematografico.

Una realtà squallida descritta pure nel film Io la conoscevo bene (1965) di Antonio Pietrangeli. Anche l’attrice Dorian Gray, presente in diversi film con Totò, ha avvertito l’insostenibilità di tutto ciò, tanto da ritirarsi dalla carriera cinematografica. La triste vicenda di Daniela Rocca riflette come il patriarcato si riversa in tutti gli aspetti della vita e pone difficoltà alle donne. Una struttura sociale organizzata al maschile, tutto appannaggio degli uomini, portando ostacoli alle donne per la loro realizzazione personale. Un’attrice di cui mantenere la memoria sia per il suo talento rimasto inesplorato sia per la sua vita difficile.

Daniela Rocca, attrice dimenticata del cinema italiano ultima modifica: 2023-08-11T20:44:07+02:00 da Angela Strano

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