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Lampara, storia di una barca magica tra gli scogli di Acitrezza

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La Lampara è una luce che irradia la superficie dell'acqua e attira i pesci e i polpi, ignari del pericolo

Lampara, quand’è l’ultima volta che ne avete vista una? Tutti voi sapete cos’è?

La Lampara è quella imbarcazione che somiglia tanto ad un animale marino mitologico. E proprio come le più belle leggende e tradizioni si sta abbandonando al passato. Lasciando ai testi, ai film e alla memoria degli anziani il loro ricordo.

Sogno di una notte di mezza estate: alla ricerca di una Lampara ad Acitrezza

In queste calde sere d’estate, noi di It.Catania siamo andati ad Acitrezza e ci siamo appostati sugli scogli: ci hanno detto che qui le lampare ci sono ancora. Verso le dieci della sera, abbiamo notato farsi strada, nel buio, una piccola imbarcazione con una testa luminosa. Il suo rumore era singhiozzante e si alternava col silenzio dell’acqua dopo il tramonto. E abbiamo capito che era lei: una Lampara. Lucio Dalla nella sua Caruso, fa riferimento alla Lampara, mettendola come protagonista di uno dei versi della famosissima canzone e restituendole quella forza romantica che possiede per nascita, è intrinseca. E infatti, questa sua potenza scenica fa si che, quando la si avvista, ci immergiamo nei nostri ricordi, un richiamo alla nostra infanzia. Non sappiamo se è solo legato al nostro essere siciliani, catanesi, ‘trezzoti, ma lo escludiamo.

E’ qualcosa di atavico che va al di là dell’essere nati qui, o vicino al mare. Al di là dell’essere italiani o turisti per caso. Accovacciati su questi scogli scomodi in silenzio ad aspettare, insieme a noi,  ci sono infatti dei turisti. Vengono dal Perù e l’emozione scritta sui loro volti, una volta che la Lampara arriva, è identica alla nostra.

La Lampara, mito dimenticato dalla modernità

Non tutto allora è perso, c’è chi ancora usa le lampare per pescare polpi, sardine e pesce azzurro. C’è chi ancora non cede alla tecnologia che avanza. C’è chi si fa illustre portavoce di una tecnica di pesca quasi in disuso, che, però, è affascinante tanto quanto lo è la barca col pennacchio luminosissimo.

Lampara ad Acitrezza

Ad Acitrezza i polpi e le sarde vengono pescate ancora oggi con la Lampara (foto: dimaredamore.com)

La pesca con la Lampara è una pesca molto antica e non è stata praticata solo in Sicilia, molti erano i borghi marinari che facevano uso di queste piccole imbarcazioni con lampioncini. Ancora frequenti nella zona campana. Anche in Liguria era molto frequente avvistare, fino a qualche anno fa, una Lampara vicino alla costa. Oggi è più difficile, se non impossibile. Nel triestino, ad esempio, già dal dopoguerra la pesca con le lampare venne modificata con l’introduzione di innovazioni tecnologiche. Le lampade delle Lampare di Trieste sono potenziate da generatori luminosi, e le barche hanno strumentazioni elettroniche e nuovi materiali per la costruzione delle reti. Della Lampara, quella piccola silenziosa animella che esce appena tramonta il sole, non è rimasto granché.

Acitrezza tra antico e moderno ci riconsegna il mito della Lampara

Per questo Acitrezza acquista ancora di più valore, confermandosi nuovamente protagonista della tradizione marinara per eccellenza. Modernizzandosi, ma rimanendo sempre la stessa. Ospitando street-food e sfilate di moda, ma dedicandosi ancora alla caccia del polpo attraverso una lampada, un secchio e una fiocina. Questo tipo di pesca è sempre stata difficile e delicata, appunto per questo rappresentava per i pescatori una vera e proprio sfida. Uomo-natura dall’inizio dei tempi tra simbiosi e ostilità, trovano ancora spazio alla vista dei Faraglioni. In fondo, qualunque sia il vostro parere al riguardo, questo tipo di pesca innegabilmente ridà anche al polpo una certa dignità. Una competizione paritaria nella sfida tra il pescatore e il cefalopode, che spesso vede il polpo vincere e scappare di nuovo nella tana da cui era sbucato fuori.

La Pesca Con La Lampara

La pesca del polpo e delle sardine avviene dopo il tramonto (foto: ilgiornaledeimarinai.it)

In cosa consiste, per l’esattezza, la pesca con la Lampara?

Partiamo da chi una Lampara non l’ha mai vista. La Lampara, nello specifico, è il nome di una lampada con ampia circonferenza e grande potenza. La lampada, che ha la forma di una goccia gigante, si trova alla poppa di un’imbarcazione di circa 16 metri di lunghezza. La barca, per estensione, prende lo stesso nome della lampada: Lampara. La luce della lampara, nel passato, veniva alimentata da olio o acetilene, ora è elettrica. La Lampara, posta a pochissimi centimetri dalla superficie dell’acqua, si accende  all’imbrunire. Subito, illumina tutto a giorno, creando un cerchio magico sull’acqua. I pesciolini, attratti dalla luce, salgono in superficie e godono di quel cerchio di luce, ignari del pericolo.

La cosa più spettacolare della Lampara è il suo sbucare all’improvviso tra gli scogli e farsi largo grazie ai remi, quando la preda è lì vicino. Sembra davvero un animale di altri tempi, frutto della fantasia di qualche romanziere, che si aggira tra gli scogli e si nutre dei frutti del mare. Le sardine verranno fatte accumulare sotto la luce e tirate su con le reti; altra storia, invece, quella della pesca del polpo. La pesca con la Lampara del polpo è tutta una questione di sensazioni e presentimenti del pescatore, perché di certezze con le lampare ce n’è poche. A bordo della Lampara di solito ci sono due pescatori: il marinaio e il cacciatore. Mentre uno governa la barca, l’altro infila, letteralmente, la testa dentro un secchio di alluminio, posto a pelo d’acqua. Questo secchio ha un fondo con un vetro, che funge da lente di ingrandimento.

Stasera assistiamo alla pesca del polpo, noi, la luna e dei turisti del Perù

Il pescatore, che questa sera compirà la caccia, osserva silenzioso e attento il fondale, e attende con la pazienza che solo questi pescatori sanno avere. Acitrezza è al buio, ma la luna è luminosa, sembra anche lei una Lampara. Noi, insieme a questi turisti stranieri, ci facciamo silenziosi e attenti, come se dipendesse da noi il pescato di questa notte. Ed ecco che il pescatore avvista un polpo attratto dalla luce e dallo sciame di pesciolini. Subito fa cenno, con un gesto fermo del braccio, al compagno di fermare e spegnere tutto. I motori tacciano sull’acqua, che sbatte piano sullo scafo di legno. Il pescatore impugna la fiocina e con agilità e forza cattura il polpo sventurato. O almeno dovrebbe…

In questa nostra esperienza, ha vinto il polpo. Natura 1 uomo 0. Forse perché di polpi non ce n’erano tanti o perché erano rimasti tutti attanagliati, fra gli scogli di Acitrezza, consci del pericolo. Il nostro polpo, infatti, è scappato, sgusciando via e nascondendosi di nuovo.

Vidi le luci in mezzo al mare…

Quando, però, i pescatori sono più fortunati il polpo viene arpionato da un gancio, chiamato “crocco”, e viene portato a bordo della Lampara. Qui, avviene un rituale vecchio com’è vecchia la pesca ad Acitrezza: il pescatore lo uccide con un morso tra la testa e i tentacoli. Una scena che avremmo voluto vedere e magari fotografare.

Ma se siete curiosi recatevi ad Acitrezza e aspettate sugli scogli dopo il tramonto. La vedrete, prima o poi, arrivare. Come lucciole sull’acqua, le ammirerete mentre cercano i frutti del mare. Mentre vi fanno viaggiare nella memoria dei ricordi, che siate di Catania, di Milano, o anche del Perù.

“..Vide le luci in mezzo al mare
Pensò alle notti là in America
Ma erano solo le lampare
Nella bianca scia di un’elica..”

L.D.

Lampara, storia di una barca magica tra gli scogli di Acitrezza ultima modifica: 2018-08-01T09:10:53+02:00 da Manuela de Quarto

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