Un evento unico, in cui si è esposto ciò che è stata e ancora continua ad essere la politica delle donne. Un’occasione di confronto sull’emancipazione femminile e il percorso che ha caratterizzato questo. Basta lacrime: storia politica di una femminista 1995-2020 è un libro scritto da Alessandra Bocchetti. La presentazione del testo ha trovato luogo lo scorso sabato pomeriggio presso la libreria Cavallotto di Corso Sicilia.
Le relatrici dell’incontro
Anna Cavallotto ha introdotto la presentazione, indicando che la sua libreria ha trovato sempre gestione con figure femminili nell’ambito di una famiglia. Inizia ad intervenire Josè Calabrò presidente dell’associazione Fare Stormo con sede a Misterbianco. Il fotografo e viaggiatore Nuccio Guarnera ha collaborato con questa realtà. Così vari scatti di donne di diverse etnie hanno trovato esposizione nel corso dell’evento. Josè Calabrò afferma che le libreria costituiscono una fonte importante per le donne, sia per conoscere per esprimersi come ha fatto Alessandra in Basta lacrime. La donna sostiene che il femminismo contiene una carica rivoluzionaria capace di sovvertire gli schemi rigidi e tradizionali. Alessandra Bocchetti ne è stata un’importante rappresentatrice. Editorialista, scrittrice, regista, ha fondato insieme ad altre donne il centro culturale Virginia Woolf; ha scritto libri per diverse case editrici.
Diario di una femminista è un libro in cui Alessandra racconta il suo percorso politico dal 1995 al 2020, con costante riferimento all’emancipazione femminile degli anni ’70. Un testo che contiene appunti di convegni, riflessioni sugli avvenimenti storico-politici, lettere a donne femministe. Alessandra si rivolge ad esse con molto affetto.
Un libro che tende a scuotere le donne ad incoraggiarle, ad incoraggiarle a far affiorare la forza in loro. Si riconosce e comprende la debolezza, per poi attraversala e superarla. Un testo scritto da una femminista della complessità, che vede l’annullamento degli stereotipi. Si evidenzia l’ordine patriarcale delle guerre, cui occorre che le donne capovolgono, a partire da un atteggiamento egoico che prevale nella società. Ci si riferisce alla Carta delle donne, la quale è stata determinante per la loro partecipazione politica. Uno sguardo pure verso il femminicidio, che costituisce l’apice delle violenza maschile verso le donne, cui occorre rigettare la logica patriarcale che la determina; da qui anche il titolo del libro.
Basta lacrime: voci di donne
Giovanna Crivelli dell’UDI si interroga sulla violenza politica della storia passata e futura. Ogni femminista storica presenta un bagaglio politico di decenni; ciascuna ha teso al confronto, all’amicizia con le altre. La letteratura delle donne ha dato voce alla condizione di marginalità in cui esse si sono ritrovate per molto tempo. Maria Messina è stata una scrittrice che ha evidenziato la condizione delle donne dell’entroterra siciliano. Esse, nei suoi romanzi, si comportano donnescamente, ovvero adoperano delle strategie per sopperire alla mancanza di risorse, soprattutto economiche, per emanciparsi. Il femminismo costituisce un movimento in assoluta evoluzione, a livello planetario. Il testo smonta l’identificazione della donna con la fragilità, nonché alcuni aspetti correlati a quest’associazione, come il Telefono Rosa. La parola, nella sua complessità e unicità, è fondamentale per esprimersi, quindi occorre annullare ogni scrupolo nella comunicazione verbale.
Anna Di Salvo, della Città Felice, ricorda il coordinamento per l’autodeterminazione femminile. Ella è portavoce di una realtà che quest’anno compie 30 anni, caratterizzata dalla politica delle relazioni, col riconoscimento del valore di ciascuna. La forza femminile emerge nei luoghi e contesti frequentati dalle donne, perché esprimono tutta la loro essenza. Un aspetto evidenziato da Alessandra Bocchetti, come pure la difficoltà nel gestire la politica della donne e l’importanza della critica costruttiva. In Basta lacrime l’autrice alterna la scrittura del diario con documenti, articoli, incontri vari; ella non risparmia contestazioni verso molte figure istituzionali. Riferimenti pure a Simone Weil, con la sua concezione del pensiero, e alla genealogia femminile. Alessandra definisce il percorso della libertà femminile luminoso, poiché porta le donne a conoscere se stesse in misura autentica. Inoltre nella differenza sessuale tra uomini e donne può avvenire il dialogo, se si smontano le sovrastrutture di potere.
Basta lacrime: le parole dell’autrice
Nel corso della presentazione, tra un intervento e l’altro delle relatrici, c’è stata la lettura di alcune parti del testo a cura di Dina Palmeri. Elisa Rasà ha accompagnato questo suonando il pianoforte.
Alessandra Bocchetti afferma che il primo passo che una donna deve compiere verso la forza è rigettare l’autocommiserazione. La vittimizzazione va contro le donne perché offusca il loro potenziale. Spesso i condizionamenti sono talmente radicati che esse non reagiscono e continuano a subire il potere. La libertà femminile, infatti, costituisce una pratica che sposta le donne, prima a fianco degli uomini, adesso di fronte. Questo porta a guardarsi nell’interezza, ad una nuova amicizia fra uomini e donne. Ma la conoscenza del potenziale femminile e l’andare fuori dal prescritto può avvenire solo tra donne che si raccontano in termini di emozioni, difficoltà, vissuto. Il separatismo, la rottura radicale col mondo maschile, è stato un passaggio doloroso e necessario. Tutto ciò affinché le donne siano consapevoli del loro potenziale, immenso e a stretto contatto con l’umanità.
Altro tema trattato in Basta lacrime è il rapporto madre-figlia, non sempre idilliaco ma sanabile. Nonostante una struttura sociale organizzata al maschile, le donne ancora sorreggono l’economia. Quindi affiora la necessità di rendere il mondo più appannaggio del sesso femminile. Ciò richiede la convergenza delle donne e la mediazione femminista, necessaria per accettare la necessità di ciascuna. Basta lacrime è un libro che scuote chi lo legge. L’intento è invogliare ogni donna a conoscere se stessa e scardinare i retaggi patriarcali, pure quelli più radicati. Per protendere a ciò è fondamentale l’interazione con le proprie simili, fatta di reciprocità, affetto, confronto.