La sua sede oggi è in via Firenze n. 202: il Liceo Classico Mario Cutelli, una delle Istituzioni della città di Catania. Tra i simboli più autorevoli dell’istruzione della nostra città, dell’antichità e del significato più stretto di Liceo Classico, c’è sicuramente il Cutelli. E anche quest’anno, come per più di un secolo, ha aperto i suoi cancelli ai tantissimi studenti iscritti. Chi è cresciuto a Catania conosce il liceo Cutelli, perché l’ha frequentato o lo frequenta; perché lo frequentava qualche suo amico; perché ogni giorno in piazza Pilo si ritrova con i suoi coetanei, perché mamma e papà sono stati fra gli studenti storici del liceo. In un modo o nell’altro, il Liceo Classico Cutelli fa parte della storia della nostra città.
Anni fa c’era una fiction italiana che si chiamava “I ragazzi del muretto”, i giovanissimi non se la ricorderanno. Il nome derivava dall’abitudine dei protagonisti di ritrovarsi su un muretto a parlare dei loro casini da teenager. Noi, che siamo andati al liceo Cutelli, avevamo le panchine della piazza Pilo, oppure stazionavamo per terra nel cortile della scuola, aspettando che qualche professore, o bidello (così li chiamavamo noi), ci richiamasse a gran voce. Ancora, oggi alla fine delle lezioni, moltitudini di giovani si ritrovano lì e si raccontano di come è andata la giornata.
Un po’ di Storia..
La storia del liceo Cutelli è ben nota. Era la fine dell’800, quando a Catania si sparse la notizia che i gesuiti avrebbero insegnato al collegio dei nobili. A questo punto, i liberali e gli anticlericali scesero in piazza per rivendicare la laicità della scuola; dall’altra parte, però, socialisti e cattolici scendevano nella stessa piazza per la libertà d’istruzione. Un evento anomalo, ma di sicuro impatto: due poli opposti uniti per lo stesso obiettivo. Nel maggio del 1898 Roma approverà la proposta di variazione del bilancio e si istituirà un secondo liceo ginnasio a Catania.
Nacque così una scuola, che all’epoca non aveva ancora una sede propria, ma i suoi banchi furono subito nominati e ricercati. Il liceo Cutelli divenne, in breve tempo, tanto prestigioso da ricevere la richiesta di ammissione di moltissimi giovani della città e della provincia dell’epoca. Ben presto, divenne la scuola più ambita, perché liberale da un lato, ma anche socialista e cattolica dall’altro. Introduzione fantastica di quello che sarà il socialismo liberale dei primi del ‘900.
Perché proprio “Mario Cutelli”?
Il nome del liceo si ispira al giurista e conte Mario Cutelli. Egli era un politico catanese e fu strenuo sostenitore dello “stato laico”. Per Cutelli la lotta alle prepotenze baronali ed ecclesiastiche, significava lotta per la civiltà. Facile pensare che, considerando come nacque il liceo, la scelta del nome ricadde proprio su questa figura. Ed è a questi valori, che tutt’oggi il liceo s’ispira: la formazione dell’uomo e del cittadino, in pieno accordo con i principi della Costituzione e della legge. L’obiettivo, fin da subito, fu quello di una scuola per tutti, ma che formasse in maniera completa ed efficiente ogni studente. Con gli anni gli obiettivi sono rimasti più o meno uguali ed in più si è puntato il dito sul formare giovani adulti al passo coi tempi moderni.
Il Liceo più girovago della città!
Le sedi del liceo Cutelli, da quando è nato, sono state tantissime: venne spostato quasi subito dal Convitto Nazionale, in via Vittorio Emanuele, al Palazzo Gravina. Poi al Seminario Vescovile e a Palazzo Porto, in via Maddem. Infine, di seguito all’Istituto Maria Ausiliatrice, al Tecnico Archimede e al II° Istituto Magistrale, nelle aule dislocate in piazza Teatro Massimo e in quelle di via Giuffrida, di via Coppola, di via Libertà, fino alle aule della scuola elementare Mario Rapisardi, in Viale Vittorio Veneto. Infine, nel 1952 il liceo Cutelli ottenne i locali di via Firenze, dove si trova tutt’ora. Negli anni comunque, per via dei numerosissimi iscritti, ebbe anche moltissime succursali. Insomma, un liceo mille case!
Il professore Salanitro: professore della lotta antifascista
Un episodio molto importante da ricordare è quello di Carmelo Salanitro. Salanitro era un insegnante del liceo Cutelli all’epoca del ventennio fascista. Il professore era appartenente al partito popolare e fu promotore del movimento antifascista. All’interno della scuola, ma anche fuori, nella città. Il professore Salanitro distribuiva bigliettini e volantini ai suoi studenti. I volantini contenevano la verità su ciò che accadeva nei campi di concentramento e sul regime fascista e nazista. Il 14 novembre 1940 fu scoperto e denunciato dallo stesso preside del Cutelli. Il 25 febbraio dell’anno successivo, fu condannato a diciotto anni di carcere dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato per “Propaganda antinazionale, offese al duce e a Hitler”.
Dopo la caduta del regime, lo trattennero comunque in carcere, su decisione del prefetto dell’Aquila e del direttore del carcere. Subito dopo, fu consegnato alle autorità naziste. Il professore Salanitro giunse, quindi, al campo di concentramento di Dachau, il 13 ottobre del 1943. Poi, il 6 dicembre dello stesso anno, in quello di Mauthausen.
Il 24 aprile del 1945 fu ucciso in una camera a gas, a Mauthausen. Il Liceo Cutelli lo ricorda ogni anno con un premio/contest artistico e durante la giornata della memoria. Però, sono ancora pochi i giovani che conoscono la sua storia ed, inoltre, anche molti studenti la ignorano.
Quelli che sono andati al liceo Cutelli..
Noi del Cutelli abbiamo una storia che sentiamo appartenerci dal momento in cui si entra in quelle aule, dal primo giorno di scuola, fino ai terribili esami di maturità. E’ strano da spiegarlo, ma probabilmente è proprio di tutti coloro che sentono di appartenere a qualcosa di più grande. Noi del Liceo Cutelli siamo quelli che, quando si era in succursale, si sperava che i primi due anni del ginnasio passassero in fretta, perché alla centrale c’era il Cutelli vero. Il Cutelli che quando si era in troppi si facevano i turni pomeridiani.
Il Cutelli delle lotte studentesche, della politica dei giovani, delle occupazioni per la guerra del Golfo, dell’autogestito ad oltranza, finché non arriva la polizia, e delle assemblee nel cortile. La scuola della notte bianca al Liceo Classico, del Giorno della Cultura, del Certamen, delle feste all’americana nelle discoteche e delle competizioni perenni con il Liceo Classico Spedalieri. Il liceo delle cotte per i professori di filosofia, che assomigliavano ai cantanti dei videoclip di MTv e, però, parlavano come Schopenhauer. Il liceo Cutelli degli anni 2000, della rivoluzione digitale, delle gite in Grecia e Barcellona, dell’ultimo piano con il museo di animali imbalsamati, che restavano ad impolverarsi.
Il Liceo Cutelli dei momenti che non scorderai mai..
Il Liceo Classico dei professori impegnati e degli studenti che hanno fatto successo. Il Cutelli di cento colpi di spazzola, dei malati di libri e di chi non vuol far nulla. Il Cutelli di chi ci piace ritrovarsi in cortile, inneggiando ad una libertà che, fino ai diciotto anni, non si potrà mai avere. Il Cutelli delle classi di potenziamento (matematica, lingue, diritto, medicina). Il liceo Cutelli che va ad annate, come il buon vino, che se hai fatto il Cutelli ti chiami “Cutelliano”. Ed essere “Cutelliano” è tutta un’altra storia, e difficilmente lo dimenticherai. Un esempio di questo è l’associazione culturale Ex Alunni Liceo Classico M.Cutelli, che attraverso internet ed un periodico, trasmettono le loro esperienze da “Cutelliani doc”.
C’è chi si ricorda il 1965: prima festa in classe non autorizzata, durante carnevale. Del momento in cui la dirigenza scolastica tolse i lucchetti dalle porte dei bagni, perché si fumava al loro interno. Degli anni ’60 e ’70 dove le studentesse gridavano la loro uguaglianza con gli studenti uomini della scuola. Il Cutelli degli anni ’90, dei figli di una guerra che ci faceva paura, perché raccontava il mondo vicino a noi. Dell’occupazione per la pace in Kosovo, dove si parlava di storia, politica e di come cambiare le cose. Perché noi “Cutelliani” ci abbiamo sempre creduto, che potevamo cambiare il mondo. Il liceo Cutelli, che ha vissuto con Catania le sue trasformazioni. Fondamentale come una parte del corpo della città, mi piace pensare quasi un polmone, o un rene.
L’importanza di una scuola come il Cutelli
Il Liceo (le superiori) è importante, non lo dimenticherai mai. In fondo, chi di noi non sogna periodicamente gli esami di maturità o di tornare in classe, ma non saper più nulla. O semplicemente di essere tornato a scuola, magicamente tu cinquantenne con la cartella sulle spalle. La scuola forma l’individuo, gli da’ le basi e probabilmente l’imprinting fondamentale che lo renderà la donna o l’uomo del futuro.
E’ proprio vero il Liceo è importante, non lo dimenticherai mai. Ed è anche vero che se hai varcato i cancelli del Liceo Cutelli, sei diventato un “Cutelliano”, e anche questo non lo dimenticherai facilmente.