Il grande amore di Angelo Massimino per il Catania

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PERSONAGGI

Ricordando Angelo Massimino e il suo amore per il Catania

Angelo Massimino fu una delle personalità più carismatiche della città di Catania.

“Che mi dici di Angelo Massimino?” Questa è la domanda che in questi ultimi giorni ho rivolto ai catanesi. A Catania, Massimino è uno dei simboli iconici della città assieme al Liotru, a Bellini, a Sant’Agata. Non c’è catanese che non lo descriva non ricorrendo alle sue famose gaffes, agli aneddoti dietro gli spogliatoi, ai suoi atteggiamenti che l’hanno reso celebre, amato e odiato. Massimino era tutto questo, un vulcano che sprigionava un magma di passione, per la sua città, per il Calcio Catania.
Oggi lo vogliamo ricordare nel ventiduesimo anniversario della sua scomparsa (morì a Scillato,il 4 marzo 1996), come uno dei personaggi più atipici e originali dell’ultimo mezzo secolo del calcio italiano.

La fortuna di Angelo Massimino e il sogno del Catania

Angelo Massimino, nato a Catania il 16 gennaio 1927, è stato un imprenditore e dirigente sportivo italiano. Emigrò in Argentina in cerca di fortuna. Il suo sogno era diventare calciatore del Catania, non riuscendoci, aspirò a comprare la squadra e a farla salire ai vertici. Si impegnò con successo nel settore edilizio, divenendo l’emblema del selfmademan. Massimino tornò a Catania negli anni cinquanta. Insieme ad uno dei suoi sei fratelli, fondò la Massiminiana, una piccola squadra dai colori giallo e rosso, con cui celebrava la sua famiglia, attiva fino al 1976. Contemporaneamente riuscì ad entrare nella dirigenza della società calcistica etnea sotto la presidenza di Arturo Michisanti. Nel 1969 il suo sogno si realizzò: rilevò e divenne Presidente della società.

Angelo Massimino: il “Presidentissimo”

Massimino, poco dopo, ottenne la promozione in Serie A grazie alla guida di Egizio Rubino con una formazione formata da Aquilino Bonfanti, Rino Rado, Luciano Buzzacchera. Fu anche eletto consigliere al comune di Catania. La squadra però non resse l’impatto con la categoria e finì ultima. I due anni successivi, in Serie B, furono abbastanza duri e i tifosi lo indussero a dimettersi. Ritornato alla presidenza nel 1974, conquistò subito un’altra promozione con Rubino in panchina. Da quel momento iniziò un lungo saliscendi: retrocessione in Serie C nel 1977, promozione in Serie B nel 1980, promozione in Serie A (1982-83), con l’allenatore Gianni Di Marzio e i giocatori Roberto Sorrentino, Aldo Cantarutti, Claudio Ranieri e Ennio Mastalli, e seguente ritorno in B (1983-84). L’ultima retrocessione in Serie C1 (1986-87) gli fu fatale: ancora una volta i tifosi lo costrinsero a cedere la società. Ritornò come un “salvatore della patria”: evitò il fallimento nel 1992. Nel 1993 la società rossazzurra fu esclusa dal campionato di appartenenza per un ritardo nel pagamento. Nacque il caso Catania, che lo portò a ottenere l’ammissione della società in Eccellenza. Iniziò la nuova scalata verso la A con due promozioni consecutive.

Angelo Massimino

Il catanese Angelo Massimino fu il “Presidentissimo” del club calcistico rossoazzurro per ben 25 anni. E’ una delle figure simboliche di Catania

La stagione d’oro del Calcio Catania

Grazie alle grandi vittorie e formazioni, Massimino venne definito il ” Presidentissimo”. Il suo modo di fare attirò l’attenzione della stampa e dei giornalisti. Fu ospite del Maurizio Costanzo Show e di altre trasmissioni televisive nazionali di grande rilevanza. Egli fu il fautore della cosiddetta “stagione d’oro”.

Angelo Massimino: spontaneità, irriverenza, coraggio e onestà di un Catanese

Prima che Presidente, Angelo Massimino era un appassionato tifoso del Calcio Catania. Massimino per il Catania ha dato la vita: morì in un incidente d’auto sulla Catania e Palermo, stava andando a chiedere contributi pubblici per risollevare la squadra. Il Presidentissimo recava in sé le componenti migliori e peggiori della città etnea: la teatralità, la ribellione, il pathos, il coraggio, l’onestà, la testardaggine. La passione spontanea ed irrefrenabile, spesso lo portava a mettere a rischio le proprie tasche (era definito “Mister Miliardo”) e la propria salute (era quasi cieco per la cateratta, aveva il diabete). Non aveva dimenticato mai il legame con la sua terra. Era una sorta di “Don Abbondio”, o di un “Don Chisciotte”, che faceva ridere per il suo modus operandi che lo poneva fuori dal tempo e dallo spazio. Ruspante, per certi versi anche “naif”, Massimino, coi suoi modi burberi e autoritari, entrò spesso in conflitto con il tifo.

Angelo Massimino: aneddoti e frasi famose

La sua vita, una valanga di aneddoti. Divenne ben presto un mito linguistico. Ricordiamo alcune storiche gaffes: 

“A questo mondo c’è chi può e chi non può. Io può “.

Giornalista: “Presidente, adesso con tutti questi giocatori nuovi mancherà certamente amalgama…” Presidente: “Dimmi, Gigi, in che squadra sta Amalgama, ché lo compero!”

Massimino: “Se io sarei…” corretto da un Suggeritore: “…Fossi …fossi!!” Massimino allora rispose:”…cettu, fossi, non è ca è sicuru!”

Secondo molti racconti, Massimino, si piazzava dietro la porta avversaria e diceva: “ammuccati ‘ sti puppetti”. Spesso stringeva il santino della Madonna delle Lacrime di Siracusa, chiedendole il miracolo. Odiava quelli che allo stadio non pagano, “i pottoghesi”, e per smascherarli si nascondeva dentro la biglietteria. Un mio contatto mi ha raccontato che, avendo il permesso di entrare gratis nello stadio, sia come arbitro designato che come carabiniere, si sentì dire dal Presidente: ” ahhhhhh, macari… allura lei è cunnutu e sbirru !!” suscitando l’ ilarità di tutti i presenti.

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Lo scorso gennaio sul perimetro esterno della Curva Sud e della Tribuna B, dello stadio dedicato ad Angelo Massimino, è stato consegnato alla città un murales che raffigura  i ritratti delle cinquanta personalità di spicco della storia del Catania, opera dell’artista Andrea Marusic.

Lo stadio Cibali dedicato ad Angelo Massimino

Lo stadio Cibali venne costruito negli anni Cinquanta. Ristrutturato nel 1991 e poi nel 1997, ha ospitato due partite della Nazionale (nel 1998 contro la Slovacchia e nel 2002 contro gli Stati Uniti), alcune gare di vari sport e la manifestazione di chiusura delle Universiadi estive del 1997 e le gare principali dei Giochi Mondiali Militari nel 2003. È dotato di pista d’atletica a 8 corsie, di un campo di allenamento (il Cibalino), un campo di pallavolo (il PalaSpedini, dove giocarono sia la Paoletti che l’Alidea, che hanno vinto rispettivamente lo scudetto maschile e femminile di pallavolo), un campo esterno di pallacanestro (il PalaSpedini esterno) e vari uffici. Il Cibali era casa sua: dal 2002 lo stadio Cibali è dedicato ad Angelo Massimino. Contemporaneamente venne istituito il Memorial Angelo Massimino. Nel luglio 2015 il Guerin Sportivo inseriva Angelo Massimino al 64esimo posto della speciale classifica dei 100 presidenti migliori di sempre.

Il Murales

Massimino è morto per lottare contro i potenti del calcio e le istituzioni che lo hanno  ostacolato in quanto un personaggio scomodo per gli interessi della Lega. Al suo funerale c’erano 5000 persone, alcuni di loro hanno portato la bara in spalla fino al cimitero. La curva, oggi, scandisce un coro che grida: “Un presidente, c’è solo un presidente”. Massimino è entrato di diritto nel cuore di tutti quei catanesi  fieri della  propria“catanesità”, di cui lui era simbolico esponente. Ormai nel mondo del calcio scarseggiano uomini con la sua tempra.

Lo scorso gennaio sul perimetro esterno della Curva Sud e della Tribuna B, dello stadio a lui dedicato, è stato consegnato alla città un murales che raffigura  i ritratti delle cinquanta personalità di spicco della storia del Catania, opera dell’artista Andrea Marusic.

Fonte foto  Radio Lab

Fonte: Se vuoi provarci, fallo fino in fondo: CLAUDIO RANIERI. Storia di un vincente, Di Malcom Pagani

Ricordando Angelo Massimino e il suo amore per il Catania ultima modifica: 2018-06-26T09:06:13+02:00 da SABRINA PORTALE

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