Aladdin a Catania: la giara magica e la testa di moro volante

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Aladdin a Catania: la giara magica e la testa di moro volante

Aladdin a Catania

Ecco la storia di Aladdin a Catania.

C’era una volta, anzi no! C’è ancora oggi, incastonata nelle terre del sud, una città incantata. Il suo nome è Catania, questa città sorge ai piedi di un vulcano sempre attivo, che spruzza lapilli e lava, e feconda tutte le terre circostanti. Catania, affacciata sul mare del sud, possiede le reliquie di una Santa che di miracoli ne ha fatti tanti, ad esempio ha salvato la città dalla lava e dal fuoco. Catania ha mille misteri, gallerie sotterranee e leggende oscure. Ed è qui che Aladdin, detto Dino, vive indisturbato con il suo fedele amico, un cane meticcio di nome Abù.

Dino lavora alla fiera…Lavora…Diciamo che Aladdin a Catania passa le sue giornate nella confusione della fiera. Fra bancarelle di vestiti, scarpe e cianfrusaglie, lui cerca di racimolare soldi, facendo dei piccoli trucchi di magia. A volte i suoi giochi di magia non vengono apprezzati, e allora è un attimo, tutti i venditori a gridare “Pigghiatelo…!” Punti di vista! In un giorno qualsiasi il giovane catanese, dall’aria vagamente orientale, si imbatte in una bancarella mai vista prima. Un uomo con una coppola in testa, tra le tende e le lenzuola della Piazza del Carmelo, gestisce silenzioso questa piccola bancarella. Vende bigiotteria, utensili e monili di seconda, terza, quarta mano. Roba antica e di valore, pensa Aladdin.

La giara magica di Aladdin a Catania

Tra le mille cose, Dino nota una piccola giara dipinta a mano. Una di quelle che qui a Catania si dipingevano e usavano spesso nel passato. E’ un’attrazione incredibile, Dino la prende e la porta via di nascosto. Giunto nella sua piccola dimora, una mansarda vicino ai Benedettini di Catania, inizia a studiare la strana giara. Da questa mansarda Dino guarda tutta Catania e la vista è incredibile. Da qui la città non ha segreti.

Dino inizia a strofinare la giara per lucidarla e boom…

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Alcune teste di moro e giare in ceramica, proprio come laTesta di moro volante di Aladdin a Catania- Foto di Urlike Leone da Pixabay

I tre desideri….

Ora, siccome sappiamo tutti come vanno certe cose, diremo che Dino si trovò quasi costretto dagli eventi a modificare la sua vita di stenti. Un po’ come quando vinci con un gratta e vinci, comprato solo perché non avevano resto al tabacchino. Il genio che ne uscì fuori lo costrinse a tre desideri, così come da manuale. Dino, che stupido non era, chiese un tappeto volante, perché così avrebbe sempre visto dall’alto la sua bella città. Siccome, però, siamo in Sicilia il genio, di nome Peppino ‘u spettu, fece spuntare dal nulla un’enorme e volante testa di moro, quelle tipiche di Caltagirone.

Il secondo desiderio fu quello di ottenere un appuntamento con una ragazza che Dino incontrava sempre in piazza Stesicoro la mattina presto. Lei lavorava in via Etnea e lui, vedendola ogni giorno, se ne era innamorato. Peppino ‘u spettu chiese al giovane se con il terzo desiderio voleva farla innamorare perdutamente di lui. Dino, però, rispose che sarebbe stata la bellezza di Catania a farla innamorare. E così nel pomeriggio, proprio in piazza Stesicoro, l’enorme testa di moro portò Aladdin a Catania centro, davanti alla sua bella: Gelsomina, detta Mimmuzza. “Ciao sono Aladdin, detto Dino. Oggi ti farò scoprire Catania dall’alto. Vieni con me!”

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Il Anfiteatro Romano- Aladdin a Catania- Foto di flsoprani da Pixabay

Aladdin e Catania dall’alto

Catania dall’alto è uno spettacolo incredibile e Dino lo sapeva bene. Cupole, abbaini, terrazze, statue e cortili interni stregarono gli occhi dei due giovani fin da subito. Risalirono velocemente su, verso i tetti scoscesi e i corridoi immensi del Monastero dei Benedettini. I cortili ed il chiostro rossi come quel pomeriggio. Qualche studente qua e là e il silenzio incantato della grandi altezze. Mimmuzza guardava esterrefatta questo spettacolo incredibile e osservava anche il giovane così sensibile. La testa di moro si fermò proprio sopra la cupola di San Nicolò.

Il mare, l’Etna, le case accatastate, tutto sembrava guardasse alla cupola. L’Etna che sbucava tra i tetti rossi della chiesa, che riprendono la sua forma piramidale. Poi i due scivolarono giù, verso la via Etnea illuminata a festa, perché era il periodo di Natale, proprio come ora. Salirono sul balcone della Chiesa della Badia di Sant’Agata, a godere di quel barocco e di quel bianco macchiato del rosso del tramonto.

Aladdin a Catania ed è subito magia

Qui Dino accennò ad una canzone, anche se cantare non era proprio il suo forte, quindi smise quasi subito. Poi il Duomo con le mille statue e le mille ombre. Assetati i due decisero, quindi, di fare una sosta. Atterrarono all’Ostello degli Elefanti, a pochi passi da piazza Università. Brindarono insieme e si guardarono intensamente negli occhi. Sullo sfondo un’Etna imbiancata a tratti e maestosa. Il sole iniziò a calare liquido fra i palazzi. Aladdin a Catania e sulla sua testa di moro si sentiva un principe d’oriente. Rimontò in groppa alla sua testa di moro, con la sua Mimmuzza sempre più innamorata, e via verso il mare di sera dei Faraglioni. Qui avvistarono, non di rado, vicino alla costa rocciosa, piccole lanterne bianche, che si accendevano sull’acqua, le lampare. Sentirono il piacere ed il tormento dei pescatori trezzoti, saggi come è saggio il mare.

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La Scogliera di Catania vista dall’alto – la storia di Aladdin a Catania -Foto di Massimiliano Pappalardo da Pixabay

Catania di notte fra treni, luci, navi e gente fino a tardi

E poi ancora più veloce andarono via, verso i giardini segreti del Parco Botanico di Giarre. Forme geometriche, stelle, cerchi, laghi artificiali e lanterne vibranti. Costellazioni vegetali sfiorate dal sibilo del vento della sera, ad un passo dall’Etna. Mimmuzza e Dino, capirono che era la testa di moro a decidere dove portarli adesso e così si fecero trasportare stretti l’uno all’altro. La notte passò sbirciando dall’alto le arterie del centro città illuminate a giorno e piene di gente fino a tardi. Il porto della città massiccio e squadrato, con navi giganti che escono e che entrano con calma e dedizione. Poi sopra la stazione dei treni, che fischiano quando si incontrano, come balene che cantano alla luna.

Aladdin a Catania e la sua storia d’amore

Aladdin a Catania quella notte si innamorò due volte, della sua bella Mimmuzza e della sua incantevole città. Il Castello Ursino, lo Stadio Angelo Massimino, la costa della Playa e la Villa Bellini. Poi sopra l’Anfiteatro Romano, alle prime luci dell’alba, miracolo della Storia che rimane. Ed, infine, la testa di moro si fermò e atterrò sopra il tetto della casa di Dino, a San Cristofuru, da lì Catania all’alba era uno spettacolo che toglie il fiato. E’ certo che, dopo una notte così, Mimmuzza rimase stregata da Dino e…. E come vanno a finire queste storie si sa!

Aladdin a Catania: un epilogo felice

Vissero tutti felici e contenti. Dunque, Peppino ‘u spetto, grazie al terzo ed ultimo desiderio di Dino,è stato liberato dalla giara e così ha deciso di aprire una crispelleria dal nome “Un desiderio oggi e una crispella domani”. Dino e Mimmuzza sono andati a vivere insieme a San Cristofuru, per poter vedere dall’alto Catania tutte le mattine. Dino, inoltre, ha cercato un lavoro serio, ora fa il tour operator, specializzato in visite di Catania dall’alto: la sua agenzia si chiama “Aladdin a Catania”. Abù ha trovato una meticcia con la quale ha fatto tre cuccioli. La testa di moro volante ha deciso di appendere le ali al chiodo e di fare solo la testa di moro. Anche se alcuni giurano ancora di vederla, sul far della sera, volare sui tetti di Catania, ma si sa le leggende sono dure a morire…

Aladdin a Catania: la giara magica e la testa di moro volante ultima modifica: 2019-12-11T11:43:54+01:00 da Manuela de Quarto

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