Nel capoluogo etneo vi sono realtà da sempre a fianco della fasce sociali più deboli. Un impegno civile-politico teso per chi vive in condizioni di marginalità. Officina Rebelde è uno spazio sociale volto a portare avanti le istanze dei soggetti più vulnerabili nel contesto che ci circonda. Negli anni diverse iniziative si sono susseguite a questo scopo.
Storia e principi dello spazio sociale
Officina Rebelde nasce nel 2007. Un gruppo di studenti e studentesse si resero conto di estendere le loro rivendicazioni oltre il contesto accademico. Si creò così una rete di giovani volti a portare avanti la giustizia sociale in tutte le sue sfaccettature. Come ideale Officina Rebelde si è sempre ispirata allo zapatismo. Esso è volto all’aggregazione e a fare in modo che tutti e tutte siano allo stesso passo nelle rivendicazioni sociali. Si tratta quindi di un processo inclusivo poiché si considerano i tempi di ogni persona. Si crea in misura costante solidarietà dal basso, si protende alla coesione tra chi vive difficoltà socio-economiche.
Aggregazione quindi tra lavoratori precari, attivisti e migranti. Officina Rebelde si è sempre opposta alle conseguenze negative della globalizzazione, come l’omogeneizzazione in tutti gli aspetti della vita. Essa perciò ha sostenuto nel tempo ai movimenti no global. Sostegno pure ai vari movimenti di difesa del territorio contro la militarizzazione e lo sfruttamento ambientale. Tra questi figura il movimento No Muos, con cui c’è stata una solida collaborazione. L’intento è sempre stato la creazione di una comunità dal basso i cui individui si sostengono a vicenda. Il mutualismo ha sempre caratterizzato lo spazio sociale.
Attività avanzate negli anni da Officina Rebelde
Nel corso del tempo gli attivisti hanno portato avanti con determinazione il lavoro di comunità a san Berillo. Un quartiere, come risaputo, che riscontra varie difficoltà, dalla gentrificazione all’esclusione sociale fino ai controlli serrati. Col tempo tra gli attivisti e gli abitanti del quartiere (migranti compresi) si è instaurato un rapporto di mutuo appoggio. I primi creano iniziative di socialità nel quartiere e i secondi collaborano nella gestione dello spazio sociale.
La sede di Officina Rebelde è in via Coppola 6. Essa ha visto negli anni un pullulare di iniziative socio-culturali. Concerti, assemblee regionali con i vari movimenti territoriali, riunioni, presentazioni libri, cineforum si sono alternati. Per qualche anno vi fu pure un collettivo femminista (Le Rebeldesse). Da sempre lo spazio sociale dà posto allo sportello di autodifesa precaria, oggi chiamato “sportello sociale san Berillo”. Il contesto ha dato modo di esprimersi ad artisti underground, come il rapper Kento e i produttori del film indipendente Durga, i quali ne hanno visto la proiezione. Si è instaurato un rapporto di cooperazione pure con il collettivo Wu Ming, un insieme di artisti indipendenti che creano cultura.
Negli anni Officina Rebelde si è diramata a Siracusa e Palermo, con la volontà di creare una rete regionale. Durante il primo lockdown gli attivisti e le attiviste sono state in prima linea per la consegna della spesa a persone indigenti e/o precarie di salute. Officina Rebelde è una realtà costantemente a fianco di chi viene emarginato per le brutture circostanti. Si volge al riscatto sociale per queste persone e al sostegno reciproco.