Minne di Sant’Agata
“…Sembrava una profana caricatura di Sant’Agata, esibente i propri seni. Come mai il Sant’Uffizio, quando poteva, non pensò di proibire questi dolci?”
Il Gattopardo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Un’esplosione di sapori. Cassatine di ricotta ricoperte di glassa e ciliegia candita. Impudiche e squisite. Morbide custodi di un prezioso significato. Simbolo di Catania e della sua patrona, Sant’Agata. La storia e le curiosità del dolce catanese realizzato durante i festeggiamenti agatini.
Minne di Sant’Agata: curiosità
Le minne di Sant’Agata, cassatelle o cassatine, evocano la forma dei seni strappati ad Agata durante il martirio. Sono bianche come l’Etna innevato e decorate con una rossa ciliegia candita. Sono scandalosamente morbide, dolci e appagano il palato dei più golosi. Si fa spesso riferimento alla descrizione di Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo” per parlare delle minne di Sant’Agata, ma la descrizione non sembra pertinente. Lo scrittore palermitano descrive una raffinata mescolanza del bianco mangiare, pistacchio e cannella. I dolci agatini, invece, si differenziano per la ricotta avvolta da squisita glassa. Tomasi di Lampedusa, forse, si riferiva alle minni di Virgini, un dolce tipico di Sambuca di Sicilia.
La forma del seno, anche se nel caso delle minni di Virgini nella descrizione del dolce si fa riferimento alle colline agrigentine, potrebbe derivare dagli antichi culti femminili. Il culto di Iside si innesta nella festa di Sant’Agata per l’assonanza con alcuni riti e antiche tradizioni.
La festa dedicata a Iside a Corinto, infatti, colpisce per la straordinaria somiglianza con quella dedicata a Sant’Agata (per approfondire l’argomento consigliamo la lettura dell’articolo Sant’Agata e Iside, devozione, mito e antichi culti).
Ingredienti e ricetta per la preparazione
Premessa: nelle pasticcerie si utilizza il pan di Spagna mentre grazie alle ricerche della scrittrice Giuseppina Torregrossa, in casa le donne (soprattutto le anziane) utilizzano la pasta frolla. Il ripieno e la copertura, invece, non differiscono.
Ingredienti per circa 8 cassatine. Ricetta tratta dal libro “Il conto delle minne” di Giuseppina Torregrossa (con qualche appunto).
Per la pasta frolla: 600 gr di farina 00. 2 uova medie. 120 gr di strutto. zucchero a velo 150 gr. aroma di vaniglia q.b.
Preparate la pasta frolla. Impastate la farina con lo strutto (potete usare il burro al suo posto). Aggiungete lo zucchero a velo, le uova e la vaniglia. Quando il composto sarà soffice coprite con una mappina o in alternativa con la pellicola e lasciate riposare in frigo per almeno 30 minuti.
Per la glassa: 350 gr di zucchero a velo. 2 cucchiai di succo di limone. 2 albumi. Sale q.b.
Montate parzialmente gli albumi aggiungendo un pizzico di sale. Mettete lo zucchero, i due cucchiai di succo di limone e mescolate fino a ottenere una crema spumosa.
Per il ripieno: 500 gr di ricotta di pecora (anche meno andrà benissimo). 100 gr di canditi. 100 gr di scaglie al cioccolato fondente. 80 gr di zucchero.
Unite la ricotta allo zucchero e ottenete una crema senza grumi. Aggiungete i canditi e le scaglie di cioccolato e lasciate riposare per almeno un’ora. Prendete la pastafrolla (alta circa mezzo cm) e stendetela. Procuratevi degli stampi sferici, imburrateli e foderate con la pasta frolla. Farcite con il ripieno e chiudeteli con dei dischi di pastafrolla (anche in questo caso stendete la pastafrolla sempre di mezzo cm) e ricavate dei cerchi per chiudere le semisfere. Cuocete in forno statico a 200° per 20 minuti (ventilato 180° per 15 minuti). Sfornate e fatele raffreddare.
Capovolgetele (su gratella per far scivolare la glassa in eccesso) e guarnite ogni minna di Sant’Agata con glassa. Aggiungete la ciliegina candita e servite.