La fiera dei morti è un evento importantissimo a Catania.
Infatti, la Festa dei morti in Sicilia è una delle ricorrenze più importanti e fra le più sentite. Istituita attorno al X secolo, si celebra il 2 novembre per commemorare i defunti. Si narra che anticamente, nella notte tra l’1 e 2 novembre, i defunti tornassero a fare visita ai cari portando ai bambini dolci e doni. Entrambi, nei giorni precedenti facevano bella mostra di sé nelle bancarelle delle tradizionali fiere che si svolgono in molte parti della Sicilia, sin dal medioevo. I bambini, la notte del 31 ottobre, recitavano questi versi: “Armi santi, armi santi, sugnu unu e vuatri síti tanti: Mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai, cosi di morti mittitimìnni assai.” Il mese di novembre è sempre stato tradizionalmente un periodo ricco di fiere, si sancivano il riposo dal lavoro e la fine delle semine per affrontare l’inverno. E’ anche il mese dedicato alle visite al Cimitero dei cari estinti. In Sicilia e in Messico, il culto dei morti viene celebrato in questa maniera particolare: una festa macabra si carica di alti e altri contenuti.
La fiera dei morti a Catania
Il Mercatino dei Morti si allestisce ogni anno, attirando sempre molti visitatori. Negli anni ha cambiato più volte location e sicuramente è cambiata anche la merce esposta. E’ da sempre un appuntamento imperdibile per ogni catanese. Qui si trovano: abbigliamento, calzature, prodotti per la casa, oggetti artigianali, ogni tipo di leccornie e food (dolci tipici come nzuddi, rame di Napoli, Totò, ossa dei morti e castagne arrostite). Da qualche anno, accanto alla fiera c’è un luna park. Numerosi gli stand riservati ai prodotti tipici, soprattutto di artigianato ed enogastronomia, caratteri ravvisabili anche nei mercati cittadini. Un tempo giungevano a Catania espositori da tutta Italia con la loro merce pregiata e limitata. Alla fiera dei morti si tentava di cogliere l’occasione, comprando a buon prezzo, merce introvabile di qualità.
Fiera dei Morti 2019 nell’ex mercato ortofrutticolo di San Giuseppe La Rena
L’ex mercato ortofrutticolo di San Giuseppe la Rena ospiterà l’edizione 2019 della Fiera dei Morti, negli anni precedenti allestita nell’area “Fontanarossa” , vicina al parcheggio Amt.
L’area mercatale di San Giuseppe la Rena, con ingresso da via Forcile, è stata sistemata adeguatamente per ospitare l’evento, arrivato alla settantanovesima edizione, che si terrà dal 26 ottobre al 3 novembre dalle 9,00 alle 0,30.
Altre location storiche
L’allestimento della fiera dei morti è un evento che si tiene da anni e appartiene alla nostra tradizione. Tante sono state le location che si sono succedute nell’ospitare questa manifestazione così amata. Ecco le più care nei ricordi dei catanesi: tra gli anni Sessanta e Settanta, presso Piazza Mazzini, a pochi metri da Piazza Duomo. Anche Piazza Vittorio Emanuele, lungo via Umberto, aveva ospitato le bancarelle e per tutti era “a chiazza de motti”. La fiera, negli anni Ottanta, si teneva prima al porto, poi all’interno del Giardino Bellini, dove le luci risplendevano tra il verde e le splendide architetture. Negli anni Novanta un ulteriore spostamento: ad accogliere le bancarelle fu l’area antistante il litorale della playa. Nel 2009 la fiera è stata allestita nel parcheggio scambiatore Santa Sofia. Ultimamente si è preferito trasferire tutto nella zona dell’aeroporto, divenuta però inadatta ad ospitare un evento del genere.
La fiera dei giocattoli
Gran parte delle tradizioni legate ai “Morti”, sono scomparse. Nei ricordi di tanti piccoli, diventati ormai adulti, la fiera dei morti rimarrà il regno dei dolci e dei giocattoli. I bambini aspettavano ardentemente questa festa che conquistava occhi e palati. I genitori compravano giocattoli e dolci e li nascondevano, dicendo ai propri piccoli di aspettare la mattina dell’1 novembre: durante la notte i cari estinti avrebbero nascosto i regali. Partiva poi la caccia al tesoro. Tra i giocattoli più richiesti dai bambini figuravano: piste, soldatini, strumenti musicali, pattini a rotelle, modellini di macchinine. C’erano anche fucili e pistole con le famosissime caps (piccole capsuline, zincate o in plastica, dal botto rafforzato). (Fonte: Santo Privitera – La Sicilia, 1.11.2012). Per le bambine c’erano Barbie, bambolotti, peluche e culle. Molto oggi si è perso nello spirito. Tra gli stand manca quella merce ricercata, si trovano le stesse cose presenti in ogni mercatino rionale italiano, salvo qualche eccezione.
La fiera dei morti edizione 2019
Oltre 200 saranno gli stand tra cui aggirarsi, dalle 9 alle 24. Saranno inoltre allestiti spettacoli e intrattenimenti vari, all’interno dell’area mercatale di San Giuseppe La Rena. Presente anche una grande area “Food” attrezzata con tavoli e sedie, dove le famiglie possono gustare le specialità gastronomiche siciliane e di altre regioni. Per alcuni, andare alla fiera dei morti è una consuetudine; da alcuni è stato eletto uno dei “regni della catanesità” .
Anche quest’anno l’amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione Kids Trip, ha allestito in piazza Università, per il 2 novembre dalle 10 alle 13, la manifestazione “Notte di zucchero, festa di morti, pupi e grattugie“, al fine di trasmettere alle nuove generazioni l’attaccamento alle nostre tradizioni con laboratori, attività, reading, artisti di strada e video contributi dedicati ai bambini.
Recuperare e valorizzare il culto dei morti
Negli ultimi anni è montata una polemica negativa con l’avvento di Halloween. Di sicuro è sbagliato creare una sorta di sincretismo fra le due celebrazioni. L’una non deve sovrapporsi all’altra. Le zucche non ci appartengono, la nostra festa dei morti affonda nelle tradizioni storiche della civiltà dell’uomo del Mediterraneo, basta pensare al culto romano dei Lari e Penati. A differenza di altre regioni italiane, qui da noi, il giorno dei morti viene vissuto non come un giorno di commemorazione ma come una vera e propria festa, con valori e usi da recuperare e trasmettere alle nuove generazioni.
fonti: https://www.mimmorapisarda.it/
foto copertina: La Sicilia.it
Si ringraziano: Giuseppe Costanzo, Sebastiano Anastasi, Massimo Gagliano.