Comune, writers e decoro urbano. È possibile una convivenza pacifica?

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Comune, writers e decoro urbano. È possibile una convivenza pacifica?

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Le correnti artistiche mutano nei secoli cambiando lo scenario delle città. Catania è stata influenzata da molte ideologie artistiche. Proveniente dalla cultura americana, il graffitismo è l’espressione basilare della street art. La coesistenza a Catania del movimento con il decoro urbano è incrinata da alcuni writers, più associabili a dei vandali, che deturpano l’arte anziché omaggiarla.

La città di Catania non è esente da segni di vandalismo sotto forma di graffiti o sketch. Il Comune ha reso noto l’impegno di pulizia straordinaria delle scritte sui muri nel centro storico. Pur utilizzando impropriamente il termine writers, si fa una netta distinzione nella comunicazione tra la street art locale (spesso supportata) e il vandalismo mediante spray: chi deturpa è un incivile.

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Lo squib è luogo simbolo della street art catanese. Le opere ricoprono l’intero muro perimetrale

Catania, il graffitismo e la street art

La street art si è insediata a Catania, che sia un semplice graffito in forma di tag (“firma” in arte del writers) o elaborato sketch (“bozzetto” dell’opera). A rigor di legge l’azione di un writers su proprietà pubbliche o private, senza consenso, è illegale. La street art locale nella sua forma più pura crea nuovi immaginari e continua a propagarsi. Bisogna scindere, in maniera assoluta, il movimento artistico dalle scritte sui muri create col solo intento nocivo.

Derivante dalla cultura hip-hop/americana, il graffitismo è “visibile” da decenni a Catania. Allo “Squibb” il susseguirsi e coprirsi dei graffiti sui muri hanno creato un’omogenea texture fantasiosa, rispetto al precedente grigiore. Il quartiere di San Berillo è da tempo zona franca per la street art con la presenza di molti stabili diroccati o inagibili. Vecchi e decrepiti muri diventano una tela bianca per il writer, che dà nuova vita al blocco di cemento. Spesso le azioni mirate su edifici abbandonati creano un’estetica migliore del degrado precedente.

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Opere di street art sui silos del porto di Catania, nate dal bando comunale

L’evoluzione della street art catanese: dai lavori nell’ombra ai bandi comunali

Nel bene o nel male i catanesi hanno abbracciato la cultura del graffitismo con l’utilizzo dello spray tra errori (mezzi di trasporto pubblici e palazzi-monumento barocchi e simili) e miglioramenti (muri di edifici abbandonati e degradati). Il Comune di Catania ha captato la crescente popolarità della street art in città, creando diversi i bandi comunali per aggiungere un tocco locale di quest’arte.

Una piccola coesione artistica a Catania c’è stata anni addietro con i murales temporanei lungo via Teatro Massimo. Il magnifico teatro catanese dedicato a Vincenzo Bellini faceva da sfondo ai blocchi in cui ogni writers poteva esprimersi. L’iniziativa fu molto apprezzata mostrando la possibile convivenza della street art con il decoro urbano, attraendo anche qualche turista. Esempio eclatante è il progetto nato dal bando del Comune di Catania per dare una nuova immagine ai silos del porto di Catania: da grandi cilindri con una tinta di ruggine a opere d’arte urbana dalla fantasiosa immaginazione.

Alcune iniziative non sono state fine a loro stesse. I murales-omaggio creati in piazza Lanza, piazzale Candido Cannavò o alla circonvallazione sono nati alla sinergia tra Comune e writers. Le opere offrono un’alternativa colorata ma soprattutto comunicano i messaggi di solidarietà, ricordo e omaggio a personaggi del passato: Candido Cannavò, Giuseppe Fava, Peppino Impastato, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per citarne alcuni.

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Molte sono le scritte sui muri presenti in via Crociferi

Graffiti, vandalismo e l’operazione comunale di pulizia straordinaria

Una nota del Comune di Catania comunica l’impegno straordinario mirato alla pulizia del centro storico da tag e graffiti vandalici, che deturpano facciate pubbliche e private anche artisticamente importanti. L’Amministrazione utilizza impropriamente il termine “writers”. Nella nota si specifica che l’accusa non è rivolta alla street art catanese, in quanto arte tesa a migliorare la città ma a colore che: «…firmano compulsivamente le facciate di case private ed edifici pubblici. Lasciano sigle incomprensibili, tag che marcano il territorio, azioni che nulla hanno a che spartire con l’intento estetico della street art».

Il piano di ripulitura coinvolge diverse squadre di operatori del Comune e della Multiservizi. L’operazione è rivolta al centro storico, spesso vittima d’imbrattamenti con spray, in particolare a via Crociferi. Le scritte (spesso sgrammaticate e indecifrabili) emergono anche in edifici appena restaurati (ricordiamo la scritta sul muro della segreteria studenti di piazza Vincenzo Bellini).

Sono evidenti gli imbrattamenti nel centro storico tra lo sguardo attonito dei turisti, i quali non comprendono la propensione al vandalismo su storici palazzi. Nello specifico la zona d’intervento del piano di ripulitura comprenderà via Crociferi, via Sangiuliano, piazza Mazzini, via Etnea e via Vittorio Emanuele. L’area d’azione è stata scelta in seguito al sopralluogo del sindaco di Catania Salvo Pogliese assieme ai tecnici comunali. Particolare attenzione è stata data ai luoghi patrimonio dell’Unesco.

Una risoluzione potrebbe già esistere ma bisogna agire

Edifici storici come quelli barocchi sono in pericolo a Catania. Il decoro urbano è intaccato da alcuni vandali che, camuffati da writers, imbrattano i muri della città, influenzandola negativamente. Il sindaco di Catania Salvo Pogliese punta il dito contro gli incivili, conferma l’impegno comunale e chiede soluzioni collaborative.

Il primo cittadino di Catania comunica: «Non ci arrendiamo all’adagio secondo cui ormai è inutile pulirli, perché troveremmo di nuovo i muri sporchi. Abbiamo il dovere di preservare i nostri tesori, dobbiamo curare la vita e gli spazi di una città in cui si registrano troppi episodi di disprezzo dei beni pubblici e di quelli altrui. Ai writers lancio un nuovo monito a non sporcare e semmai a proporre percorsi condivisi di street art, in cui esaltare le loro capacità e valorizzare un’arte che, invece, se finalizzata a imbrattare colpevolmente i muri, rimane solo un valore negativo da rimuovere».

Una soluzione nell’intento di far convivere la street art con il decoro urbano potrebbe essere tanto semplice quanto funzionale come immettere dei murales temporanei (come tempo addietro in via Teatro) o adibire zone degradate a nuova vita (come lo Squibb). Nell’attesa di proposte da parte di Comune o writers, giunge la ripulitura straordinaria del centro storico, almeno finché qualcuno non vorrà dimostrare i suoi sentimenti, grandi quanto la loro ignoranza, sulle mura di un edificio storico.

Comune, writers e decoro urbano. È possibile una convivenza pacifica? ultima modifica: 2019-02-20T09:26:44+01:00 da Marco D'Urso

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