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Storie di Giufà: tra simboli, tradizione e cultura popolare

Storie di Giufà, tradizione e cultura

Storie di Giufà. Giufà e la luna.
«Giufà una notte, passando vicino ad un pozzo, vide la luna riflessa nell’acqua. Pensando che fosse caduta dentro decise di salvarla. Prese un secchio lo legò ad una corda e lo buttò nel pozzo. Quando l’acqua fu ferma e vide la luna riflessa nel secchio cominciò a tirare con tutta la sua forza. Il secchio, salendo rimase, però, impigliato nelle parete del pozzo. Allora Giufà si mise a tirare ancora con più forza e tirando, tirando spezzò la corda e finì a gambe all’aria e cadde a terra. Alzando gli occhi verso l’alto, per cercare un appiglio per rialzarsi, vide nel cielo la luna. La sua soddisfazione fu grande e disse a se stesso ad alta voce: – Sono caduto per terra e mi sono un po’ ammaccato, ma, in compenso, ho salvato la luna dall’annegamento!»

Storie di Giufà

Giufà (o Giuchà o Jochà o G’ha) compare già a partire nel IX secolo nei racconti orali della cultura araba. La prima comparsa nella tradizione scritta, invece, risale al 1845 in un adattamento in lingua italiana di una storia del favolista Venerando Gangi (Acireale, 1748 – Acireale, 1816). Giuseppe Pitrè, successivamente, riporta alla luce tutti i racconti nella sua opera Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani del 1875. Giufà, spensierato, candido, eroe e al contempo antieroe. Il personaggio è un ponte tra le culture, ma anche un simbolo della lotta tra oppressi e oppressori.

Storie di Giufà
Le storie di Giufà, tradizione e cultura popolare

Le storie di Giufà disegnano ora un ragazzo, ora un uomo, triste, allegro, a volte furbo e a volte babb’i l’ova. La sua figura è tutto e il contrario di tutto. Giufà incarna in modo caricaturale il siciliano, irripetibile ambiguità psicologica e morale. Lo incarna con la sua ironia, unica arma contro i potenti. Giufà incarna l’umanità con le sue incredibili debolezze e qualità. Incarna le beffe e il sarcasmo tipicamente mediterraneo. Le sue storie affascinano e stimolano la fantasia. Il suo nome, impresso nel tempo, è divenuto, cionondiméno, termine di paragone: “E chi si’ Giufà” o “ma chi fai comu a Giufà?”.

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«Secondo alcuni Giufà non è mai morto, è riuscito a scappare alla morte talmente tante volte che ancora sta scappando e ancora gira per il mondo.[…]Qualcun altro invece racconta ‘sta storia. Che un bel giorno Giufà vide l’angelo della morte. L’angelo della morte lo guardava strano»
Vita e morte di Giufà: 5. La morte di Giufà, in Ascanio Celestini, Cecafumo, 2004

Giufà, l’antieroe

Le storie di Giufà descrivono un mondo umile, ma estremamente umano. Raccontano la vitalità dell’antieroe che combina un guaio dopo l’altro, ma che riesce sempre a cavarsela. Giufà è un mosaico, composto da mille frammenti. Lui è un viaggiatore, nel tempo e nello spazio. Fonte inesauribile di nuove storie, viaggia libero senza passaporto. Le storie di Giufà sono un’eredità da tramandare, più che mai attuali per utilizzare il filtro dell’ironia beffarda e dissacratoria. Creare e unire alla maschera di Giufà, che pecca però di iniziativa, un profilo più alto, capace di discernere e correggere le storture della società.

Info, approfondimenti e fonti

Fiabe novelle e racconti popolari siciliani / raccolti ed illustrati da Giuseppe Pitrè .
Una storia di Giufà, Venerando Gangi. Traduzione dal siciliano di Agostino. Longo in Aneddoti siciliani, Stamperia Mammeci Papale, Catania, 1845.
Le storie di Giufà. A cura di Francesca Maria Corrao. Nota di Leonardo Sciascia.
L’arte di Giufà, Nino Martoglio.

Storie di Giufà: tra simboli, tradizione e cultura popolare ultima modifica: 2020-11-12T19:49:20+01:00 da Cristina Gatto

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