Il restauro del chiostro del convento di Santa Maria di Gesù

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Il restauro del chiostro del convento di Santa Maria di Gesù

Il Chiostro del convento di santa Maria di Gesù venne costruito nel 1700

Partiranno a breve i lavori di restauro del bellissimo e suggestivo chiostro del convento della parrocchia di Santa Maria di Gesù a Catania e in particolare degli affreschi gravemente deteriorati dalle intemperie, dal tempo e dalla mano umana.

Al via i lavori di restauro del chiostro del convento di Santa Maria di Gesù

Il progetto di restauro del meraviglioso chiostro del convento di Santa Maria di Gesù, chiesa storica di Catania, e soprattutto dei suoi affreschi è finalmente divenuto realtà grazie all’impegno e dedizione dei frati minori francescani che in questi anni hanno reso la realtà parrocchiale fra le più vive o operose della città.

Il chiostro è stato l’anima di incontri, iniziative, festival, conferenze, mostre organizzati per far avvicinare i cittadini catanesi a questo luogo pregno di sacralità e storia.

L’intervento di recupero è stato finanziato dalla Regione Sicilia e realizzato sotto la guida della Soprintendenza per i Beni culturali di Catania. I lavori, dopo l’annuncio di gennaio, cominceranno a breve e riporteranno all’originario splendore il ciclo di affreschi, una chicca da aggiungere ai tanti tesori della città.

La vista dall'alto del bellissimo chiostro del convento di Santa Maria di Gesù
La vista dall’alto della facciata della chiesa e del bellissimo chiostro del convento di Santa Maria di Gesù; fonte foto pagina facebook Chiostro Santa Maria di Gesù

L’intervento prevede il prefissaggio e il fissaggio della pellicola pittorica, il consolidamento, la pulitura, l’eliminazione della ridipintura, la stuccatura e la reintegrazione pittorica. Impiegati circa 59 mila euro. I lavori, a cura della ditta Cilia di Vittoria, si dovrebbero concludere entro novanta giorni.

Alla consegna dei lavori erano presenti il presidente della Regione Sicilia, il commissario straordinario della Città metropolitana e del Comune, la sovrintendente ai Beni culturali, il parroco della chiesa Santa Maria di Gesù, il dirigente scolastico del contiguo Istituto tecnico industriale statale Archimede.

Il chiostro del convento di Santa Maria di Gesù

Esso nacque in seguito al rovinoso crollo della chiesa originaria del 1400, avvenuto a causa del terremoto del 1693. L’edificio fu ricostruito nei primi del 1700 con l’annesso chiostro, abbellito in seguito dagli affreschi.

Il chiostro è fra i più belli presenti a Catania e l’unico con affreschi. Esso ha una struttura quadrangolare con arcate sormontate da finestre. La pavimentazione presentava mattonelle in cotto. Da qui è visibile anche il campanile con stilemi tardo rinascimentali e decorazione a tarsie bianche e nere.

Originariamente i chiostri erano due: uno più piccolo, scomparso, l’altro più grande che coincide con quello attuale. Al centro vie era una fontana in marmo di Carrara con un pesce da cui guizzava l’acqua, opera del Gagini, poi demolita. Testimonianza di ciò la troviamo nella “Storia di Catania” del 1829 del Ferrara.

Con le leggi eversive del 1866, lo Stato cacciò i frati per utilizzare la struttura secondo le proprie esigenze consegnandola al Comune di Catania. Il terreno con l’edificio religioso divenne proprietà di Francesco Sofia. Il nuovo proprietario progettò l’edificazione dell’Istituto tecnico-industriale Archimede, opera dell’architetto Francesco Fichera. Una parte del convento venne demolita. Nel progetto originario dovevano essere demoliti anche convento e chiostro, risparmiati perchè nel 1911, la struttura veniva usata come ospizio per i malati di mente.

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Alcuni degli affreschi del chiostro gravemente danneggiati e in via di restauro; foto di S. Portale

L’istituto venne costruito appoggiandosi letteralmente a una parte del convento, quella di via Ipogeo che ospitava gli orti e alcune camere dei frati. Gradualmente il chiostro fu trasformato in officina meccanica, e infine rivendicato come cortile scolastico.

Il contenzioso con l’Istituto Archimede

La coesistenza delle due realtà è alla base del degrado, incuria del chiostro e dei suoi affreschi. La scuola coprì con cemento l’intera pavimentazione in cotto, e trasformò la struttura in un capannone industriale dove eseguire gli esperimenti. I corridoi divennero depositi di carbon fossile, di bombole di ossigeno per le saldature. Alcune stanze furono usate come falegnameria.

Gli affreschi che appartenevano al lato dell’istituto vennero totalmente ricoperti da calce bianca. Le pareti vennero forate per inserire delle strutture che resero lo spazio una vera e propria fucina. All’interno del chiostro furono inseriti anche due grossi fumaioli con carbon fossile. Tutto questo fino al 1986. La Sovrintendenza venne allertata della presenza di importanti affreschi e invitò il dirigente dell’istituto a intervenire.

Quando i frati rientrarono in possesso della chiesa e del convento cominciarono i problemi con l’Istituto. Il chiostro infatti, anche oggi, appartiene sia ai frati che alla scuola. I ragazzi scendono a far ricreazione, deturpano affreschi, vivono quegli spazi in maniera inadeguata. I danni più gravi agli affreschi derivano proprio dagli studenti. I frati hanno più volte sporto denuncia.

Si è venuta a creare una ingarbugliata situazione burocratica riguardante la proprietà e la destinazione d’uso.

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Il chiostro con gli affreschi sulla vita monacale di San Francesco, di altri santi e beati che sarà restaurato con un finanziamento di 59 mila euro.

Il ciclo di affreschi

Gli affreschi del chiostro possono essere considerati come una sorta di racconto per immagini, dei momenti salienti della vita di San Francesco. Si racconta anche la storia del convento, la storia di santi e beati ma non solo. Il tutto in circa 29 clipei. Secondo le fonti sarebbero opera di un pittore anonimo di formazione romana, probabilmente un frate che abitava e viveva quotidianamente quel luogo. La datazione oscilla fra la fine del XVIII e XIX secolo. Successivamente altre mani avrebbero operato all’interno del chiostro, anch’esse rimangono anonime.

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Gli affreschi del chiostro di Santa Maria di Gesù raccontano la storia del convento; foto di S. Portale

Come già detto, buona parte degli affreschi presenta danni poiché vennero ricoperti dalla calce e rovinati dai vapori e dai fori. Nel 1992 si ebbe la loro scoperta sotto le inalbature. Si scoprì anche che il chiostro era interamente affrescato. I primi restauri iniziarono nel 1993, interrotti per mancanza di fondi.

I protagonisti degli affreschi

In tutto vi sono 36 clipei dei quali solo 29 recano personaggi e riferimenti ancora leggibili e identificabili attraverso le iscrizioni didascaliche. 

L’ala prospicente Piazza Santa Maria di Gesù reca le pitture più antiche e meglio conservate, perché di proprietà dei frati. Il macrotema delle pitture riguarda la vita dell’ordine francescano. Abbiamo il corridoio dedicato a S. Francesco, il corridoio dedicato alla vita dei santi e beati, quello dedicato ai martiri ed infine quello delle clarisse.

In particolare il corridoio o lato ovest dove è presente un accesso in chiesa e l’accesso al convento presenta le figure nitide di San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio da Padova, San Buonaventura, San Bernardino da Siena, assieme ad altri. Il ciclo si conclude da questo lato con una lunetta che accoglie la raffigurazione della Sacra Famiglia. Il lato nord est presenta pitture dedicate ai santi e beati molto danneggiate e mutile di figure e didascalie. Questi sono gli affreschi che hanno subito i maggiori danni dovuti alla calce bianca, al fumo del carbone, ai fori, alle picconature. L’unico affresco nitido è quello che presenta il martirio di Sant’Agata. Si prosegue col lato sud est e le pitture dedicate ai martiri. Anche qui mancano didascalie ed effigi. Notevoli i danni sulle superfici fra cui fori, scritte, simboli, raschiature.

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Gli affreschi sono opera dei monaci che abitavano e vivevano abitualmente il convento e il chiostro; foto: pagina facebook Chiostro Santa Maria di Gesù

Il lato sud ovest presenta gli affreschi dedicati alle Clarisse. Si distinguono le figure di Santa Elisabetta, Santa Rosa di Viterbo, Santa Margherita da Cortona, Santa Caterina da Bologna. Particolari sono anche delle figure che gli storici hanno interpretato come quelle della regina Eleonora d’Angiò per la presenza della corona riposta sul tavolo, chiaro riferimento al suo abbracciare la vita claustrale dopo la morte del marito.

Un ciclo importantissimo per conoscere aspetti spesso sottaciuti.

Gli affreschi restaurati

Santa Maria di Gesù è una delle chiese di Catania più preziose per le opere che contiene. Gli affreschi, una volta ristrutturati e consegnati saranno parte integrante del patrimonio pittorico della collettività e della città di Catania; come visto esso ci danno informazioni sulla storia anche della Sicilia.

I frati, assieme ai fedeli e a tutti gli assistiti, lanciano un appello alle istituzioni, affinché il chiostro possa essere loro affidato e usato per far conoscere, vivere e fruire la bellezza di questo luogo rinato. 

fonte: pagina facebook Chiostro Santa Maria di Gesù- Catania

Il restauro del chiostro del convento di Santa Maria di Gesù ultima modifica: 2022-09-20T08:52:15+02:00 da SABRINA PORTALE

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