La politica del desiderio, il partire da sé delle donne

itCatania

CULTURA EVENTI STORIE

La politica del desiderio, il partire da sé delle donne

La politica del desiderio, evento svoltosi lo scorso 28 ottobre ph Angela Strano

La politica del desiderio, evento svoltosi lo scorso 28 ottobre ph Angela Strano

Un’occasione in cui diverse relatrici hanno parlato del percorso verso la libertà femminile. La politica del desiderio è un libro scritto da Lia Cigarini, femminista storica in Italia, la cui presentazione ha avuto luogo lo scorso sabato presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali. Un tavolo di donne che si confrontano.

Chi ha voluto l’evento

La Città Felice, nucleo della politica delle donne a Catania, ha organizzato l’incontro, in occasione dei 30 anni di esistenza del gruppo femminile. Una realtà catanese che concepisce la relazione tra donne un atto politico, che fa affiorare il potenziale femminile, dispiegandolo per contribuire a creare bellezza nei luoghi vissuti. La politica del desiderio è proprio un testo incentrato su questa pratica. Come spiega Giulia Caruso, che ha introdotto e moderato l’incontro, Lia Cigarini, adesso 84enne, è pilastro del femminismo italiano, i cui scritti sono raccolti nel volume presentato. Dottoranda del DSPS, Giulia afferma la necessità di continuare a mettere in pratica trattati da Lia. Le donne della Città Felice che si sono espresse sono Anna Di Slavo, Giusi Milazzo, Mirella Clausi, Nunzia Scandurra.

Interviene Pinella Di Gregorio, direttrice del Dipartimento, nonché professoressa ordinaria di Storia Contemporanea, affermando anzitutto che il femminismo anni ’60-’70 costituisce una pietra miliare per la storia delle donne. Partire da sé significa comprendere il proprio vissuto e confrontarlo con le altre donne attraverso l’autocoscienza. Le donne tendono al meglio: non si tratta di omologarsi al percorso maschile, ma di attuare la politica del desiderio. Quando si giunge alla contrattazione tra donne, vuol dire che esse riescono a gestire e mantenere il loro potenziale senza rivalità. Occorre passare dal concetto di differenza a quello di libertà.

Voci di donne

Anna Di Salvo riconosce che il libro di Lia Cigarini è un’antologia della politica delle donne, che consta di due parti. La prima, pubblicata in precedenza, concerne gli scritti dal 1974 al 1994; la seconda, inedita, dal 1994 al 2020. Col femminismo le donne portano un cambio di paradigma, si rendono conto del loro sentire, quindi protendono ad una felicità possibile. La politica del desiderio spiega come le donne possono partire da sé, attraverso l’autocoscienza, l’importanza del linguaggio sessuato, revisione del rapporto con gli uomini. Essa determina cambiamenti sia concreti sia simbolici. Anna si riferisce alla pratica artistica portata avanti dalla Città Felice, attraverso cui le donne esprimono desideri e sentimenti. Ella ricorda pure la politica legata alla differenza sessuale sostenuta dal gruppo. Ancora alle donne, pure lavorando, grava la mole delle mansioni domestiche, poiché la società è strutturata il rapporto alle esigenze maschili.

Stefania Mazzone, professoressa ordinaria di Storia del pensiero politico, sostiene che tra i vari femminismi vi sono pratiche simili. Poiché le nuove generazioni non conoscono l’autocoscienza, né la politica del desiderio, il libro di Lia interviene partendo da oggi, il cui lessico è rivolto alle giovani che partono da sé. Le donne come portatrici di desideri corporei, piuttosto che detentrici di virtù salvifiche. Affinché emerga la consapevolezza delle proprie aspirazioni, occorre recuperare il rapporto con la madre simbolica. Stefania si riferisce pure al capitale che cerca di rendere il desiderio profitto, sfruttandolo col lavoro femminile. La stanza di tessitura costituisce una reinterpretazione del mito di Penelope. Le donne si confrontano, vanno oltre le istanze maschili e si preparano assieme nel mondo.

La politica del desiderio, le parole dell'autrice
Lia Cigarini, femminista storica, durante il suo intervento ph Angela Strano

La politica del desiderio: le parole dell’autrice

Lia Cigarini afferma che la politica delle donne ha determinano il cambio di civiltà, smontando lo stato di cose esistenti di stampo patriarcale, ad esempio la guerra coi suoi disastri. La separazione dal maschile, iniziata nel 1968, è stata fondamentale affinché le donne potevano comprendere il loro desiderio. Passaggi importanti sono avvenuti rispetto alla libertà femminile, come il riconoscimento del lavoro delle donne, soprattutto quello di cura. Lia esorta a cambiare atteggiamento verso gli uomini, come il gruppo Maschile plurale, che hanno praticato l’autocoscienza e sono più consapevoli. L’autrice pone una distinzione tra politica e pratica politica. La teoria efficace deriva da una pratica attuata, messa in parola con l’autocoscienza. Esiste un unico femminismo, con varie posizioni.

Laura Colombo, della Libreria delle donne di Milano, riconosce che il cambio di civiltà resta un concetto vuoto se le donne non cambiano il rapporto con gli uomini. Il libro è una sorta di romanzo di formazione, adatto ai/le giovani che cercano la propria dimensione. Esso inoltre dà senso allo stare al mondo. La libertà femminile è occasione di espansione della propria esistenza, aspetto assaporato dalle storiche femministe. Non si tratta di uccidere il padre, ma di sottrarsi al suo maschile e tendere alle madri simboliche per mettersi in discussione. I vari movimenti considerano il loro tempo, infiammano e poi si spengono; è necessario che ciascuno/a viva quelli del suo periodo. Gli attuali movimenti presentano l’ansia definitoria, negazione della libertà di sé.

Locandina che ha presentato l'incontro
Locandina de La politica del desiderio Fonte Facebook

Altre considerazioni portate da La politica del desiderio

Mirella Clausi sostiene che il libro di Lia costituisce uno stimolo di riflessione. Il cambio di civiltà, portato da donne e uomini consapevoli, subisce ostacoli poiché il patriarcato implode sempre più, con l’aumento di femminicidi e guerre. Gli uomini che ancora non hanno smontato i retaggi patriarcali hanno difficoltà a concepire la politica delle donne universale, non si mettono in discussione. Teresa Consoli, professoressa ordinaria di Sociologia giuridica, indica che il testo consente di ripensarsi, di riflettere sulla propria storia personale, di capire come restare nel mondo. Ancora oggi vi è uno stato sociale sempre più scarno per le politiche neoliberiste; soprattutto esso non tiene conto dei desideri delle donne. Esse, con le loro conquiste, hanno teso alla rivincita; occorre rinominare e mantenere quanto sono riuscite ad ottenere.

Secondo Giusi Milazzo l’incontro è stato una conversazione con discorsi connessi tra loro. Non basta la presenza delle donne nella vita pubblica, è necessaria la manutenzione della vita, possibile continuando le relazioni. Riferimento allo slogan “Vogliamo il pane, ma anche le rose”, portato dalle operaie come Anna LoPizzo nelle loro lotte; indica che occorre conciliare il lavoro coi proprio desideri. In ultimo Nunzia Scandurra, avvocata, la quale denota come considerare il femminile nell’ambito giuridico è complesso. Con la differenza sessuale le donne possono colmare le lacune della legge. Nunzia ricorda come la Città Felice si è costituita parte civile nel processo contro il santone Capuana, artefice di abusi sessuali.

La politica del desiderio è stato un incontro molto denso, ricco di stimoli. Un incoraggiamento per capire se stesse, le proprie esigenze che portano dall’essenza e metterle in atto nel confronto con altre donne.

La politica del desiderio, il partire da sé delle donne ultima modifica: 2023-11-04T10:30:40+01:00 da Angela Strano

Commenti

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Promuovi la tua azienda in Italia e nel Mondo
To Top
0
Would love your thoughts, please comment.x