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Maria Paternò Arezzo: una vita con la pulsione per la filantropia

Maria Paternò Arezzo: nobildonna nata a Catania che si distinse con un atto di donazione

Maria Paternò Arezzo: nobildonna nata a Catania che si distinse con un atto di donazione

Una donna che credeva nella solidarietà sociale. Figura femminile che riteneva giusto fare qualcosa per il prossimo. Maria Paternò Arezzo, di origini nobiliari, decise di compiere, per concretizzare ciò, un gesto che non solo ha lasciato il segno nel tempo, ma si rievoca il ricordo.

Origini di una nobildonna siciliana

Maria Paternò Arezzo, principessa di Castellaci, nacque a Catania l’11 dicembre 1869. Il padre era Giuseppe Maria Alvaro Paternò, principe di Sperlinga e Manganelli; la madre Vincenzina Nunzia Giorgia Arezzo, baronessa di Donnafugata. Lo storico Sortino Trono descrive Maria come una donna molto raffinata e gentile, da cui si poteva ricavare un’interazione positiva. La nobildonna sposò, in giovane età, Francesco Marullo Balsamo, originario da una pregevole famiglia di Messina. Qui Maria, avendo contratto matrimonio, si stabilì. Col cuore restava ancora legata a Ragusa, luogo in cui crebbe.

Maria Paternò Arezzo: il suo patrimonio per la realizzazione di un ospedale

Così ella decise di compiere un atto di riconoscimento e soprattutto d’amore per la cittadina. Fece redigere un testamento, in cui riporta la volontà di far devolvere il suo patrimonio per la realizzazione di un ospedale. Esso avrebbe dovuto contenere trenta posti letto per gli infermi, disporre di tre amministratori ed essere affidato alle suore della Carità. L’ospedaletto, inoltre, avrebbe dovuto intitolarsi con il nome della benefattrice.

Maria Paternò Arezzo morì il 28 dicembre del 1908, sotto le macerie del suo palazzo, causate dal devastante terremoto di Messina. Dagli scavi emersero non solo i corpi della donna col marito, pure il testamento, risalente all’8 febbraio 1900. A questa si accodava una lettera-codicillo.

Maria Paternò Arezzo, l'ospedale che riporta il suo nome in quanto voluto col suo testamento
Ospedale intitolato a Maria Paternò Arezzo, da lei voluto





Maria Paternò Arezzo: la sua indole

La nobildonna, attraverso il testamento, dimostrò la sua essenza. Manifestò la sua bontà d’animo, parimenti alla sua prodigalità verso il prossimo. Inoltre Maria ha mantenuto il legame con Ragusa attraverso questa donazione. Un’altra figura femminile nata a Catania e che ha esteso la sua essenza in altri luoghi dell’anima. La sua non era una vanagloria, né una mitomania. Si trattava di una dimostrazione d’amore verso il luogo in cui si cresce. Maria Paternò Arezzo lasciò il segno con la sua volontà testamentaria ed espresse il suo sentire.

Ella è stata una donna illuminata la cui fine, purtroppo, fu tragica, a soli 39 anni. Secondo le fonti, la notte del terremoto si riscontrarono ritardi nei soccorsi. La volontà testamentaria di Maria fu portata avanti dal nipote Corrado Arezzo Giampiccolo. L’inaugurazione dell’ospedale avvenne il 28 gennaio del 1923, preceduta da un processo di costruzione della struttura in aperta campagna. All’evento parteciparono tutte/i le/gli eredi della nobildonna. Fu un giorno emozionante perché in quei momenti tornò a vivere nei ricordi, nelle emozioni e soprattutto nel gesto dell’inaugurazione.

Maria Paternò Arezzo: una vita con la pulsione per la filantropia ultima modifica: 2021-08-27T14:44:11+02:00 da Angela Strano

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