Intervista a Fabrizio Lanzafame, vicepresidente cereo Villaggio S. Agata

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ASSOCIAZIONI SANT'AGATA

Intervista a Fabrizio Lanzafame, vicepresidente cereo Villaggio S. Agata

Museo Candelore

In occasione delle feste agatine del 17 agosto, abbiamo intervistato Fabrizio Lanzafame, vicepresidente del cereo Villaggio Sant’Agata, fratello di Monsignor Giovanni Lanzafame, che ci ha dato una preziosa testimonianza del suo immenso amore verso la Santa patrona di Catania.

Fabrizio Lanzafame, l’impegno di un devoto

Catanese doc, cinquantatreenne, animato da fervore religioso e dalla volontà di rendere più bella, partecipata e vissuta la festa di Sant’Agata, Fabrizio da anni si spende in iniziative e progetti volti a rendere tangibile questo obiettivo.

Fabrizio Lanzafame fa parte dal 2012 della grande famiglia del cereo votivo del villaggio sant’Agata. Su invito del presidente Salvatore Russo ho avuto la carica di segretario, dal 2021 ricopre invece quella di vicepresidente del cereo.

Lanzafame 2
Fabrizio Lanzafame è dal 2021 vicepresidente del cereo Villaggio Sant’Agata

Le candelore

Le candelore, come sappiamo, sono i cerei votivi della festa di Sant’Agata (anche se li troviamo presenti per celebrare anche altri santi e sante della provincia catanese); si tratta di vere e proprie macchine barocche in movimento, riccamente scolpite che, oltre a illuminare il percorso della processione della Santa, eseguono la tradizionale “annagata” coinvolgendo tutta la popolazione. Sono espressione della devozione popolare. Hanno un peso oscillante da 400 a 900 chilogrammi e vengono portate a spalla da un gruppo costituito da quattro a dodici uomini.

Alcune candelore – dei rinoti, dei pescivendoli, dei fruttivendoli, dei macellai, del Circolo Sant’Agata e del Villaggio Sant’Agata – sono di proprietà delle rispettive associazioni di categoria che nel tempo le hanno realizzate, ne hanno il possesso e le trasportano nei diversi momenti della festa.

Ecco le candelore della festa di S. Agata: Cereo di Monsignor Ventimiglia o di Sant’Agata, dei Rinoti, Cereo dei giardinieri o ortofloricoltori, dei pescivendoli, Cereo dei fruttivendoli, dei macellai, Cereo dei pastai, dei pizzicagnoli; Cereo dei putiari (bettolieri), dei panettieri; Cereo del Circolo Sant’Agata; Cereo del Villaggio Sant’Agata ed infine Cereo Circolo di S. Agata.

Museo Candelore
Alcune delle candelore della festa di S. Agata conservate nel museo allestito presso la chiesa di S. Nicolò l’Arena; foto di S. Portale

Le candelore partecipano alla processione per l’offerta della cera del giorno 3 febbraio e precedono la processione di Sant’ Agata nei giorni 4, 5 e 12 febbraio. Nei giorni antecedenti le processioni, le candelore girano per la città, recandosi nei quartieri e soffermandosi davanti le botteghe delle varie categorie che rappresentano.

Ecco la nostra intervista a Fabrizio Lanzafame.

Fabrizio cosa si prova dopo due anni a riabbracciare la nostra Santa e dare vita al folclore delle candelore?

E’ sicuramente l’emozione più grande per noi devoti vedere, riabbracciare Sant’Agata; abbiamo trascorso un periodo alquanto difficile fra guerra e pandemia; ci è mancato l’abbraccio, il contatto divino, vedere Agata fra la sua gente! Non c’è cosa più bella vedere di nuovo agata il 17 agosto dopo l’esposizione straordinaria dello scorso maggio. E’ un amore sconfinato, che non si può spiegare se non lo si vive. Il momento più bello dei festeggiamenti agatini per tutti noi è quando “la Santuzza” esce dalla Cattedrale, fra un tripudio di grida, canti, e fazzoletti bianchi.

Per quanto riguarda le candelore, non c’è tradizione che prevede l’uscita nel giorno dei festeggiamenti del 17 agosto; vista l’eccezionalità della situazione abbiamo vissuto in questi anni di pandemia, assieme alle altre associazioni abbiamo richiesto al prefetto, questore e presidente dei festeggiamenti agatini il permesso di far circolare per la città le candelore, soprattutto per coinvolgere i tanti turisti che stanno affollando la città in queste settimane, sicuri che ciò avrebbe portato anche un ritorno economico e sarebbe stato uno degli elementi più attrattivi, purtroppo non è stato possibile. La maggior parte delle candelore si possono dunque ammirare all’interno del museo allestito presso la Chiesa di Sam Nicolò l’Arena.

Le candelore sono una delle tante essenze della festa di Sant’Agata, l’una non può esistere senza le altre e viceversa!

Quali sono le caratteristiche che rendono particolare il cereo del villaggio Sant’Agata?

Il Cereo del Villaggio è uno degli ultimi Cerei nati, voluto con tanta devozione dal Presidente nonché finanziatore dell’intero progetto Salvatore Russo; lo rende particolare la sua estetica, non è stato facile per gli scultori Emanuele ed Eliseo Scirè Banchitta trovare una forma sinuosa che rappresentante e richiamasse il barocco ai nostri tempi, loro con studio e impegno sono riusciti a dare la giusta misura sposando la bellezza del cereo con le tradizionali sculture barocche tipiche delle candelore. Dopo cereo villaggio Sant’Agata sono nati il cereo dei maestri artigiani e il cereo devoti di Sant’Agata

E’ fra i più attivi e partecipati durante le processioni.

Cereo Villaggio
Il cereo del Villaggio Sant’Agata realizzato pochi anni fa per volere del Presidente S. Russo e di cui Fabrizio Lanzafame è vicepresidente

Fabrizio come si è avvicinato a questo mondo?

Il mio ricordo più nitido e affettuoso legato alle candelore risale al 1975: avevo 6 anni, stavo a cavalcioni sulle spalle di mio fratello maggiore ( di quindici anni più grande) che mi aveva condotto con lui; proprio a lui devo la mia grande devozione e l’amore per le candelore.

per la prima volta vidi la festa del 3 febbraio, era un giorno molto piovoso, le candelore, per non essere rovinate furono avvolte col cellophane. Le vidi scendere maestose e festanti da piazza Mazzini verso il duomo, procedere poi verso Piazza Stesicoro per partecipare all’offerta della cera della città alla santa; fui abbagliato da tanta bellezza, da tanta devozione: la passione è insita in me, nel mio dna. Quello fra Sant’Agata e il catanese è connubio indissolubile!

Dono Famiglia Lanzafame
Lo stendardo della famiglia Lanzafame donato al cereo del Villaggio Sant’Agata; foto di F. Lanzafame

La nostra famiglia ha donato anche uno stendardo dedicato a nostro padre, che anche se gravemente ammalato, in quell’occasione ebbe la forza di scendere (da noi sorretto) e consegnarlo. Per lui fu motivo di grande orgoglio vedere il nome. della sua famiglia legato a Sant’Agata e al cereo. Ancora oggi, mi trema la voce al solo pensiero di ricordare questo meraviglioso momento! Voglio ricordare affettuosamente anche che quel giorno era presente il Commendatore Luigi Maina, anche Lui oggi nel regno dei cieli. Il Commendatore ha speso tutta la sua vita per Agata e tutta la città deve ringraziarlo per il suo operato e per ciò che ci ha lasciato in ognuno di noi.

Ricordo anche qualcosa che oggi non avviene più:  un tempo i portatori di candelore entravano in cattedrale facendo l’omaggio della cera a Sant’Agata. Era un momento molto emozionante!

Negli anni ho partecipato alla festa come devoto, più tardi iniziai quasi per caso ad occuparmi delle candelore in toto.

Quali sono le sue mansioni come vicepresidente del cereo?

Rivestendo questa carica mi occupo dei curare i rapporti istituzionali con il Comune, la Questura, la Prefettura, di partecipare a tutte le riunioni inerenti i cerei, di chiedere le dovute autorizzazioni, organizzare e scegliere i portatori ed in ultimo fare l’addetto stampa. Oltre a ciò mi occupo anche della organizzazione motoria vera e propria del cereo di come dare i segnali alla ciurma durante le feste, curare gli addobbi, le strade ecc.

Qual è il sentimento che anima un portatore di candelore?

Il portatore di candelore a Catania si chiama cannalurista e riveste un ruolo importantissimo. L’anima del portator è particolare: ovviamente deve essere fisicamente ben dotato . Spesso vi sono pregiudizi su queste figure che molto spesso vengono racchiusi in categorie strette e stereotipate. Il cannalurista è prima di tutto un fedele e devoto! Egli mette tanto pathos e amore in ciò che fa; è colui che lascia il posto di lavoro per portare a spasso i cerei facendo un enorme sforzo fisico. I portatori mirano a dare il loro meglio per animare la festa.

Non pochi sono i problemi che il peso della candelora comporta; altre difficoltà si riscontrano nei movimenti spesso ostacolati dalla grande folla che partecipa alla festa.

Molto spesso è una passione che si tramanda da padre a figlio, passando per gli zii ed i nipoti. Spesso il mondo delle candelore è soggetto a pregiudizi che non coincidono con la realtà!

Quali sono le maggiori difficoltà nel coordinare e manovrare le candelore?

La prima difficoltà riguarda soprattutto la scelta delle persone giuste da individuare come portatore; solitamente, ogni candelora sceglie i portatori con la caratteristiche migliori per fare delle performance riuscite! In particolare si dà attenzione alla coordinazione, ai movimenti nei punti nevralgici della processione quali: piazza duomo, via etnea, piazza Borgo, via plebiscito.

Altra difficoltà e convivere con i tanti partecipanti alla festa che spesso, affollando le vie, non si rendono conto di ostacolare il movimento e il passaggio delle candelore, scanditi con ritmi precisi, al suono del fischietto e non solo!

Un’altra questione è delicata è il maltempo, ricorderete tutti l’episodio che ha visto qualche anno fa le candelore ferme in piazza dei martiri, ricoperte di teli protettivi per evitare che la tempesta li rovinasse!

Pericolosa anche la cera sulle strade che ricopre spesso buona parte del percorso delle precessioni!

Ultima difficoltà il peso del cereo che ovviamente arreca disturbi alla colonna vertebrale, alle spalle, ecc. ma veramente tutto viene fatto e sopportato con amore e devozione alla nostra santa!

Qual è il vostro rapporto col museo delle candelore a San Nicolò?

Io con Piero Lipera, all’ex presidente del comitato dei festeggiamenti agatini Riccardo Tomasello siamo stati i fautori del progetto del museo delle candelore. Abbiamo riversato tante energie per far convogliare nella meravigliosa chiesa di S. Nicolò la maggior parte delle candelore. Oggi il museo sta proseguendo il suo iter ma siamo ancora all’inizio! Sicuramente è un luogo da valorizzare ancor di più con un percorso ad hoc. Occorrerebbe creare sistema audio-video, mettere in sicurezza candelore con teche adatte, allestire magari delle teche con gettoniere per farle accendere con una libera offerta. Ciò anche dal punto di vista di promozione turistica avrebbe grande peso.

Mi auguro dunque che il museo venga sempre più arricchito e diventi uno dei luoghi più frequentati per la devozione agatina assieme alle chiese.

Fabrizio Lanzafame un suo messaggio alla cittadinanza

Manca pochissimo e finalmente riabbracceremo la nostra Agta, dopo due anni di pandemia; il 17 agosto saremo in piazza duomo ad accoglierla , a camminare co lei per strada. Il mio vuole essere un messaggio di gioia proprio nel realizzare dopo due anni difficili questo incontro!

Ci auguriamo che in un prossimo futuro anche le candelore possano prendere parte ai festeggiamenti del 17 agosto perché, come già detto, esse vivono in simbiosi con la Santa!

Io come tanti altri rappresentanti delle associazioni ci adopereremo sempre affinché la festa di Sant’Agata sia sempre più bella, sentita e partecipata! Continueremo ad omaggiare con preghiere ed azioni la nostra amatissima Agata!

Cittadini, viva S. Agata, semu tutti devoti tutti!

Intervista a Fabrizio Lanzafame, vicepresidente cereo Villaggio S. Agata ultima modifica: 2022-08-16T12:35:49+02:00 da SABRINA PORTALE

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