Festa del papà catanese: un racconto di liscìa tra crispelle di riso e ricordi di infanzia

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Festa del papà catanese: un racconto di liscìa tra crispelle di riso e ricordi di infanzia

Festa del papà catanese 19 marzo

Ah, se dipendesse da me, istituirei immediatamente la Festa del Papà catanese come evento separato dalla sua controparte nazionale. Perché diciamocelo francamente, il Papà Catanese è un essere completamente diverso, non ha nulla a che vedere con il classico padre italico. Il Papà catanese è un po’ come un mix tra un supereroe e un mago della griglia, capace di far splendere il sole anche nei giorni più cupi e di trasformare una cena in un’opera d’arte culinaria con un colpo di spatola. Un altro racconto di liscìa catanese, tra crispelle di riso e ricordi di infanzia.

Festa del papà catanese

Questo non è il classico padre che trovi nelle pubblicità di saponette o nei manuali di comportamento. No, il papà catanese è un’entità a sé stante, con un proprio codice genetico che include una dose extra di passione per il calcio Catania, un amore incondizionato per le sfide culinarie e un’abilità innata nel trasformare un piccolo problema in una grande avventura. E quindi sì, perché non dedicare una festa speciale solo a lui? Una giornata in cui si possa celebrare il papà catanese per tutto ciò che è: un mix irresistibile di calore, passione e una sana dose di caos controllato. Potremmo avere gare di barbecue in stile catanese, sfide di gelato artigianale e persino un torneo di calcetto tra papà che si trasformerebbe in un’epica battaglia per la gloria familiare.

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Padre e figlio – Foto di Dawnyell Reese da Pixabay

Insomma, la Festa del papà catanese sarebbe un evento da non perdere, un’opportunità per onorare quegli eroi locali che sanno rendere la vita un po’ più speciale, un piatto di pasta un po’ più saporito e un abbraccio un po’ più caloroso. Che ne dite, possiamo iniziare a pianificarla? L’unica cosa che abolirei, anche se effettivamente non so se è più in voga, è quella malsana idea delle maestre che ci torturavano con lavoretti di carta orribili, disegni incomprensibili e poesie imbarazzanti da imparare a memoria per i nostri cari papà. Se siamo tutti d’accordo la giornata potrebbe iniziare mangiando crispelle di riso a colazione. Anche a pranzo eh. Le mettiamo pure per la cena. Poi passerei a una partita di calcio tra papà e figli, dove le regole vengono improvvisate sulla base del momento.

E poi…

E poi la grigliata, dove il papà diventa il maestro supremo, lo chef supremo, il capo supremo in carica! Sì, perché non si tratta solo di cucinare qualche fettina e qualche polpetta, no no! Il papà catanese trasforma il giardino, ma anche il balcone o la terrazza abusiva in una vera e propria arena culinaria, dove il carbone è la sua bacchetta magica e la griglia il suo palcoscenico! È un evento epico, un momento in cui il papà dimostra il suo dominio culinario e la sua supremazia come capo della cucina all’aria aperta.

Crispelle
Le crispedde di riso col miele e lo zucchero a velo sono tra i dolci tradizionali della festa di San Giuseppe.

Dulcis in fundo lo spettacolo serale. Un momento tanto atteso quanto temuto, dove si riportano in vita le hit preferite dei papà, come se fossimo catapultati negli anni ’80. I figli ballano intorno a loro, con movimenti che sembrano un mix tra un flashback e una parodia di un videoclip vintage. Mentre i papà si abbandonano alla nostalgia dei bei vecchi tempi, i figli li osservano con un misto di ammirazione e imbarazzo, chiedendosi come abbiano potuto vivere in un’epoca così kitsch. Ma non c’è tempo per le riflessioni filosofiche, perché il momento clou della serata è il karaoke!

E chi potrebbe dimenticare l’onorare il maestro indiscusso della musica catanese, il mitico Brigantony? Il karaoke diventa un tributo al grande artista, con performance entusiasmanti di brani come “O’ Pa che Bellu u Cinema” o l’intramontabile “Mi stuppai na fanta”. Eh sì, mi fermo qui. Forse ho osato un po’ troppo, ma che ci posso fare, sono stata presa dall’entusiasmo! Un saluto affettuoso ai miei cari e fidati lettori, quelli tre o quattro che ancora mi sopportano. Vi lascio con un augurio sincero: Buona festa del papà catanese, che sia piena di sorprese e risate. E di amore. Che ne abbiamo bisogno.

Festa del papà catanese: un racconto di liscìa tra crispelle di riso e ricordi di infanzia ultima modifica: 2024-03-19T11:37:59+01:00 da Cristina Gatto

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