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La Pietra Lavica: storia, tradizioni e magia del frutto dell’Etna.

La Pietra Lavica: la sua storia, la tradizione e la magia
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Pietra Lavica dell’Etna: un viaggio tra storia, tradizione e magia made in Catania. Difficilmente chi pensa a Catania, non pensa a quella che è considerata la Madre Naturale della città. E’ impossibile, infatti, non prendere in considerazione l’imponente vulcano che ci sovrasta: l’Etna. Chi non è delle nostre zone poi, ma viene qui in vacanza, ha tra le sue tappe obbligatorie proprio l’Etna. E l’Etna risulta essere anche tra le parole più ricercate su internet. Oggi, però, vogliamo parlarvi di quell’elemento che è intrinsecamente legato all’Etna, che ne è l’anima e la potenza: la lava.

Per essere più specifici, ci riferiamo a quello che, grazie all’ingegno umano, si riesce a realizzare con la lava: ovvero le opere in pietra lavica. L’arte di quegli scultori e poeti che lavorano la lava, e alcuni la reperiscono ancora incandescente. Parliamo sì dell’ingegno umano, ma anche del talento e del cuore dei catanesi, abili scultori per tradizione. Parliamo di quegli artisti che hanno fatto di questa tecnica uno dei lavori più affascinanti e unici del mondo.

La Storia della pietra nera dell’Etna e della sua indistruttibilità

Quello che viene chiamato basalto dell’Etna sembra essere in uso dall’epoca degli antichi romani. Infatti, le loro indistruttibili strade furono costruite con questo materiale, che deriva dal cuore della Terra. Facendo un rocambolesco salto in avanti e arrivando all’indomani del sisma del 1693 di Catania, ecco che ritorna in auge questo fantastico materiale nero. Infatti, il famoso architetto Vaccarini ricostruì gran parte della città con il basalto dell’Etna. I suoi palazzi sono in stile Barocco Romano e sono ricchi di questa pietra nera: egli unisce così la bellezza alla comodità e all’indistruttibilità.

Liotru, simbolo di Catania. Fonte foto: Sicilian Post
la Pietra lavica del Liotru, simbolo di Catania. Fonte foto: Sicilian Post

La pietra lavica non è più solo elemento strutturale, ma ornamento e prestigio. Un esempio per tutti: il nostro magnifico Elefante, ovvero u liotru. Non è solo la città di Catania, e le città limitrofe, come Belpasso o Nicolosi, ad usare la pietra lavica negli edifici e monumenti. Questo materiale, a tratti luccicanti e a tratti nero, si ritrova anche nei paesini alle pendici dell’Etna. Quei paesini che vivono di agricoltura, di vino e allevamento. Sono numerosissime, infatti, le case padronali e contadine ricche di pietra lavica, di terrazzamenti e muretti a secco, fatti interamente da basalto dell’Etna.

La pietra lavica: gli ornamenti, i gioielli e i manufatti

Eppure, non è solo l’architettura e la maiolica a farla da padrone. Produzione quest’ultima ormai distribuita in tutto il pianeta e che fa della pietra lavica dell’Etna un materiale unico, prezioso e desiderato. Da secoli, infatti, scultori locali creano prodotti d’artigianato, opere d’arte, gioielli. Incredibili manufatti come bottiglie, lampade, vasi e piatti con questo materiale legato alla Terra, alla natura, all’era primordiale. All’inizio chi si occupava dell’estrazione della pietra lavica erano i pirriaturi.

Questi operai estrattori erano interessati solo agli strati superficiali di lava, perché ritenuti più porosi e, quindi, più facilmente lavorabili con arnesi comuni. I pirriaturi odierni sono rimasti in pochissimi, ma non sono scomparsi del tutto, di solito lavorano in proprio. C’è un bellissimo libro che parla di questi eroici operai della roccia dello scrittore Nino Pràstani, La morbida resistenza della roccia. Ormai, complice la richiesta per la produzione industriale, l’estrazione avviene con l’ausilio di moderne attrezzature che vanno più in profondità.

Artigianato siciliano realizzato con la pietra "nera" dell'Etna. Fonte foto: Vulcanika
Artigianato siciliano realizzato con la pietra “nera” dell’Etna. Fonte foto: Vulcanika

A Catania esiste anche un Museo di Scultura in Pietra Lavica, il Nino Valenziano Santangelo. Chiamato come lo scultore che lo ha istituito e che lavora la pietra lavica dal 1978, si trova in via Santangelo Fulci. In realtà, tutta Catania e provincia è un museo a cielo aperto. I monumenti, i palazzi, le case private. Ci sono sculture in pietra lavica che accompagnano i visitatori di Belpasso, più di 100 per le vie e le piazze. Le opere di AciTrezza che si ergono sul Lungo Mare davanti ai Faraglioni. Le pavimentazioni della piazze più importanti di tutte le città ai piedi dell’Etna, e non solo.

La magia e la pietra lavica: un connubio ancestrale

La pietra lavica non è solo ornamento, bellezza e arte. Diventa anche mistero e tradizione quando si pensa alla magia, che nelle nostre zone, fino a due secoli fa padroneggiava. Ed ecco che la pietra lavica diventa oggetto del mistero. Una pietra che nasce dal fuoco della Madre Terra, frutto integro della Madre Terra. Nei vecchi rituali le pietre laviche venivano usate per purificare dall’energie negative e potenziare quelle positive. Il potere della pietra nera era accessibile a tutti. Non raramente gli anziani, ancora oggi, riservano nei confronti della petra ‘da muntagna una sorta di riverenza. Vuoi perché frutto della Madre Etna, vuoi perché testimonianza arcana della forza motrice della Terra.

E per la serie non è vero ma chissà, ecco un rituale magico scovato tra le memorie di una nonnina di Nicolosi. “Fate riscaldare nell’acqua calda la pietra lavica. Poi, avvolta in un panno, strofinatela nelle parti del corpo che vi tormentano o per dolore fisico o per quello mentale. Vi toglierà tutto il male, le fatture e le negatività.”

La Pietra Lavica: storia, tradizioni e magia del frutto dell’Etna. ultima modifica: 2021-03-23T09:46:22+01:00 da Manuela de Quarto

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