Lo psicologo Alessandro Gullotta, catanese doc, vive e lavora a Torino e durante l’emergenza Covid ha creato – con altri collaboratori – la favola illustrata “Lino e la città di Tuttocambiato”. Quante volte ci è capitato di dover aspettare qualcuno o qualcosa? All’indomani dei tre mesi più assurdi che l’epoca moderna abbia conosciuto, questa domanda è attuale più che mai. Coinvolge tutti. L’altra domanda, però, che spesso ci si fa di meno è chi manca, chi va via, invece, faticherà di più di noi che restiamo?
Da anni promuviamo le eccellenze del nostro territorio: personaggi, storie, luoghi, tradizioni, cibi, volti di ieri e di oggi che hanno reso Catania il fiore all’occhiello dell’Isola. E altrettanto spesso abbiamo incontrato persone che l’isola l’hanno dovuta lasciare. Lasciare sì, ma non per questo dimenticare. Ve lo ripetiamo allora, chi è che fatica di più chi resta o chi manca?
La professione e la lontananza
Alessandro Gullotta è un catanese a Torino che ha saputo miscelare i suoi importanti studi con il cuore. In questo periodo, particolarmente, ha unito l’indagine psicoanalitica con la passione e la creatività, doti queste che – non ce ne voglia nessuno- siamo sicuri provengano dalle sue origini. Alessandro Gullotta, nato come afferma egli stesso, nella “raggiante Catania” degli anni Novanta, oggi è un affermato psicologo clinico, in procinto della specializzazione in psicoterapia psicoanalitica. A Torino collabora, principalmente, con il servizio di Psicologia Clinica dell’Ospedale Ostetrico e Ginecologico. Qui svolge un lavoro orientato alla cura psicologica, in situazioni molto complesse, riguardanti le future e neo-mamme. Inoltre, ha creato e cura un blog: “Laboratorio di psicologia clinica”. Orientato alla diffusione della cultura psicoanalitica e alla promozione della salute psicologica. E Alessandro ha solo 28 anni.
<<Ho vissuto a pochi metri dal mare di Aci Trezza e sperimentato in prima persona la condizione di chi sente l’appartenenza e il richiamo dell’Isola, che credo –oltre che un luogo di provenienza- sia un posto dell’anima>>. Questa è la sensazione comune di chi parte da qui, in cerca di qualcosa che questa città non riesce ad offrire al massimo. <<Come molti siciliani che hanno vissuto la dimensione del distacco dall’isola e hanno conosciuto luoghi lontani, sperimento una vera e propria ambivalenza nei confronti della nostra Catania. Una nostalgia profonda, direi quasi un senso di assenza, a tratti di vuoto.>> Torino, comunque, ha dato molto ad Alessandro: <<Allo stesso tempo, mi rendo conto che Torino rappresenta per me un modo pieno e profondo di vivere la cultura della mia professione. Un modo di pensare psicoanalitico, che qui permea ogni cosa: l’arte, lo spettacolo, lo stile di vita.>>
Alessandro Gullotta: “Catania come presenza costante di qualcosa che fa sempre parte di me“
Una dualità che riscontriamo nella maggioranza delle persone che intervistiamo e che ci raccontano della loro vita altrove, con lo sguardo sempre rivolto verso il punto di partenza. Eppure, con progetti di vita lontani, alcune volte per sempre, da esso. Torino, rispetto a Catania, è stata protagonista durante l’emergenza Covid. Infatti, il Piemonte è stata tra le Regioni più colpite. <<L’emergenza sanitaria in Piemonte è stata molto complessa da gestire per tutti, anche dal punto di vista psicologico. Sono dell’idea che attraverso quest’esperienza io stesso, come tutti, abbia potuto vivere l’importanza di viaggiare con la mente e raggiungere con il pensiero ogni cosa lontana.>> Continua Alessandro Gullotta: <<Credo che questo modo di pensare mi abbia aiutato a sentire la nostalgia della mia terra e degli affetti, non più come assenza di parti mancanti, ma come presenza costante di qualcosa che fa sempre parte di me.>>
Lino e la città di Tuttocambiato, una favola trasversale
E poi nasce “Lino e la città di Tuttocambiato”. Una favola che ci porta a riflettere, ideata per i bambini ed in realtà rivolta a tutti. Trasversale, perché abbraccia diverse tematiche con leggerezza, ma serietà. E no, le due cose non collidono, anzi, quando si verificano vuol dire che hai fatto un ottimo lavoro. <<Tutto nasce da un pomeriggio di quarantena, durante il quale io e l’amico e collega Luca dell’Oca ci siamo soffermati a fantasticare un viaggio immaginario. Ci siamo messi nei panni dei bambini, prendendo spunto da racconti e sogni dei nostri piccoli pazienti.>> Perché è attraverso il racconto, di qualsiasi genere esso sia, che si possono superare le difficoltà, anche quelle che sembrano insormontabili. <<La storia ha un significato profondo e vuole rintracciare soprattutto le emozioni negative, difficili da riconoscere o accettare. La noia, la nostalgia, l’irrequietezza, il non-sapere.>>
Le immagini “emotive”, così le chiama Alessandro, di questa favola speciale sono dell’illustratrice e designer Michelle Vicari. <<L’interrogativo “chi fa più fatica? Chi aspetta o chi manca?” – presente in maniera costante nella favola – si riferisce a tutte le dimensioni della perdita e della lontananza. Non soltanto quella geografica, ma anche il distacco affettivo, la separazione -in certi termini- la morte. Si tratta di un pensiero insaturo, che ci invita a riflettere sulle cose che ci mancano, sulla fatica dell’attesa, sul dolore di essere lontani. In termini più profondi, sulla crescita e sul lasciare andare parti di noi stessi, permettere loro di viaggiare lontano come l’amica speciale di Lino>>
Ma alla fine chi fatica di più?
Vorremmo, però, che il nostro psicologo catanese, Alessandro, ci dica cosa pensa lui di questo quesito, chi fatica di più chi resta o chi manca? <<Forse la più grande fatica è di chi non accetta fino in fondo di poter aspettare o di poter mancare. Sono entrambe delle condizioni che si ripetono nella nostra esistenza, con le quali è importante imparare a convivere. Io personalmente, riconosco una forte nostalgia della mia vita nella nostra isola, a Catania, avendo coscienza che ciò che ci manca è in fondo ciò che abbiamo di più.>> E chi di noi, lontano da Catania, non riconosce l’immensa profondità della testimonianza del nostro Alessandro…
Qual è la zona di Catania che Alessandro Gullotta ricorda con più amore?
<<Mi viene subito in mente la vecchia fermata della metro “Stazione FS”. A strapiombo sul blu. Mi ricordo la sorpresa di tutte le volte in cui, uscito velocemente dal sottopasso, incontravo il mare.>> continua Alessandro commosso: <<Catania è un posto dentro di me più che il luogo da cui provengo. Se avessi per le mani una farfalla, le chiederei senz’altro di sognare insieme a me continui viaggi che me la raccontino sempre.>> Una mente preparata, attenta ed un’anima profonda. Alessandro Gullotta, uno psicologo, un catanese, un ragazzo che come noi si fa strada nel mondo. Non scordandosi mai da dove è iniziata questa avventura.
L’eBook di “Lino e la città di Tuttocambiato” è scaricabile gratuitamente dalla piattaforma www.alessandrogullottapsicologo.it