Aragonesi a Catania: ecco dove riposano i re di Sicilia – itCatania

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STORIE

Aragonesi a Catania: ecco dove riposano i re di Sicilia

La Chiesa di San Francesco all'Immacolata, eretta per volere di Eleonora d'Angiò

Aragonesi: chiunque abbia studiato storia, sa già che regnarono in Sicilia tra i tanti susseguirsi di casati e dinastie. Forse è un po’ meno noto il fatto che, sotto la loro dominazione, Catania fu nominata capitale del Regno di Sicilia. E che le loro tombe, da sempre nella nostra città, sono tornate alla luce soltanto a metà del secolo scorso!

Aragonesi in Sicilia: una sintesi storica

Parlare della storia siciliana è pressoché impossibile: fin troppo complessa per gli stessi manuali atti allo scopo. Prima di parlare di quest’altra curiosità catanese, tuttavia, sarebbe necessario darle il suo giusto contesto storico. Quindi, andiamo di riassunto in stile “nelle puntate precedenti”.

Alla caduta dell’Impero Romano, l’isola cade in mano agli Ostrogoti di Teodorico il Grande. Seguono i bizantini, poi i musulmani nel IX secolo. Il 1071 è l’anno che vede l’arrivo dei Normanni, grazie ai quali Catania diventa sede arcivescovile. È la volta poi degli Svevi che, oltre ad erigere il Castello Ursino, doteranno la città d Catania di un assetto amministrativo rimasto in piedi fino al 1817.

La città, dopo esser stata una delle sedi della corte di Federico II di Svevia, passa insieme al resto del regno agli Angioini. Questi, per farla semplice, non furono di certo gentili con il popolo di Catania. Fortuna che durarono poco: nel 1282 passa al ramo cadetto della Corona d’Aragona, ed ecco entrare in campo i nostri eroi. Infatti, Costanza di Svevia, figlia di Mandredi, andò in sposa a Pietro III d’Aragona. Con Pietro al comando, e così fino a Martino I, Catania diventa capitale del Regno di Trinacria.

Che fine hanno fatto le tombe reali?

16 maggio 1952. Sul Giornale dell’Isola viene pubblicato un articolo di Guglielmo Policastro dal titolo “Vicende storiche e piccola cronaca dei sepolcri regali della Cattedrale”. Fino ad allora, infatti, non si aveva più traccia delle tombe dei re Aragonesi, che pure dovevano essere sepolti a Catania. A conferma di ciò, una relazione del 28 gennaio 1598 fatta a proposito della visita del monsignor Fabrizio Mandosio al Duomo e, quindi, alle tombe.

L’articolo attirò l’attenzione del professor Letterio De Gregorio, che si convinse che tali tombe dovessero essere ancora all’interno della Cattedrale. Precisamente, nelle pareti interne dell’abside centrale, tra il coro capitolare e gli stucchi.

Così era. Vennero infatti riportati alla luce non le tombe di generici membri della famiglia reale (come si supponeva in passato fossero lì collocate), ma dei reali per eccellenza. Nella parete di sinistra venne trovato il sarcofago della regina Costanza d’Aragona; a destra, il sarcofago di Federico II, contenente i resti di più membri della famiglia.

Come ci sono finiti lì? Erano già stati spostati nel 1597, per dei lavori di rinnovamento del presbiterio. Nel 1628, poi, la tragedia: forse per proteggerli dai nascenti sentimenti antispagnoli, i due sarcofagi vennero murati e ricoperti di stucchi. Per fare ciò, purtroppo, anche brutalmente danneggiati.

gli aragonesi a Catania

La parte mancante negli affreschi a destra e sinistra dell’abside corrisponde al punto di ubicazione delle tombe reali

Gli Aragonesi nella Cattedrale di Catania

Dal momento della loro “riscoperta”, le tombe reali sono state riposte in una cappella. Potrete visitare la Cappella Reale acquistando un biglietto unico (del costo di 2 euro) valido anche per la visita alla Sacrestia.

I due sarcofagi, per quanto compromessi dalle loro disavventure, restano comunque due bellissimi esempi d’arte. Nel grande sarcofago di Federico II riposano con lui altri parenti; tra questi, il nipote Ludovico e la pronipote Maria, regina di Sicilia. È un sarcofago antico, della tipologia “Sidamara”, risalente al II-III secolo d.C.; il coperchio, invece, è di altra lavorazione. Il sarcofago della regina, invece, è di fattura medievale. Sulla sommità vi è ritratta la sovrana – per quanto mal ridotta dai colpi di scalpello ai tempi della loro muratura – con ai piedi la corona e un cane; ai lati è visibile, invece, uno scorcio di Catania.

E così torna alla luce un pezzo di storia catanese, ma forse ancor più siciliana. La storia di quel XIV secolo (che vi consiglio di approfondire) in cui aleggia ancora nell’isola quel sentimento di ribellione e desiderio di libertà nati con la rivolta del Vespro.

Eleonora d’Angiò: un’ultima curiosità

La regina Eleonora d’Angiò era sposta di Federico III d’Aragona, e al marito sopravvisse di qualche anno. Rimasta vedova – e proprietaria di immensi feudi – si ritirerà nei propri territori, preferendo tra questi Belpasso. Ancora oggi c’è un ricordo del suo passaggio: la cosiddetta “Cisterna della Regina”, che la tradizione vuole da lei fatta edificare. Ma anche a Catania abbiamo una traccia del suo passaggio: la chiesa di San Francesco all’Immacolata. La regina, infatti, la fece costruire a partire dal 1329 per ringraziare la Madonna dello scampato pericolo causato da un’eruzione dell’Etna. Ed è lì infatti che Eleonora venne sepolta. Le notizie della sua tomba, però, si perdono in seguito al terremoto del 1693. C’è chi dice, comunque, si trovi ancora all’interno della sua chiesa. In ogni caso, i più curiosi potranno trovarvi, oltre che opere di notevole bellezza, una lapide che la commemora.

(nell’immagine di copertina, la Cisterna della Regina. Fonte foto: http://mapio.net/o/3041289/)

Aragonesi a Catania: ecco dove riposano i re di Sicilia ultima modifica: 2017-10-30T11:15:54+01:00 da Natasha Puglisi

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