Un momento, quello dello scorso 24 giugno, volto a conoscere i luoghi tanto storici quanto semidimenticati di un quartiere. Un addentrarsi lungo gli angoli più caratteristici di Catania e scoprirvi la bellezza passata e presente. La passeggiata a Cibali, organizzata da Free People Sport Group, è stata un’occasione di condivisione rispetto all’identità del quartiere.
Il percorso intrapreso con la passeggiata a Cibali
L’appuntamento ha avuto luogo nel pomeriggio con partenza a piazza Spedini. Il percorso ha toccato via Cantone, via Cristaldi, via dei Gelsi Bianchi. Qui si trova la casa vacanze Pietralavica stayinct. Francesco e Gaia hanno deciso di reinventarsi facendo ristrutturare un vecchio edificio, prima adibito a saponificio, lungo i vicoli di Cibali. Si è cercato di mantenere la struttura esistente. Un rinnovamento non solo interno, anche esterno: la casa vacanze è ricca di colori e attorno ad essa vi sono dei murales. Francesco e Gaia credono nel cambiamento partendo dal luogo in cui si è radicati. Entrambi sostengono fortemente il loro progetti, poiché parte da un contesto in cui è necessario protendere alla bellezza per originare armonia. A fianco di Pietralavica stayinct, si è tenuta un’estemporanea di Salvatore Viscuso. Un momento di espansione della dimensione creativa, con il coinvolgimento di due ragazzine nel produrre arte.
La passeggiata a Cibali prosegue verso via Chiomata, in cui c’era una bottega volta alla riparazione di pianoforti, via Torrente. Quest’ultima assume tale denominazione perché vicina al fiume Longane, il quale attraversa sottoterra parte del quartiere. Ancora via Strano, in cui si trova la Sala Teatro Ridotto. Essa nasce nel 2012, dove prima c’era un antico forno. Una piccola sala teatrale ma confortevole ed elegante voluta dall’attrice Mara Di Mauro. Qui si rappresentano spettacoli, ma avvengono anche prove, serate di cabaret, atti unici o cortometraggi teatrali. Si giunge nuovamente verso via Cantone, poi in piazza Bonadies (cuore di Cibali), con la frescura dei suoi alberi, un parco giochi e una stele ricordante l’eruzione del 1669. Con questo evento catastrofico inizia la storia moderna del quartiere.
Visita alla chiesa Madonna delle Grazie, identitaria per il rione, di fronte la piazza e, adiacente a questa, il lavatoio. Per molto tempo esso è stato una grande risorsa per gli/le abitanti di Cibali. La costruzione dell’acquedotto rende l’acqua potabile, che scorre dalle fontane di piazza Bonadies, gradevole da bere.
Riferimenti storici sul rione
I primi insediamenti urbani risalgono al X secolo a.C., con l’arrivo dei Siculi e dei loro pascoli. Il luogo assume il nome Cibali a partire dagli inizi del ‘600, con ancora poche abitazioni sparse. Nel 1625 inizia un processo di canalizzazione idrica, poiché la zona è ricca d’acqua. L’acquedotto dei Benedettini, costruito tra il 1664 e il 1649, ha rifornito d’acqua Catania dalla Timpa della Leucatia fino al monastero di San Nicolò l’Arena. Un progetto per rendere fiorente Cibali, favorendo così le attività economiche. Ma, in seguito, il quartiere, come il resto della città, ha dovuto attraversare pesanti calamità. Anzitutto, a seguito dell’eruzione dell’Etna del 1669, giungono a Cibali profughi provenienti da Misterbianco e Nicolosi, poiché le loro abitazioni sono rimaste distrutte. Le persone trasferitesi a Cibali si sono reinventate, avviando numerose attività artigianali.
La ricchezza idrica ha portato la costruzione di un lavatoio pubblico, attraversato dalle acque del fiume Lognina. Le donne hanno portato la tradizione delle lavandaie di Cifali, identitaria per il rione. Altro evento catastrofico è stato il terremoto del 1693, con danni pesantissimi lungo la Sicilia sud-orientale. Anche Cibali ne ha risentito duramente, con la distruzione pure della chiesa Madonna delle Grazie, fatta erigere dal vescovo Michelangelo Bonadies. Grazie a questa figura gli/le abitanti di Cibali hanno potuto attingere alla sorgente del fiume Lognina. La piazza più importante della borgata è intitolata a lui, ad ovest del lavatoio. Dopo il terremoto, per qualche tempo le lezioni universitarie si sono tenute in dei capannoni negli orti di Cibali.
Il XIX secolo è stato altrettanto duro. Prima il terremoto del 1818, con la distruzione di molti edifici ma senza vittime. Poi il ciclone del 1884 proveniente da Misterbianco, ancora la varie epidemie di colera. In questo caso molti/e catanesi del centro storico hanno trovato rifugio a Cibali per sfuggire ai contagi.
Un trekking urbano ricco di peculiarità
Nel corso del Novecento, invece, il quartiere ha visto una ripresa e un’espansione. Agli inizi del secolo era ancora una borgata rurale; la classe facoltosa catanese vi ha fatto edificare delle ville in stile Liberty. La costruzione della linea tramviaria Piazza Duomo-Piazza Bonadies, collegante il quartiere col centro storico, ha portato l’incremento demografico e l’ampliamento edilizio. Agli anni ’30 risale la costruzione dello Stadio Massimino. Un momento difficile è corrisposto coi bombardamenti del ’43, con una seconda distruzione della chiesa Madonna delle Grazie. Ma nel secondo dopoguerra Cibali vede un consistente sviluppo urbanistico tanto da rientrare nel cuore di Catania e non più in periferia.
Cibali appartiene alla quarta municipalità; a livello amministrativo ha visto una contrazione. Ad esempio, il lavatoio ha trovato accorpamento con la municipalità, la terza, di Borgo-Sanzio. Una sorta di spaccatura; tuttavia i luoghi del quartiere incarnano la sua storia, sia nei periodi bui sia in quelli fiorenti. Un vissuto storico che rimane, è trascritto e non si può cancellare. La passeggiata a Cibali lo ricorda, affinché i/le catanesi conoscano la bellezza della loro città e non si limitano a vedere solo il negativo.