Orient Experience 4, il primo ristorante a Catania gestito da migranti

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LO SAPEVI CHE

Orient Experience 4, il primo ristorante a Catania gestito da migranti

Libri al ristorante

All’Orient Experience 4 il cibo come proposta di viaggio per conoscere culture e tradizioni diverse. Raccontare l’immigrazione non come fenomeno dai connotati drammatici piuttosto come opportunità di rinascita per i giovani migranti.

Questa l’anima del primo ristorante etnico solidale a Catania gestito da migranti e rifugiati, nato sotto il patrocinio dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Sorge all’interno di un palazzo ottocentesco in via Umberto 229. Dal giorno dell’inaugurazione, avvenuta lo scorso giugno, sta suscitando interesse e curiosità tra gli abitanti e turisti che affollano le vie del centro.

Le pareti decorate, le mensole arricchite da libri, gli odori sprigionati dalla cucina e la musica mediorientale rendono unico “il viaggio” verso la conoscenza di nuove culture.

Persepolis, libri Orient Experience 4

Tra un piatto e un altro è possibile immergersi nella bellezza di un libro

Due realtà che si incontrano… prende forma l’Orient Experience 4

Non un semplice ristorante ma una vero e proprio progetto di inclusione sociale che nasce dall’incontro tra due realtà, quella dell’associazione culturale Isola Quassùd, fondata dalla regista e attrice catanese Emanuela Pistone, e quella degli Orient Experience di Hamed Ahmadi.

«Alla fine del 2016 mi colpì un articolo letto su un giornale – dichiara Emanuela Pistone – che raccontava l’esperienza di Hamed, giovane afgano, ideatore in Italia dei ristoranti Orient Experience, basati sull’esperienza culinaria di viaggio dei migranti provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa».

La  regista catanese si mette in contatto con Hamed e dopo circa un anno di conoscenza reciproca e condivisione di obiettivi comuni – come creare spazi di incontro tra culture diverse e dare al fenomeno dell’immigrazione una valenza positiva – aprono a Catania l’Orient Experience 4,  primo non soltanto in Sicilia ma in tutto il meridione.

La società che gestisce l’Orient Experience 4 è formata da Emanuela Pistone, Hamed Ahmadi, Laura Maccarone, docente di italiano e Mithat Ghitas, giovane egiziano arrivato a Catania a 16 anni e sopravvissuto al naufragio del 10 agosto 2013, alla Playa, dove persero la vita 6 ragazzi egiziani. Mithat collabora con il ristorante anche in qualità di aiuto cuoco.

Le pareti Orient Experience 4

Le pareti degli Orient Experience sono state dipinte dall’artista francese Blandine Hélary. Raccontano con colori caldi e accesi le migrazioni

Emanuela Pistone e il suo amore per la cultura africana

Per la regista catanese la cultura africana è stata una scoperta magica e incantevole a cui dedicare tempo, passione ed energie, creando nel corso degli anni iniziative virtuose.

«Ho iniziato ad appassionarmi di cultura africana – spiega – durante gli anni vissuti a Roma. Sono rimasta affascinata dalla quantità di autori e scrittori di fama mondiale prodotti nel continente nero. Sono personaggi che spesso in Italia non si conoscono perché banalmente ignoriamo che una terra come l’Africa sia capace di offrire tanto da un punto di vista artistico».

Per dare concretezza alla sua voglia di parlare di Africa, fonda nel 2004 a Catania l’associazione culturale Isola Quassùd, un luogo di incontro per gli esperti di cultura africana e un incubatore di idee e iniziative. Si realizzano spettacoli di autori contemporanei, soprattutto africani, e questa nuova realtà diventa un punto di riferimento per tanti giovani italiani e stranieri che esplorano il mondo della scrittura, teatro, fotografia e arte visive.

Nel 2013 l’associazione dà vita al gruppo teatrale Isola Quassùd Liquid Company, formato da artisti professionisti, studenti universitari italiani e stranieri, minori stranieri non accompagnati, rifugiati, richiedenti asilo, borsisti internazionali, mediatori culturali.

Dal teatro all’Home Restaurant

«Con l’associazione e il gruppo teatrale – continua Emanuela Pistone – sono entrata in contatto con diverse realtà provenienti dall’Africa, ma ogni volta che mi relazionavo con loro capivo che c’era un mondo da raccontare e andava oltre la letteratura e il teatro. C’erano storie. Racconti di persone che erano riuscite a superare il viaggio, a integrarsi con la comunità locale e superare i tanti pregiudizi che si formano attorno al fenomeno dell’immigrazione. Ero ammirata dalla loro forza e dal loro modo di affrontare gli ostacoli in maniera avvincente».

L’incontro quindi con queste storie e con i giovani migranti ha sviluppato nella regista catanese l’idea di creare nuove realtà siglate dalle buone pratiche di integrazione sociale.

Qui il cibo diventa  uno strumento saliente: serve non soltanto a raccontare culture e tradizioni diverse, ma dà la possibilità ai giovani migranti di farsi conoscere alle comunità locali, rompendo le barriere che separano il “noi” dal “loro”.

L’associazione Isola Quassùd inserisce nell’agenda sociale un nuovo progetto, una nuova sfida: nel 2013 fonda l’Home Restaurant. Si tratta di un’attività interetnica che realizza cene, anche a domicilio, interamente gestite da migranti. I giovani hanno la possibilità di crescere professionalmente, imparare un lavoro ma soprattutto aprirsi alla gente del luogo, raccontare chi sono, da dove provengono e quali sono i propri sogni.

Orient Experience 4: ieri profughi oggi cuochi professionisti

Con l’esperienza dell’Home Restaurant, Emanuela Pistone si rende conto che l’integrazione dei giovani migranti non può essere scissa dalla necessità di offrire loro opportunità lavorative.

«Quando mi sono resa conto che l’esperienza dell’Home Restaurant poteva trasformarsi in opportunità ho iniziato a guardarmi intorno – aggiunge la regista -. Ecco perché mi sono imbattuta nella storia di Hamed. Non dobbiamo dimenticare che l’Orient Experience 4 nasce anche per dare ai migranti una possibilità di guadagno».

Lo staff è composto da 10 ragazzi e ragazze che si occupano di cucina, sala, accoglienza e sistemazione del ristorante.

Elias, giovane afgano, si è trasferito da un mese a Catania dopo aver vissuto per più di un anno a Venezia. Adesso è un cuoco, ama la cura dei dettagli e ogni giorno prepara con dedizione ed estrema passione i piatti del ristorante.

Hassan, afgano, vive in Italia da quasi tre anni dove ha sviluppato la passione per la cucina. «Sto bene in Italia – dichiara il giovane -. La cultura italiana è simile alla nostra, la gente è gentile, allegra e disponibile».

L’ingrediente essenziale dell’Orient Experience 4 è l’accoglienza offerta dallo staff ai clienti, così come dichiara Emanuela Pistone: «Ognuno di loro è attento ad accogliere i nostri clienti in maniera eccellente. Durante le fasi preparatorie del ristorante, Hamed li ha esortati a fare dell’accoglienza il punto nodale nel lavoro all’Orient Experience. Nessuno di loro deve dimenticare quanto sia stato importante essere stati accolti nel nostro paese e di quanto sia altrettanto importante restituire la stessa accoglienza a chi viene a trovarci».

«La capacità dei ragazzi – continua – è di avere tanta forza, grinta e una voglia di lavorare per dimostrare a se stessi e agli altri di essere capaci di offrire bellezza in maniera professionale e seria. Questo loro modo di approcciarsi alla vita e al lavoro mi ha arricchita profondamente».

Lo staff Orient Experience 4

Emanuela Pistone e lo staff: Afghanistan, Italia, Egitto, Persia, Gambia, Senegal, Palestina sono tutti i paesi dell’Orient Experience 4

Menù

Il menù del ristorante catanese è in parte condiviso con gli Orient Experience di Hamed e propone piatti mediorientali. Le diverse realtà si mescolano per dare vita all’esperienza di viaggio dove condivisione, esplorazione, apertura sono gli ingredienti perfetti da portare in valigia.

Ci sono salse che provengono da circa 6 paesi differenti, creme di melanzane affumicate, carne bianca, pesce, carne di agnello o vitello. Spazio anche per piatti vegetariani come Falafel, il Badimjan (melanzane con pomodori), Sabzi palak (spinaci, ceci, formaggio) e verdure allo yougurt.

E ancora il Mujaddara tipico riso della Siria e Palestina. Il Kabuli proveniente dall’Afganistan, sfizioso riso preparato con agnello e arricchito dal sapore delle mandorle e carote. Il Bakali riso che proviene dall’Iran, cucinato con carne, fave, verdure e zafferano.

Poi ci sono anche le bevande tipiche, fresche, da gustare dentro o fuori la sala del ristorante. Un piccolo giardinetto con sedie e tavolini, adatto per chi vuole pranzare, cenare o trascorrere qualche ora durante il pomeriggio leggendo un buon libro. Il ristorante è infatti aperto dalle 12 a mezzanotte.

La parte esterna Orient Experience 4

La parte esterna del ristorante… godersi ottimi piatti all’aria aperta!

I clienti dell’Orient Experience 4… la Catania che accoglie

«Il ristorante è pieno quasi tutte le sere – conclude Emanuela Pistone -. Ci sono già i primi clienti affezionati che sono tornati più volte in un mese. Tanti anche gli stranieri che con curiosità e entusiasmo vengono a gustare i nostri piatti».

Catania sta accogliendo con entusiasmo e curiosità il nuovo ristorante etnico solidale. Come Antonella: «Sono già una cliente affezionata dell’Orient Experience 4. Ho partecipato all’inaugurazione e, a parte il menù fitto di piatti diversi, è stato bello esserci e vivere questo clima di apertura».

Per Chiara l’atmosfera è unica «un incontro perfetto di cibi, sapori, culture e soprattutto tanta solidarietà».

Irene dice: «L’Orient Experience 4 è un incontro tra cibi orientali e persone di diverse culture. Il cibo accomuna, diventa un mezzo per ascoltare storie ed esperienze differenti».

Per Alfio il ristorante etnico solidale è un connubio di esperienze e tradizioni. Ma non solo. «se avete amici a 4 zampe – sostiene – è il posto giusto anche per loro. Il personale è attento e sensibile alle loro esigenze».

Orient Experience 4, il primo ristorante a Catania gestito da migranti ultima modifica: 2018-08-09T08:58:24+02:00 da Maria Stefania D'Angelo

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