Il Teatro del Canovaccio e il Teras Teatro di Catania hanno ospitato un’opera inedita dello scrittore russo F.Dostoevskij dal titolo “La Mite”, definita dal critico Leonid Grossman come «una delle storie di disperazione più potenti nella letteratura universale».
“La Mite” è un’opera affascinante, a tratti morbosa e oscura, avvolta da un nichilismo tragico. Si svolge in un unico atto, tutto d’un fiato. Qui l’autore disvela, con conoscenza chirurgica, i rapporti di potere che si possono celare dietro un rapporto amoroso e lo fa attraverso un protagonista che ha perso il suo posto nel mondo, un uomo del sottosuolo in cerca di vendetta nei confronti della società e attraverso una donna che lui ha scelto, appositamente giovane e ingenua, per essere totalmente sua.
In questo spettacolo la regia di Davide A. Toscano e Valeria La Bua ha deciso di dare voce al protagonista, interpretato da Giovanni Arezzo. Accanto a lui, invece, la figura insondabile della Mite, interpretata da Alessandra Pandolfini. Questi due personaggi, marito e moglie, uomo e donna, si fronteggiano come duellanti, costretti a combattere tra di loro, in cerca di salvezza o, forse, soltanto amore.
La giovane attrice protagonista catanese Alessandra Pandolfini, dotata di uno spiccato talento interpretativo decisamente realistico e incisivo, ci spiega cosa rappresenta per lei il personaggio de La Mite: «“La Mite” è qualcosa di estremamente potente, estenuante, lurido e innocente. È un marmo che va a perdere i suoi pezzi, un marmo stanco, che ha bisogno di raccontare, digerire, dirigere, ricomporsi all’infinito. Come Lui, l’uomo, il “carnefice” spaventato di rivedersi in Lei, di vedere in lei le sue debolezze, la storia di tutti, quella di Sartre e Camus, quella in cui la vita è incompleta.
La Mite vede come protagonista, accanto a Giovanni Arezzo, Alessandra Pandolfini giovane attrice emergente del teatro catanese
Due duellanti pronti a rivivere lo stesso dramma da angolazioni diverse, a rispecchiarsi, a sputarsi addosso le stesse domande: Che cosa è successo? Perché le cose sono andate così, fuori dal pattuito? Perché c’è qualcosa che non ci è dato sapere? Con un letto, anche lui instabile, che assume sempre posizioni altre, che si gira intorno per non concludere niente? Ma il silenzio è testardo a non dare via d’uscita, a ricordarci che quasi nulla è comunicabile agli altri, che questa è una visione separativa, impotente».
I protagonisti, la scenografia con le luci e gli effetti sonori hanno reso l’atmosfera ancora più misteriosa. Hanno suscitato negli spettatori maggiore suspense e un grandissimo interesse.
Le prossime date dello spettacolo saranno comunicato quando disponibili.
“La Mite” di Fëdor Michajlovič Dostoevskij con Giovanni Arezzo e Alessandra Pandolfini. Regia: Toscano/La Bua. Adattamento e drammaturgia: Valeria La Bua. Luci: Davide A. Toscano e Simone Raimondo. Coproduzione: Teatro Del Canovaccio Catania e Teras Teatro.
Recensione a cura di Maria Morelli, studentessa del I anno della Scuola Biennale di Scrittura e Storytelling di Viagrande Studios.