Stop alla violenza, incontro dalle varie sfaccettature

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Stop alla violenza, incontro dalle varie sfaccettature

Stop alla violenza, stop al silenzio. Un incontro sentito dal pubblico ph Filippo Timpanaro

Stop alla violenza, stop al silenzio. Un incontro sentito dal pubblico ph Filippo Timpanaro

Un’occasione per riflettere sulla misura in cui i soprusi, la ferocia, la sopraffazione si possono manifestare in varie forme. Un momento in cui, da un argomento cardine, sono emersi numerosi spunti di considerazioni diverse. Stop alla violenza, stop al silenzio. Narrazioni a confronto è stato un evento svoltosi lo scorso martedì pomeriggio alla Feltrinelli. Un incontro partecipato dal pubblico che ha ben interagito con le relatrici e il relatore.

Svolgimento dell’evento

Stop alla violenza, stop al silenzio ha trovato organizzazione con il Lions Club Catania lago di Nicito. Ad esprimersi sono state Maria Rosaria Grisiglione, psicologa, sessuologa, docente e scrittrice; Maria Concetta Tringali, avvocata e scrittrice; Giovanni Di Marco, giornalista e scrittore. Questi ha portato avanti il suo discorso partendo dal suo libro L’avversione di Tonino per i ceci e i polacchi. Giusy Elisa Andronico, psicologa e psicoterapeuta, ha moderato l’incontro, affermando che il filo conduttore della narrazione è l’aver dato voce alle vittime.

Stop alla violenza, il dibattito
Un dibattito ricco di spunti ph Filippo Timpanaro

Stop alla violenza: una conversazione ricca di contenuti

La moderatrice sostiene che, paradossalmente, le vittime acquisiscono identità nel momento in cui diventano tali; prima restano nell’anonimato della quotidianità. Molto spesso il violento, l’abusante, il predatore a sua volta ha subito. Non basta dar voce a chi subisce; occorrono soprattutto l’ascolto e l’empatia. Inoltre è necessario decostruire la realtà, partendo dal linguaggio perché esso è il fondamento del contesto in cui si vive. Segue l’intervento di Maria Rosaria Grisiglione, la quale si riferisce al suo libro Io non sono vivo, riportante quattro monologhi dalle storie simili. Il testo tratta diverse tematiche, con una voce narrante che funge da antenna emotiva, poiché fa parlare le vittime. I personaggi presentano un profilo delineato. L’autrice trasmette il suo punto di vista, cioè far conoscere il fenomeno della violenza senza troppe parole. Essa può trovare autentica spiegazione solo con le immagini giuste.

Stop alla violenza vede poi la relazione di Maria Concetta Tringali, che è pure attivista presso il centro antiviolenza Galatea. Un contesto di accoglienza per le donne che subiscono la violenza maschile, con cenni sul perché queste non reagiscono nell’immediato. La violenza patriarcale, con le sue dinamiche abusanti, si manifesta gradualmente, tanto da portare la donna all’isolamento, l’impotenza, l’annichilimento, quindi l’incapacità di reagire. Il centro antiviolenza Galatea raccoglie tutti i racconti di queste donne, affinché escano dalla spirale dei soprusi. La mancata indipendenza economica spesso costringe le donne a restare. Inoltre l’avvocata Tringali pone una distinzione tra la relazione conflittuale e violenta. Nel secondo caso l’andamento è ciclico: spesso il carnefice ha subito a sua volta da bambino. Invece, la bambina vittima di soprusi da adulta tenderà a scegliere uomini abusanti.

Un evento sentito e partecipato
La conclusione dell’incontro ph Filippo Timpanaro

Uno sguardo verso la violenza sui/le bambini/e

Un fenomeno sino a non molti decenni fa sottovalutato. Molti di questi soprusi sono avvenuti e tuttora avvengono nell’ambiente ecclesiastico, tra la più assoluta omertà. I pontefici hanno sempre teso a coprire tutto per non rovinare, nel migliore dei casi, la reputazione della Chiesa come guida spirituale per milioni di fedeli. Giovanni Di Marco, col suo romanzo L’avversione di Tonino per i ceci e i polacchi, richiama tutto questo. Nel libro emerge il forte trauma psichico da parte del protagonista, un bambino che subisce abusi da parte di un prete e si trova inascoltato. Il pedofilo è un criminale seriale che si reca in luoghi in cui può trovare ragazzini/e, come la scuola e la chiesa. Una forma di violenza tanto grave quanto taciuta, che compromette l’esistenza di chi la subisce. Per attraversarla occorrono percorsi delicati di psicoterapia e in genere di lavoro su se stessi/e.

Giusy Elisa Andronico afferma che quando una persona riceve violenza entra in una fase di lutto. Si sente crollare il mondo addosso, avverte un senso di disgregazione perché vengono a mancare le fondamenta per una vita sicura. Maria Concetta Tringali ricorda che le donne, quando si separano dal compagno abusante, subiscono doppia violenza. Non solo il trauma della relazione tossica, una madre si vede considerata alienata e perciò le si sottraggono i/le figli/e. Un vortice di vessazioni da cui è molto difficile uscire e di cui è necessario il sostegno come quello dato dai centri antiviolenza.

Stop alla violenza è stato un incontro intenso, con vari punti di cui si è discusso proprio perché la crudeltà assume molteplici sfaccettature. Occasioni preziose per sensibilizzare l’opinione pubblica per una convivenza civile più armonica, fondata sulla non violenza.

Stop alla violenza, incontro dalle varie sfaccettature ultima modifica: 2023-06-24T06:36:15+02:00 da Angela Strano

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