La Chiesa della Santissima Trinità, un gioiello catanese

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La Chiesa della Santissima Trinità, un gioiello catanese

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E’ stata riconsegnata alla collettività nel febbraio 2022 ed è pronta a offrirsi in tutto il suo splendore a coloro che apprezzano l’arte e la bellezza tipica del barocco catanese: stiamo parlando della Chiesa della Santissima Trinità, in via Vittorio Emanuele a Catania. Al suo interno si trovano le opere di Olivio Sozzi, uno tra i maggiori pittori della prima metà del XVIII secolo e del suo maestro Sebastiano Conca.

La Chiesa della Santissima Trinità

Si trova lungo via Vittorio Emanuele, a poca distanza da altri importanti edifici quali il monastero dei Benedettini con la monumentale Chiesa di San Nicolò l’Arena, la chiesa e il convento di S.Agostino, e le chiese di via Criciferi.

Appartiene a un complesso monastico dell’ordine delle monache Benedettine. Accanto sorge uno dei tanti monasteri. L’originaria comunità femminile della SS. Trinità fu fondata nel 1351. La chiesa doveva manifestare la potenza e maestosità dell’ordine. E’stata chiusa per molti anni. Nel 2021 c’è stato il restauro; l’apertura è avvenuta nel febbraio 2022. Non è una parrocchia ma una rettoria. Al suo interno oggi si svolgono spettacoli musicali e iniziative culturali oltre che incontri di preghiera.

La monumentale Chiesa della Santissima Trinità

Alla chiesa lavorano Vaccarini, Ittar, come architetti e Concia e Sozzi come pittori. La Chiesa della Santissima Trinità rappresenta uno dei tanti gioielli da conoscere e ammirare. Essa custodisce sei preziosi dipinti, un organo settecentesco, una cantoria, altari in marmi policromi. L’annesso convento ospita la Caserma dei Carabinieri del distretto di Piazza Dante per una parte, mentre l’altra prima il Liceo Principe Umberto ed oggi il Liceo statale Enrico Boggio Lera.

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La facciata della Chiesa della Trinità , in pieno centro storico a Catania; foto di S. Portale

L’Esterno

La chiesa originaria risale al 1500, periodo in cui le monache benedettine decisero di stanziarsi anche in quella parte della città. La struttura subì notevoli danni col terremoto del 1693. Il progetto di ricostruzione tra 1727 e 1745 fu affidato agli architetti: Francesco Battaglia, Giovan Battista Vaccarini e Stefano Ittar.

L’esterno colpisce soprattutto per le decorazioni. La facciata è tripartita a ingresso unico, realizzata in pietra calcarea, elegantemente modulata in maniera concava nella parte centrale e lievemente convessa sui lati. Il riferimento è a Borromini. Gli architetti si adoperarono per risolvere il problema del dislivello con la strada, visto che si presenta come discesa e come salita.

Il portale d’ingresso è stato abbassato in seguito alla livellazione delle strade e la sala centrale è stata raccordata all’atrio con una doppia rampa di scale. Lo stile preminente è quello del tardo Barocco. Preceduto da una scalinata in pietra lavica, il portone d’ingresso è decorato da due angeli rivolti verso l’Occhio di Dio posto al centro con una particolare decorazione. Nel secondo ordine si aprono tre finestroni separati da colonne. Il terzo registro è formato invece da due torrette quadrangolari chiuse a cupoletta. Presente anche una cupola visibile da via Vittorio Emanuele.

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La nicchia ricavata da un portale in via Quartarone della Chiesa della Trinità che accoglie le statue in carta pesta di Cristo, Maria, Maria Maddalena; foto da Wikipedia

La nicchia con la Crocifissione

Anche l’ingresso laterale, sulla via Quartarone, è stato chiuso per la stessa ragione, così se ne ricavò una nicchia che ospita oggi le statue realizzate nel 1700 a grandezza naturale che rappresentano la Crocifissione di Cristo con la Madonna e la Maddalena. Il gruppo statuario, in seguito al restauro, è stato colorato. La vecchia grata è stata sostituita da una vetrata.

Il restauro

La chiesa della Santissima Trinità è stata restaurata grazie a un intervento della Protezione civile regionale, con fondi della legge 433 del 1991. I lavori di recupero e conservazione, per un importo di un milione e 635 mila euro, hanno riguardato soprattutto il rifacimento della copertura, il consolidamento delle volte, il ripristino delle torri sommitali, il rifacimento intonaci e la conservazione dei materiali lapidei.

Noi di ItCatania l’ abbiamo visitata in occasione delle Giornate FAI di primavera che hanno registrato a Catania un’altissima partecipazione.

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Il prospetto della Chiesa della Trinità caratterizzato da forme concave e convesse, da pietra lavica e pietra bianca; foto di D. Stazzone

L’Interno

La pianta è ellittica, a Catania è presente anche nella chiesa di Sant’Agata alla Badia. All’interno si accede attraverso una scala a tenaglia, opera dell’architetto Stefano Ittar, con l’adeguamento del livello della strada. Al centro si trova la statua del Cristo realizzata in marmo da Pietro Pappalardo.

L’area presbiteriale è a pianta rettangolare; è ricoperta da una superficie voltata impiantata su un poligono a 16 lati. La chiesa presenta quattro altari e un altare centrale in marmi policromi con pregevoli tele. Ricchi anche i decori come i candelabri, i lampadari, gli altari, le lamine in argento sbalzato che adornano l’altare maggiore, la cantoria in oro zecchino e anche l’organo meccanico risalente al 1772. Il pavimento è originale ed è stato ripristinato nelle sue parti più danneggiate. All’interno i colori dominanti sono: oro, bianco, azzurro.

In alto è rappresentato l’episodio della Trasfigurazione. Dappertutto dominano le raffigurazioni della SS. Trinità e dell’aquila, simbolo di San Giovanni, posta sotto la cantoria e protagonista della tela più bella e particolare della chiesa.

Particolare è la nicchia, posta fra la Crocifissione e la tela di San Benedetto, che accoglie la statua in cartapesta del Cristo morto, dove secondo la tradizione le monache pronunciavano i loro voti. La teca era originariamente senza vetrata e reca decori con i simboli tipici della passione. Qui si coglie il legame con la Festa del Sacro Chiodo. Il tutto è sormontato dal bassorilievo con l’immagine di San Benedetto con in mano la sua Regola, sulla cui sommità si trova anche un busto di una monaca, secondo le fonti Santa Scolastica, sorella di Benedetto, o una delle monache più potenti e ricche della SS. Trinità. La stessa figura si trova quasi dirimpetto.

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L’interno della Chiesa della Trinità; foto di S. Portale

L’Altare maggiore della Chiesa della Trinità

L’altare maggiore è realizzato con marmi policromi in cui domina soprattutto il nero; è sormontato da un tempietto marmoreo. Sulla parete si staglia una recente immagine della Madonna con Bambino sormontata da un baldacchino oro e rosso. Sull’altare, dove si trova il tabernacolo, si nota la rappresentazione dell’Ultima Cena di stampo leonardesco, realizzata su lamina di argento cesellato da maestranze catanesi. Sotto si trovano dei tondi che riprendono le figure di San Giovanni Battista e della Crocifissione, realizzate da orefici messinesi. I candelabri recano tutti i simboli dell’Eucarestia. Accanto si trova un vano che aveva la funzione di confessionale delle monache che non potevano accedere ai locali della chiesa e a cui la Santa Comunione veniva data attraverso un marchingegno con una corda che la portava al vano superiore. Dall’altro lato si accede alla sagrestia.

Le opere e gli artisti: Sebastiano Conca

All’interno della chiesa si trovano due opere pittoriche dell’artista laziale Sebastiano Conca (Direttore dell’Accademia di San Luca, fondatore di una sua accademia a Roma, Cavaliere) affiancati a quelli del suo allievo, il pittore catanese Olivio Sozzi. Si trovano disposti ad incrocio su degli altari policromi realizzati come scrigni. Opere di Conca sono: la Madonna che appare a san Giovanni Evangelista nell’isola di Patmos risalente al 1756 e la Crocefissione. La prima è un’opera straordinaria per la composizione e la resa dei personaggi, soprattutto San Giovanni, raffigurato come anziano mentre si trova in esilio a Patmos, mentre scrive l’Apocalisse, dedito a osservare la Madonna incinta con in testa le 12 stelle, intenta a scacciare la testa del serpente, circondato da putti. In questa tela domina il dualismo dei colori e dell’ambiente (colori chiari contro colori scuri, luogo della salvezza contro luogo del peccato).

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Le opere più belle nella Chiesa della Santissima Trinità; foto di S. Portale

Le opere di Olivio Sozzi

Opere di Sozzi sono: il Battesimo di Gesù e La Trinità appare a S. Benedetto. Si tratta di tele realizzati con colori ad olio che risentono della temperie artistica del tempo.

Olivio Sozzi nacque a Catania nel 1690 e morì (forse cadendo da un’impalcatura) nel 1765. Imparò l’arte del disegno a Palermo dove prese per moglie una ricca donna di nome Caterina Cappello (grazie alla dote della moglie poté completare la sua preparazione pittorica). Dopo il 1729 iniziò un soggiorno romano presso la bottega del Conca. A Roma il Sozzi si trattenne per parecchi anni durante i quali assorbì la lezione del classicismo romano ma, soprattutto, si ispirò alla luminosa lezione del Giaquinto con il quale entrò in rapporti di cordiale amicizia. Dopo Roma raggiunse Palermo dove nacque il suo primogenito che farà lo stesso mestiere del padre. Dalla seconda metà del Settecento in poi, fino alla morte, il Sozzi decise di ritornare a Catania, la sua città natale.

Curiosità: la festa del Sacro Chiodo

La Festa del Santo Chiodo fu un evento religioso organizzato in pompa magna dai Benedettini catanesi. Dal 1601 e fino al 1866 le celebrazioni si svolsero il 14 settembre, giorno dedicato alla esaltazione della Santa Croce. Si trattava del chiodo della mano destra che trafisse Gesù Cristo. arrivò a Catania grazie all’influenza e ricchezza del Monastero dei Benedettini. Nel 1393 Re Martino I glielo donò durante il suo breve soggiorno nell’antico Cenobio Nicolosita.

Da allora la reliquia costituisce prezioso oggetto di culto. La festa e la processione del Sacro Chiodo era fra le più solenni e sentite. Ci fu una diatriba fra monache e monaci: le monache volevano che il chiodo restasse per più tempo all’interno della loro chiesa, richiesta che fu rifiutata dai monaci. Era allestita ad hoc una processione che interessava tutte le vie limitrofe del quartiere, passando per chiese e monasteri per approdare al duomo dove è custodito ancora oggi.

La Chiesa della Santissima Trinità è un altro prezioso gioiello che custodisce storia, opere e personaggi della nostra città.

La Chiesa della Santissima Trinità, un gioiello catanese ultima modifica: 2023-03-31T07:30:00+02:00 da SABRINA PORTALE

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