Palazzo Scuderi Libertini è uno dei edifici storici che abbelliscono la nostra città. E’ l’unico palazzo a Catania che coniuga mirabilmente due stili simili e nello stesso tempo diversi: quello rinascimentale e quello liberty
In occasione del festival de: “Le vie dei tesori”, il palazzo, sconosciuto ai più, è stato l’edificio più visitato.
Da un propietario all’altro
Il palazzo si trova lungo via Etnea alta, nei pressi del quartiere Borgo, vicino all’orto Botanico. Il cavalier Giuseppe Paternò di Raddusa nel 1875 lo commissionò all’architetto milanese Carlo Sada. La struttura, per un breve periodo divenne proprietà della famiglia di Giuseppe Schininà, marchese di Sant’Elia e, nel 1901, fu acquistato dal senatore Pasquale Libertini. Infine, nel 1941, l’armatore Matteo Scuderi ne divenne l’ultimo proprietario.
Artisti che lavorarono al palazzo
Carlo Sada costruì il palazzo intorno all’ultimo decennio del XIX secolo. L’artista milanese giunse a Catania nel 1874, divenendo l’architetto più amato della nobiltà e borghesia catanese. Egli lavorò anche al Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania, riproponendo alcuni motivi decorativi che contraddistinguono il suo stile si ritrovano anche in altri palazzi privati e pubblici, chiese, cappelle e ville della città e della provincia.
Il pittore fiorentino Ernesto Bellandi, autore dell’apoteosi di Bellini nella cupola del Teatro Bellini di Catania, lavorò anche a una delle sale di Palazzo Libertini Scuderi.
Struttura esterna di Palazzo Libertini Scuderi
Il palazzo si affaccia sia su via Etnea che su via Caronda con due diversi prospetti: il primo presenta un severo prospetto principale di rappresentanza; risalta l’uso del bugnato con al primo piano la facciata realizzata con colore rosso-rosa antico con timpani, che si alternano nelle forme triangolari e ad arco, tipiche dell’arte rinascimentale.
Il prospetto che si affaccia su via Caronda presenta un loggiato, con ampie arcate al piano terra e una terrazza con statue in terracotta, affacciata sul giardino. Anche qui sono usati il rosso-rosa antico e gli elementi architettonici rinascimentali. Il giardino ospita anche una graziosissima fontana e reca un pavimento a ciottoli bianchi e neri, su cui sfoggia la scritta “M. Scuderi”, che designa gli attuali proprietari del palazzo.
Curiosamente, lo stemma (una cometa sovrastante un giglio) che compare sul fronte del portico antistante il giardino è quello della famiglia Schininà. Al piano primo, Sada realizzò gli ambienti di maggiore pregio allineati su Via Etnea, mentre sul retro, che si affaccia su un giardino confinante con la via Caronda, dispose gli ambienti minori o di servizio, a loro volta dotati di piano ammezzato.
L’interno e i saloni del Palazzo Libertini Scuderi
Il palazzo conserva affreschi, stucchi, dorature, rimasti intatti, tappezzerie e arredi d’epoca. Per le decorazioni degli interni del palazzo, Sada usò le medesime figure di decoratori che in quegli anni con lui collaboravano per il Teatro Bellini, ovvero Andrea Stella per gli stucchi e Ernesto Bellandi per gli affreschi delle volte.
Quattro sale rendono il palazzo un gioiello: il Salone degli specchi o rosso o sala delle feste, realizzato con oro zecchino e porporina; il soffitto è in stile liberty con decorazioni rococò con tema la nascita e trionfo di Venere o Flora. Bellissima la rappresentazione della danza che celebra la sua nascita in cui spiccano ghirlande e fiori. Ci sono poi la Sala delle arti, la Sala della musica, la Sala da pranzo, sempre realizzate con la stessa tecnica, seppur con soggetti diversi che si richiamano alla mitologia classica. Preziosa è anche la camera da letto.
Lo scalone
Esso conduce al piano primo e consente di accedere all’appartamento, alla cucina, alla terrazza. Lo scalone presenta di tre rampe. E’ riccamente decorato in stile neoclassico-rinascimentale. Le pareti presentano superfici rivestite con intonaco di stucco-gesso che riproduce esattamente il marmo nero, bianco di Carrara e giallo Siena, con disegni a riquadri. Sono minime le parti in marmo autentico.
Al centro della parete che delimita il vano dello scalone dal terrazzo, domina una figura femminile in stucco ad alto rilievo, che rappresenta la Primavera. Lo stile di quest’opera, che risente dell’influsso dell’Art Nouveau e anche dell’Eclettismo, ci fa ritenere che la figura fu realizzata in altri tempi.
Al di sopra della fascia occupata dagli infissi, vi sono dei bassorilievi in stucco bianco, raffiguranti figure femminili, putti e temi mitologici.
Il soffitto del vano scala è anch’esso decorato a stucchi, nei colori bianco, grigio, azzurro e ocra chiara, con un grande riquadro al centro, riccamente lavorato a stucco con temi vegetali di tralci e fiori.
Una meravigliosa struttura che, ancora oggi, col suo fascino, ci racconta storie e personaggi della nostra Catania.
Fonti: (Ugo Mirone, Giambattista Condorelli, Maria Teresa Di Blasi – delegazione Fai di Catania);https://www.6insicilia.it.
Foto di Sabrina Portale