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Bummulu, un oggetto antico come la storia della nostra Terra

Bummulu e bummularu

Oggi con #itCatania parleremo di un oggetto della tradizione catanese che ha attraversato i secoli: il bummulu, o quartara.

La storia del bummulu, o quartara, è una storia che attraversa l’intera tradizione catanese, e siciliana. Anzi, la tipica anfora a due manici, oggi decorata, risale alla civiltà greca. L’etimologia del suo nome, infatti, è greca. Bombylios o bombyle, questi erano nomi onomatopeici, che di fatto riproducevano esattamente il suono del liquido, spesso vino, versato al suo interno. 

Da dove viene il bummulu, la storia

E’ fatto da un impasto di terracotta e sale, ed ha la capacità di mantenere la temperatura del liquido che si versa: acqua, vino o olio. La sua grandezza è pari a 55 cm, mentre la capienza della pancia del bummulu varia dai 16 ai 20 litri. Poi c’è una versione, diciamo così, tascabile che può contenere circa 8 litri.  Come quasi tutti gli elementi della tradizione, esso veniva utilizzato negli ambienti più umili. I contadini o i pastori, oppure coloro che abitavano lontano da fonti d’acqua. Infatti, col bummulu l’acqua si prendeva alla fonte e si riportava al focolare, a temperatura. Molte zone della nostra Etna erano abituate all’utilizzo delle quartare, soprattutto per il trasporto del vino, mantenendolo alla giusta temperatura. 

All’inizio il bummulu non veniva decorato, poi man mano superato dai recipienti i lamiera, perde la sua funzione. Inizia, però, una nuova vita per il bummulu. Diventa decisamente più piccolo ed inizia ad essere decorato con chiari riferimenti alla nostra terra. Scene di vita bucolica o festosa, cactus, mare e limoni, etc.

bummulu decorato con i faraglioni
Il Bummulu, o quartara viene decorato oggi con elementi tipici della nostra terra, qui dipinti i faraglioni (photo byhttps://www.splendart.com)

Da recipiente a strumento musicale

Sembrerebbe che la storia del bummulu sia finita qui, ma non è così! Infatti, il bummulu non ha solo il compito di trasportare liquidi. Esso, da secoli ormai, viene utilizzato come strumento musicale. Non vi è mai capitato di essere in qualche ristorante catanese e, mentre sorseggiate il vostro vino, entra un gruppo di suonatori tipici. Avete mai notato che spesso uno di loro suona, come se fosse un flauto, una specie di anfora colorata? Bene quello è il bummulu. La quartara deve essere vuota per poterla suonare. Si soffia nella sua bocca e il suono che ne esce è cupo.

Questo aspetto del recipiente nostrano è quello più legato alla tradizione. Si narra, infatti, che molti pastori delle montagne della nostra zona incantassero le ninfe suonando questo strumento, una volta finito di bere il vino all’interno. 

U purpu co bummulu, ricetta nostrana

L’ultima chicca del poliedrico recipiente nostrano riguarda la cucina catanese. Chi di voi ha mai cucinato il purpu co bummulu? Infatti, in questo caso serve proprio per cucinare al suo interno il polpo. Per i più curiosi di seguito la ricetta.
Bisogna pulire bene i polpi, inserirli all’interno del bummulu, con pomodori pelati, vino bianco, sale, olio e peperoncino. Dopo aver tappato la quartara, scuoterlo per amalgamare gli ingredienti e disporlo sul fondo di un forno a legna, per circa 90 minuti. E poi godetevi il vostro polpo, una prelibatezza catanese doc!

Insomma, molti di voi possederanno nel proprio salotto una piccola quartara decorata. Però, non tutti conoscono realmente la storia e le potenzialità del bummulu. Un elemento che nei secoli ha avuto la forza di reinventarsi per rimanere eterno. La bellezza delle cose nostrane.

E voi, avete a casa vostra un bummulu?

Bummulu, un oggetto antico come la storia della nostra Terra ultima modifica: 2020-10-12T10:27:30+02:00 da Manuela de Quarto

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