Angela La Rosa: la ceramica come espressione della parola

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ARTE ARTIGIANATO

Angela La Rosa: la ceramica come espressione della parola

Stand di Angela la Rosa in occasione dell'esposizione Arts and Crafts ph Angela Strano

Stand di Angela la Rosa in occasione dell’esposizione Arts and Crafts ph Angela Strano

Una tecnica così versatile, quale la ceramica, da cui si crea bellezza. L’abilità di chi realizza manufatti suscita poi piacere e curiosità al momento dell’osservazione. Angela La Rosa è una donna catanese che ha reso la ceramica su pietra lavica canale di comunicazione.

Origini di un percorso artistico-creativo

Angela La Rosa all’Università ha seguito gli studi classico-umanistici. Ha sempre creduto nella valenza della parola, strumento che distingue gli esseri umani rispetto alle loro potenzialità. La comunicazione verbale infatti, se ben adoperata, produce risultati straordinari, porta all’estensione dell’energia vitale. Angela inoltre è sempre stata affascinata dall’arte in tutti i suoi significati. Così, nella sua produzione, parola e arte convergono e hanno strutturato un ricco percorso creativo. La donna frequenta diversi corsi e stage, nonché conosce botteghe di lavorazione della ceramica. Determinante l’incontro con Barbaro Messina da cui apprende la ceramizzazione su pietra lavica. Una lavorazione artigianale che poi ha definito il suo stile.

Angela La Rosa: le sue creazioni

Ogni prodotto, per la sua realizzazione, segue un procedimento specifico, quello della ceramizzazione della pietra lavica. Un iter portato avanti da decenni da Barbaro Messina ed è soprattutto identitario per la zona etnea, sia per il materiale adoperato sia per le varie fasi. Si estrae la pietra lavica dal fondo della colata, in quanto supporto del futuro manufatto e si inizia a modellarla. Dopo Angela fa tagliare il materiale, divenuto una lastra, in modo da assumere la forma voluta. In seguito, nel suo laboratorio si occupa di cospargere sulla pietra lavica lo strato di smalto, dallo spessore di 3 mm. Richiede un’asciugatura di almeno dodici ore.

Una fase indispensabile poiché funge da rivestimento per ciò che avviene in quella successiva. Si tratta della decorazione, o ceramizzazione, in cui si dipinge come si ritiene più consono. Angela applica la pittura a mano nei manufatti. In ultimo avviene la cottura della pietra lavica, fusa assieme a rame ed ottone a 930 °C. Occorre circa un giorno affinché il manufatto, in pietra lavica smaltata e ceramizzata, sia pronto. Il materiale lavico trova fusione pure con legno e vetro, segno che l’artigianato può risultare una continua sperimentazione.

Angela La Rosa realizza sia monili, come collane e orecchini, sia oggetti per la casa, come tazze, vassoi, lampade, salvadanai, bicchieri, portafiori. Trovano produzione pure i complementi d’arredo, quali lampadari, vasi, calamite, quadri, portacenere, suppellettili varie.

Collezione di Angela La Rosa chiamata "L'isola che non c'è", sul sogno
Collezione “L’isola che non c’è”, insieme a dei monili, rievocante il mondo onirico ph Angela Strano

Significati delle creazioni

Poiché per Angela La Rosa la parola acquisisce una data rilevanza, con la sua produzione vuol raccontare ciò che sente nella sua interiorità. Attraverso gli oggetti, immagini e storie varie trovano rappresentazione. Ogni creazione presenta il suo significato e assume un suo design. Molte realizzazioni richiamano il mare, elemento naturale che affascina tanto l’autrice e da cui coglie diversi significati. Vi sono le meduse, come lampadari, i quadri rappresentanti barche e pesci, disegno presente pure nei vassoi, tazze e bicchieri. Anche il rievocare il mare costituisce un omaggio alla Sicilia.

Si dispongono molte delle realizzazioni in collezioni, in rapporto al tema trattato. Vi sono busti femminili della collezione Ni una mas, manufatti di denuncia sociale contro la violenza sulle donne. Trovano rappresentazione, infatti, donne senza i tratti di volto, ad indicare che la violenza sessista avvilisce l’identità di chi la subisce. La collezione L’isola che non c’è consiste in un insieme di portacenere a mo’ di isolotto. Esso rievoca il mondo onirico e tutto ciò che è sedimentato nell’inconscio, il quale affiora proprio col sogno. Angela La Rosa, con la sua abilità da artigiana valorizza la pietra lavica, comunicando il principio che essa è una risorsa, non una minaccia. Un omaggio a Madre Natura, quindi, con ciò che rende fruibile, nello specifico il territorio etneo.

La donna è parte dell’associazione Delfare, ha partecipato e contribuito all’organizzazione della recentissima mostra Arts and Crafts. Ha esposto alla nona edizione della Land Art al Furlo, mostra tra i boschi che comunica il connubio tra arte e natura e l’armonia col creato. Angela si è proposta con l’installazione Livingstone in pietra lavica; la terra come fusione ed energia da cui parte ogni attività umana. Il nero che accoglie, ricrea e rigenera.

Angela La Rosa: la ceramica come espressione della parola ultima modifica: 2022-05-21T08:57:37+02:00 da Angela Strano

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