Osservatorio Astrofisico di Catania (OACT). Anche Catania ha il suo occhio nello spazio. Un occhio che cresce. Che collabora a grandi progetti. Un occhio che vuole segnare la sua storia nelle stelle. Le sue radici hanno origini antiche, che nemmeno i conflitti mondiali sono riusciti a cancellare. Che coinvolgono la grande signora Etna e sono nate grazie all’arrivo delle ceneri di Vincenzo Bellini. Origini che coinvolgono catanesi e studenti. Team specializzati e insegnanti. Uomini amanti delle scienze del cielo. L’osservatorio è la grande fonte astronomica della città. È lo sguardo accurato dei catanesi tra le sue meravigliose stelle.
Storia dell’osservatorio
La storia di Vicenzo Bellini ancora una volta si intreccia in maniera indelebile con quella della nostra città. Tutto ebbe inizio nel 1876, in un’assemblea dell’accademia Gioenia. Questa era stata fatta in onore del ritorno delle ceneri di Vincenzo Bellini. Il loro ritorno segnarono il cielo. L’astronomo Pietro Tacchini osservò in quel periodo un clima piacevole con notti serene. Allora propose di costruire un Osservatorio astronomico in sua memoria. Il progetto ebbe successo. Fu approvato e realizzato in breve tempo ed ovviamente fu diretto da Tacchini.
L’osservatorio fu completato nel 1880. Fu il primo ad essere costruito ad alta quota. Esattamente a 2941 m sul versante sud del cratere sommitale dell’Etna. Una sua succursale nacque anche in città nel 1885. Questa si trovava al Monastero dei Benedettini. Entrambi si occupavano dell’attività di osservazione. La sede sull’Etna venne abbandonata nel 1925. E quella in città rimase dunque l’unica sede ufficiale.
Dopo gli anni bellici
Superati gli anni bellici, vi furono delle novità. Grazie alla figura di Mario Girolamo Fracastoro nacquero delle nuovi sedi. Una sede cittadina, posta all’interno della Città Universitaria. Questa fu dedicata a A. Riccò, figura scientifica di livello mondiale. E una nuova sede si ebbe nuovamente sull’Etna. In contrada Serra La Nave a quota 1725m.
Le attrezzature e il personale qualificato furono i punti di forza dell’osservatorio. E questo si deve alla figure di Fracastoro e del suo successore Godoli. Grazie a loro, l’OACT è divenuta una struttura a tempo indeterminato dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. Il personale è composto da 26 ricercatori e 38 unità di personale tecnico amministrativo. Questi si occupano di ricerca in Astronomia, Astrofisica e Fisica cosmica.
“La carte du Ciel”, l’osservatorio lascia il suo segno.
L’attività scientifica dell’osservatorio ha grandissimo valore. Diversi sono i progetti ai quali ha collaborato. Uno dei più importanti è sicuramente” La carte du ciel”. Ebbene si. L’osservatorio catanese ha partecipato alla stesura della prima mappatura della volta celeste. Collaborando con la Francia, questo completa il suo lavoro nel 1942. E fu uno dei due, tra i 20 osservatori partecipanti, a pubblicare le coordinate sferiche.
I progetti di cui si occupa oggi
Ricerche teoriche e sperimentali sono la base degli studi degli scienziati che lavorano all’assorevatorio. Quest’ultimo si occupa di diverse progetti nazionali e internazionali. Tra questi, i più importanti sono i seguenti. Plato, satellite per la ricerca di pianeti simili alla terra. Solar- Orbiter, progetto per lo studio del sole. Gaia ,satellite che misura la distanza delle stelle. Astri,progetto per lo studio dei raggi cosmici. Ska, progetto del più grande radiotelescopio del mondo.
Un importante sostegno è dato all’osservatorio dall’Università degli Studi di Catania. Pur essendo due entità giuridiche diverse, queste collaborano in maniera efficiente nell’ambito astronomico.
Catania, città di stelle, scienziati e lavoro umano.