Trionfo dei catanesi sui libici. Una storia ammaliante. Una sirena dalla voce risonante di numerose armonie. Un lampo di genio che ridesta l’ascoltatore di meraviglia. Un racconto, una curiosità, una vicenda incredibile e affascinante. Catania, città dai mille volti, si racconta ancora una volta. Tesse fili e la matassa dipana per mostrare le sue trame. La storia e la curiosità del Trionfo dei catanesi sui libici, il meraviglioso dipinto di Giuseppe Sciuti e della burla di due fantasiosi falsari.
Trionfo dei catanesi sui libici: 1883
Il dipinto intitolato “Trionfo dei catanesi sui libici”, ultimato nel 1883 dal pittore Giuseppe Sciuti originario di Zafferana Etnea, costituisce lo splendido e storico sipario del Teatro Massimo Bellini di Catania. Il colossale dipinto, collocato su una superficie di 140 metri quadrati, venne commissionato da una giuria composta da due pittori e da cinque rappresentanti del Consiglio comunale di Catania. L’intento era quello di celebrare la gloria della città. Quale migliore occasione per poter rappresentare la sconfitta dei libici a vantaggio del popolo catanese? Giuseppe Sciuti non ebbe alcun problema nella realizzazione. Maestria e talento di certo non gli mancavano. Il pittore, in più, si era formato presso lo scenografo Giuseppe Distefano, abituato ai grandi formati.
Il Trionfo, date le dimensioni, fu dipinto in una grande sala di Palazzo Venezia a Roma messa a disposizione dall’ambasciatore austriaco presso la Santa Sede. Giuseppe Sciuti decise di dipingere i festeggiamenti in onore di quel successo catanese. Al centro del dipinto è raffigurato un carro con i vincitori trainato da quattro cavalli. Dietro al carro, inoltre, si intravede un prigioniero circondato dai combattenti in armi. Sulla destra, ancora, una nutrita schiera di sacerdoti osserva il corteo trionfale. Sullo sfondo, per finire, campeggia maestosa l’Etna innevata.
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Tutto è bene quel che finisce bene, o no? In questo caso la trama si aggroviglia, Catania svela un segreto e lascia attoniti gli astanti. La gloriosa vittoria del popolo catanese sull’esercito libico che aveva assediato la città etnea nel 2400 a. C. sotto il regno di Cocalo, antico re sicano, è frutto di uno scherzo. Una burla sapientemente preparata e magistralmente raccontata. Figlia della fantasia di Don Pietro Carrera e di Ottavio D’Arcangelo. Un mito così ben costruito da essere riportato nelle Memorie historiche della città di Catania. Un progetto così ben studiato da essere correlato da citazioni e grandi nomi. Così, per i due falsari, i catanesi sarebbero riusciti a fronteggiare l’attacco, a decimare e conquistare un invidiabile bottino di guerra.
Nel corso della loro lunghissima carriera, inoltre, avrebbero tentato di far risalire l’origine dello Stemma Civico di Catania che raffigura l’Elefante proprio a quell’episodio. Genio, orgoglio catanese o semplicemente un imbroglio? Chissà. Quel che è certo è che questa storia meritava e merita di essere raccontata e tramandata. I due erano riusciti a mettere in piedi una prolifica accademia di falsari operanti a Catania e ad Acireale, ma sapevate che Pietro Carrera fu uno dei più abili scacchisti? Questa, però, è un’altra storia e gli scacchi sono una cosa seria. «Lo star con gli occhi bassi su lo scachiere non solo non dà fatica ed affanno, ma cagiona sommo diletto il che se appar faticoso ad alcuno, e perciò essi biasimano il giuoco, come quello che travaglia l’intelletto, di lungo errano, imperoché il sollazzo e ‘l cibo della nostra mente è lo speculare»
Fonti e approfondimenti
Ludum Science Center Catania, articolo sul Trionfo catanese sui libici
Racconta Catania – Il Sipario del Teatro Massimo Bellini, sul sito asmundodigisira